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Inammissibilità ricorso: minaccia e tenuità del fatto

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da tre persone condannate per minaccia. La Corte ha respinto i motivi relativi alla valutazione dei fatti e alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, confermando la decisione di merito.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Minaccia: Quando la Cassazione Dichiara l’Inammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema dell’inammissibilità ricorso in un caso di minaccia, offrendo importanti chiarimenti sui limiti del giudizio di legittimità e sui criteri per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione sottolinea come non sia possibile chiedere alla Suprema Corte una nuova valutazione delle prove, ma solo un controllo sulla corretta applicazione delle norme giuridiche.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per il reato di minaccia, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello. Tre persone, ritenute responsabili del reato, decidevano di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi. Il primo motivo contestava la motivazione della sentenza d’appello riguardo all’accertamento della loro responsabilità penale. Il secondo, invece, lamentava la mancata applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, ovvero la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, che avrebbe potuto escludere la loro condanna.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità Ricorso

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni dei ricorrenti, dichiarando l’inammissibilità ricorso. Di conseguenza, la condanna pronunciata nei gradi di merito è diventata definitiva. Oltre a ciò, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una conseguenza tipica per chi promuove un ricorso che viene respinto in questa forma.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha analizzato separatamente i due motivi di ricorso, spiegando nel dettaglio le ragioni della sua decisione.

Il Divieto di Rivalutazione dei Fatti nel Giudizio di Legittimità

Il primo motivo è stato giudicato inammissibile per una duplice ragione. In primo luogo, i ricorrenti avevano già rinunciato in appello a contestare il giudizio sulla responsabilità. In secondo luogo, e più in generale, le censure sollevate miravano a ottenere una nuova valutazione delle prove e una “rilettura” degli elementi di fatto. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Suprema Corte non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice che ha esaminato le prove (testimoni, documenti, ecc.). Il suo compito è solo quello di verificare se la legge è stata applicata correttamente e se la motivazione della sentenza è logica e non contraddittoria.

I Criteri per la Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo, relativo alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), è stato ritenuto manifestamente infondato. La Cassazione ha osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata e coerente, spiegando perché, nel caso specifico, il fatto non potesse essere considerato di lieve entità. La valutazione sulla tenuità richiede un’analisi complessa che tiene conto di tutti gli aspetti della vicenda, come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del pericolo creato, come previsto dall’art. 133 del codice penale. Nel caso in esame, il contesto delinquenziale e le modalità dell’azione sono stati elementi decisivi per escludere il beneficio.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma due principi cardine del nostro sistema processuale penale. Primo, il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti: i motivi devono riguardare questioni di diritto. Secondo, l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto non è automatica, ma frutto di una valutazione complessiva e ponderata del giudice di merito, che deve considerare ogni aspetto della fattispecie concreta. Una decisione che serve da monito sull’importanza di formulare ricorsi basati su solide argomentazioni giuridiche, pena l’inammissibilità ricorso e le relative conseguenze economiche.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, il provvedimento chiarisce che la Cassazione svolge un giudizio di legittimità, non di merito. Non può compiere una “rilettura” degli elementi di fatto, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.

Perché la richiesta di applicare la non punibilità per “particolare tenuità del fatto” (art. 131-bis c.p.) è stata respinta?
È stata respinta perché la Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione completa e logica, spiegando che la condotta, il contesto e i rapporti tra le parti non permettevano di considerare il fatto di particolare tenuità.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile?
Come stabilito nel provvedimento, chi presenta un ricorso inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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