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Inammissibilità ricorso: no a motivi generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per detenzione di 483 grammi di hashish. La decisione si fonda sul fatto che i motivi del ricorso erano una semplice ripetizione di quelli già respinti dalla Corte d’Appello, la quale aveva adeguatamente motivato la propria sentenza basandosi sull’osservazione di un sospetto viavai presso l’abitazione. L’esito comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Perché Ripetere gli Stessi Motivi è un Errore Fatale

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre uno spunto fondamentale sulla tecnica di redazione degli atti giudiziari, in particolare del ricorso per Cassazione. La decisione sottolinea un principio cardine: la non ammissibilità di un’impugnazione che si limiti a riproporre le stesse argomentazioni già vagliate e respinte nel grado di giudizio precedente. Analizziamo come il concetto di inammissibilità ricorso sia stato applicato in un caso di detenzione di sostanze stupefacenti, evidenziando le gravi conseguenze per il ricorrente.

Il Contesto: Detenzione di Sostanze e l’Appello

Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano nei confronti di un giovane, trovato in possesso di 483 grammi di hashish all’interno della sua abitazione. La perquisizione che ha portato al ritrovamento della sostanza era stata preceduta da un’attività di osservazione da parte delle forze dell’ordine. Per circa 16 minuti, gli agenti avevano notato un ‘notevole andirivieni’ di persone presso l’appartamento, un elemento che aveva fatto sorgere il sospetto di un’attività di spaccio.

La difesa aveva contestato la legittimità e la valutazione di tali elementi nel giudizio di appello, ma la Corte territoriale aveva rigettato le argomentazioni, motivando ampiamente le ragioni della propria decisione. Nonostante ciò, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione.

L’Inammissibilità Ricorso in Cassazione: L’Analisi della Corte

La Suprema Corte, con la sua ordinanza, ha stroncato sul nascere le speranze del ricorrente, dichiarando l’inammissibilità del ricorso. Questo esito non è dipeso da una valutazione nel merito dei fatti, ma da una precisa ragione procedurale.

La Mera Ripetizione dei Motivi d’Appello

Il punto centrale della decisione è che il ricorso non introduceva nuovi profili di illegittimità della sentenza impugnata. Al contrario, si limitava a ‘reiterare le medesime considerazioni critiche’ già espresse nell’atto d’appello. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione.

La Valutazione degli Indizi da Parte dei Giudici di Merito

Gli Ermellini hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse già fornito una motivazione ‘adeguata e ampiamente motivata’ sul perché le argomentazioni difensive non potessero essere accolte. La valutazione dell’andirivieni di persone come indizio sufficiente a giustificare la perquisizione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, e se la motivazione è logica e non contraddittoria, non può essere censurata in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione si fonda su un principio consolidato: il ricorso è inammissibile quando manca di specificità e non si confronta criticamente con la sentenza impugnata, limitandosi a una sterile riproposizione di censure già esaminate. In questo caso, la Corte d’Appello aveva spiegato (pagine 5-6 della sentenza) come l’osservazione della polizia, unita al fatto che l’imputato fosse stato trovato da solo con la sostanza e i suoi effetti personali, costituisse un quadro indiziario solido. Ignorare questa argomentazione e ripresentare le stesse doglianze rende il ricorso non meritevole di esame.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha conseguenze pratiche molto pesanti per il ricorrente. La dichiarazione di inammissibilità comporta, per legge, la sua condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito: un ricorso per Cassazione deve essere un atto tecnicamente preciso, volto a evidenziare vizi di legittimità della sentenza e non una semplice riproposizione di argomenti fattuali. La mancata osservanza di questo principio non solo porta al rigetto del ricorso, ma espone anche a significative sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse identiche argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove questioni di diritto o vizi di legittimità della sentenza impugnata.

Quali elementi hanno giustificato la perquisizione secondo i giudici?
La perquisizione è stata ritenuta giustificata dall’attività di osservazione della polizia, che per circa 16 minuti aveva notato un notevole e sospetto andirivieni di persone presso l’abitazione dell’imputato, dove poi è stato trovato da solo con la sostanza stupefacente.

Quali sono le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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