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Inammissibilità ricorso: la Cassazione e i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24032/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. La decisione si fonda sulla natura ripetitiva dei motivi di appello, già esaminati e respinti nei gradi di merito. La Corte ha sottolineato che non è possibile richiedere una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria per l’inammissibilità del ricorso.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso: quando la Cassazione chiude la porta

L’ordinanza n. 24032/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio dei rigorosi limiti entro cui deve muoversi un ricorso in sede di legittimità. Il caso in esame dimostra come la presentazione di motivi generici o ripetitivi conduca inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità ricorso, con conseguenze economiche significative per chi agisce in giudizio. Questo provvedimento ribadisce un principio fondamentale: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un organo di controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Caso

Un soggetto condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Firenze decideva di impugnare la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione. Il ricorso si basava su una serie di censure, tra cui la presunta erronea applicazione della legge penale e la mancata concessione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131 bis del codice penale.

La Valutazione sull’Inammissibilità Ricorso da parte della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha ritenuto il ricorso palesemente inammissibile. I giudici hanno osservato che i motivi proposti non erano altro che una replica di censure già ampiamente vagliate e respinte con argomentazioni logiche e giuridicamente corrette dai giudici dei precedenti gradi di giudizio (primo grado e appello). In sostanza, il ricorrente non ha sollevato questioni di legittimità, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. La Cassazione ha chiarito che il ricorso è inammissibile per le seguenti ragioni:
1. Reiterazione dei Motivi: Le doglianze difensive erano una mera riproposizione di argomenti già disattesi, senza che venissero individuati vizi di legittimità (come violazione di legge o vizi di motivazione) nella sentenza impugnata.
2. Mancata Prova dei Fatti: La richiesta di applicazione della causa di non punibilità ex art. 131 bis c.p. si fondava su circostanze di fatto che non erano state provate né attestate durante la ricostruzione operata dai giudici di merito. Non è possibile introdurre in Cassazione elementi fattuali non emersi nei precedenti gradi di giudizio.
3. Coerenza Logica della Sentenza Impugnata: La Corte ha rilevato che la sentenza della Corte d’Appello era immune da manifeste incongruenze logiche e basata su argomentazioni giuridicamente corrette e puntuali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La declaratoria di inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, due importanti conseguenze per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: un ricorso per Cassazione deve essere fondato su precisi e specifici vizi di legittimità della sentenza impugnata. Tentare di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti o riproporre le stesse argomentazioni già respinte non solo è un’attività processuale inutile, ma comporta anche rilevanti sanzioni economiche. È fondamentale, quindi, affidarsi a una difesa tecnica che sappia distinguere i confini del giudizio di legittimità per evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre profili di censura già adeguatamente esaminati e respinti dai giudici dei gradi di merito, senza sollevare reali questioni di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito dell’inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti del processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non può riesaminare i fatti o la ricostruzione operata dai giudici di merito. Il ricorso è stato respinto anche perché si basava su emergenze in fatto non attestate dalla ricostruzione operata nei precedenti gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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