Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione Non Rientra nel Merito
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del giudizio di legittimità, ribadendo un principio fondamentale: l’inammissibilità del ricorso quando le doglianze si concentrano sulla valutazione dei fatti, di esclusiva competenza dei giudici di merito. Analizziamo questa decisione per comprendere i limiti del ricorso in Cassazione e le conseguenze di una sua errata impostazione.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso di un imputato contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Catania. L’appello alla Suprema Corte si basava su contestazioni relative alla rilevanza probatoria di alcuni elementi chiave, come le modalità e il luogo del ritrovamento di un’arma da fuoco e di sostanze stupefacenti. Inoltre, il ricorrente contestava il diniego della circostanza attenuante prevista per i fatti di lieve entità in materia di droga (art. 73, comma 5, T.U. Stupefacenti).
I Motivi dell’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per diverse ragioni, tutte riconducibili alla natura stessa del giudizio di legittimità. Le censure mosse dal ricorrente non denunciavano vizi di legge o difetti logici evidenti nella motivazione della sentenza d’appello, ma miravano, di fatto, a ottenere una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio. Questa attività, tuttavia, è riservata ai giudici di primo e secondo grado (i cosiddetti ‘giudici di merito’) e non può essere svolta in sede di Cassazione. La Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse congrua, adeguata e supportata da argomenti logici ineccepibili, rendendo le critiche del ricorrente generiche e non idonee a scalfire l’impianto accusatorio.
Le Motivazioni della Corte
La decisione della Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale.
La Valutazione delle Prove è Riservata al Giudice di Merito
Il punto centrale della pronuncia è che la ricostruzione dei fatti e l’apprezzamento del materiale probatorio sono attività di esclusiva competenza del giudice di merito. La Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono riproporre le stesse argomentazioni fattuali. Il suo compito è assicurare l’uniforme interpretazione della legge e controllare la coerenza logica delle motivazioni, non offrire una nuova lettura delle prove, incluse quelle indiziarie.
Il Controllo di Legittimità sui Vizi Logici
La Cassazione può annullare una sentenza solo in presenza di ‘evidenti vizi logici’, ovvero quando la motivazione è manifestamente contraddittoria o illogica. Non è sufficiente che una diversa ricostruzione dei fatti sia astrattamente possibile. Nel caso di specie, la Corte ha stabilito che la valutazione della prova indiziaria era stata compiuta con rigore e supportata da argomentazioni logiche solide, escludendo quindi la possibilità di una revisione in sede di legittimità.
La Genericità dei Motivi di Ricorso
Infine, i motivi relativi al diniego dell’attenuante e alla detenzione di diverse tipologie di stupefacenti sono stati giudicati ‘affetti da genericità’. Ciò significa che il ricorrente non ha adeguatamente specificato in che modo la motivazione della Corte d’Appello fosse errata in diritto o viziata logicamente, ma si è limitato a contrapporre la propria interpretazione a quella dei giudici, un approccio non consentito in Cassazione.
Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche
La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta conseguenze precise e onerose.
La Condanna alle Spese e alla Cassa delle Ammende
Come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la Corte ha disposto il versamento di una somma, ritenuta equa, di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione deterrente, per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.
Implicazioni per la Difesa Tecnica
Questa ordinanza ribadisce un monito fondamentale per gli operatori del diritto: un ricorso per cassazione deve essere redatto con estrema perizia, concentrandosi esclusivamente su questioni di diritto o su vizi logici macroscopici e dimostrabili della motivazione. Tentare di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti è una strategia destinata al fallimento, che comporta unicamente un aggravio di spese per l’assistito.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure sollevate non riguardavano errori di diritto, ma contestavano la valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti (come il ritrovamento di un’arma e di droga), attività che sono di esclusiva competenza dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).
Cosa significa che la Corte di Cassazione è un ‘giudice di legittimità’ e non ‘di merito’?
Significa che la Corte di Cassazione non riesamina i fatti per stabilire come si sono svolti, ma si limita a controllare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e che la loro motivazione sia logica e non contraddittoria.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la persona che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 36237 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 36237 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 06/10/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CATANIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 20/11/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Ritenuto che le censure dedotte in merito alla rilevanza probatoria delle modalità e luogo del ritrovamento dell’arma da fuoco e della sostanza stupefacente sono inammissibili poiché concernenti la ricostruzione e la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale probatorio, profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza della Corte di appello di Catania, che ha fornito una congrua e adeguata motivazione, tenuto conto che anche la prova indiziaria costituisce fondamento del giudizio di responsabilità quando la sua valutazione sia compiuta con rigore e sia supportata da ineccepibili argomenti logici come nel caso di specie;
Ritenuto che anche i motivi dedotti in tema di diniego dell’ipotesi attenuata del comma quinto dell’art. 73 T.U. stup. e di mancata contestazione in fatto dei reati di detenzione relativi a due diverse tipologie di sostanza stupefacente sono affetti da genericità rispetto alla motivazione della Corte di appello che, contrariamente a quanto dedotto nel ricorso, ha congruamente motivato in merito a tutti i profili dedotti, di conseguenza si tratta di valutazioni che non possono dirsi affette da evidenti vizi logici e, quindi, non sono suscettibili di una diversa ed autonoma rivisitazione in sede di legittimità;
rilevato che dalla inammissibilità del ricorso consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 6 ottobre 2025
6 NOV 2025
NOME