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Inammissibilità ricorso: limiti del giudizio di merito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 46935/2024, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di due imputati, condannati rispettivamente per reati contro la persona e contro l’amministrazione della giustizia. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non consente un riesame dei fatti. Le valutazioni sulla gravità del reato, necessarie per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. e della sospensione condizionale della pena, costituiscono apprezzamenti di merito insindacabili in Cassazione se logicamente motivati, come nel caso di specie.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione non Riesamina i Fatti

L’ordinanza in commento della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio dei limiti del giudizio di legittimità, confermando il principio per cui non è possibile ottenere una nuova valutazione del merito delle prove. Il caso riguarda l’inammissibilità del ricorso presentato da due imputati, le cui doglianze sono state respinte perché miravano a un riesame di apprezzamenti fattuali già correttamente e logicamente motivati dalla Corte d’Appello.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da due distinti ricorsi presentati avverso una sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila.

Il primo ricorrente era stato condannato per reati di minaccia e lesioni (artt. 612, 582 e 585 c.p.). La sua difesa contestava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e del beneficio della sospensione condizionale della pena.

La seconda ricorrente era stata condannata per favoreggiamento e calunnia (artt. 378 e 368 c.p.). Anche in questo caso, i motivi di ricorso vertevano, tra l’altro, sulla mancata concessione dei medesimi benefici.

Entrambi i ricorsi, tuttavia, sono stati giudicati dalla Suprema Corte come un tentativo di rimettere in discussione il giudizio di merito formulato nei gradi precedenti.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su un caposaldo del nostro sistema processuale: la Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare le prove e fornire una nuova valutazione dei fatti, ma di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano fornito una motivazione logica e non contraddittoria per le loro decisioni.

I ricorsi sono stati ritenuti ‘generici e riproduttivi’ di censure già esaminate e disattese, proponendo una ‘inammissibile rilettura delle risultanze di prova’.

Le motivazioni

La Corte ha analizzato nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità del ricorso per ciascun imputato.

Per il primo ricorrente, la Corte d’Appello aveva correttamente negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. sulla base della ‘concreta gravità dei fatti’. La reiterazione e l’insistenza delle condotte aggressive e minatorie sono state considerate sintomatiche di un’elevata intensità del dolo, incompatibile con la ‘particolare tenuità’. Analogamente, la sospensione della pena è stata negata per l’impossibilità di formulare una ‘favorevole prognosi’, tenendo conto anche di precedenti applicazioni del beneficio. Tali valutazioni, essendo basate su argomentazioni logiche e fattuali, sono state ritenute incensurabili in sede di legittimità.

Per la seconda ricorrente, le conclusioni sono state simili. Il diniego dell’art. 131-bis c.p. e della pena sospesa era fondato sulla gravità dei fatti e sull’impossibilità di una prognosi favorevole, aggravata da un precedente specifico per falsità ideologica. La Corte ha sottolineato che si tratta di ‘giudizi di natura ampiamente discrezionale ma congruamente motivati’, che non possono essere oggetto di una ‘revisione’ da parte della Corte di legittimità.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque si approcci al sistema giudiziario penale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. Per avere successo, un ricorso deve evidenziare vizi di legge o difetti manifesti di logica nella motivazione della sentenza impugnata. Tentare di ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove o della gravità del comportamento si scontra inevitabilmente con una declaratoria di inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili?
Perché proponevano alla Corte di Cassazione un riesame dei fatti e delle prove, chiedendo una nuova valutazione di merito sulla gravità delle condotte e sulla prognosi futura degli imputati, attività che non rientra nelle competenze del giudice di legittimità.

Su quali basi è stata negata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
È stata negata sulla base di un giudizio di concreta gravità dei fatti. Per un ricorrente, a causa della reiterazione e insistenza delle condotte aggressive; per l’altra, a causa della gravità dei reati e di un precedente penale significativo.

Per quale motivo non è stata concessa la sospensione condizionale della pena?
Non è stata concessa perché i giudici di merito hanno ritenuto impossibile formulare una prognosi favorevole sul futuro comportamento degli imputati, valutazione basata su elementi come precedenti condanne e l’intensità del dolo dimostrata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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