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Inammissibilità ricorso: motivi generici in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso contro una condanna per resistenza a pubblico ufficiale e reati di droga. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Perché i Motivi Generici non Funzionano in Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione è un passo cruciale e delicato nel percorso giudiziario. Tuttavia, per avere successo, non basta semplicemente impugnare una sentenza. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda una regola fondamentale: la specificità dei motivi è un requisito imprescindibile. La conseguenza di un’impugnazione vaga è drastica: l’inammissibilità ricorso, con la conseguente condanna a spese e sanzioni. Analizziamo insieme questo caso per capire come evitare errori fatali.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La condanna riguardava reati di una certa gravità, nello specifico resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) e detenzione di sostanze stupefacenti di lieve entità (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990). L’imputato, nel tentativo di ribaltare il verdetto, ha portato la questione davanti alla Corte di Cassazione, lamentando una presunta carenza di motivazione nella sentenza di secondo grado.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

Gli Ermellini, esaminato il ricorso, non sono entrati nel merito della questione. La decisione è stata netta e perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia non significa che la Corte abbia confermato la colpevolezza nel merito, ma piuttosto che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti minimi di legge per poter essere esaminato. La Corte ha sottolineato come l’impugnazione debba consistere in una critica argomentata e puntuale del provvedimento contestato, non in una generica lamentela.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sul principio consolidato, richiamando anche una precedente sentenza (n. 8700 del 2013), secondo cui la funzione tipica dell’impugnazione è quella di una critica mirata. Ai sensi degli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale, un ricorso, per non essere inammissibile, deve indicare specificamente:

1. Le ragioni di diritto: le norme che si ritengono violate e il modo in cui la sentenza le ha interpretate erroneamente.
2. Gli elementi di fatto: le prove o le circostanze che sostengono la richiesta di annullamento o riforma.

Nel caso specifico, il ricorrente si era limitato a dedurre una generica “mancanza di una adeguata motivazione” da parte della Corte d’Appello. Queste doglianze sono state definite “del tutto generiche” perché non si confrontavano punto per punto con le argomentazioni della pronuncia d’appello. In altre parole, il ricorso non spiegava perché la motivazione della Corte territoriale fosse sbagliata, ma si limitava a dire che era inadeguata. Questo non è sufficiente per la Cassazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono severe per il ricorrente. Oltre alla conferma definitiva della condanna, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha specificato che questa sanzione è dovuta perché il ricorso è stato proposto “senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”, citando una pronuncia della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000). Ciò significa che la negligenza nella stesura dell’atto è imputabile al ricorrente. Questa ordinanza ribadisce un messaggio fondamentale per avvocati e assistiti: un ricorso in Cassazione è un atto tecnico che richiede massima precisione. Affermare genericamente che una sentenza è sbagliata non ha alcun valore. È necessario smontare analiticamente il ragionamento del giudice precedente, indicando con precisione dove e perché ha errato, sulla base di fatti e norme specifiche. In caso contrario, il rischio concreto è un’immediata declaratoria di inammissibilità ricorso.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo la Corte, un ricorso è inammissibile quando manca dei requisiti previsti dalla legge, in particolare quando i motivi presentati sono generici e non si confrontano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, come richiesto dagli artt. 581 e 591 del codice di procedura penale.

Cosa significa presentare un ricorso con “motivi generici”?
Significa limitarsi a contestare la sentenza in modo vago, ad esempio lamentando una “mancanza di motivazione”, senza indicare le specifiche ragioni di fatto e di diritto che dovrebbero portare a una decisione diversa e senza contestare puntualmente il ragionamento del giudice precedente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In caso di inammissibilità, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver avviato un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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