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Inammissibilità ricorso: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso contro una decisione del Tribunale di Sorveglianza. L’appello è stato ritenuto generico e ripetitivo, non affrontando le specifiche motivazioni del provvedimento impugnato, che negava un beneficio penitenziario sulla base della lunga storia criminale del soggetto e dell’elevato rischio di recidiva. Tale decisione sottolinea l’importanza di un’impugnazione mirata e non meramente assertiva.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando l’Appello è Destinato al Fallimento

L’inammissibilità del ricorso è un concetto cruciale nel diritto processuale penale. Significa che un’impugnazione non può essere nemmeno esaminata nel merito perché priva dei requisiti minimi richiesti dalla legge. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce perfettamente quando un ricorso risulta inefficace, soprattutto se si limita a ripetere argomenti già respinti senza confrontarsi con le solide motivazioni del giudice precedente. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

Il Contesto: Un Appello contro la Decisione del Tribunale di Sorveglianza

Il caso nasce dal ricorso presentato da un soggetto contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. Quest’ultimo aveva confermato la decisione di un Magistrato di Sorveglianza, negando un beneficio penitenziario. La difesa lamentava un vizio di motivazione, sostenendo che i giudici si fossero concentrati unicamente sul passato negativo del condannato, ignorando la sua personalità attuale e le sue prospettive di reinserimento sociale.

Il ricorrente, tuttavia, aveva un curriculum criminale significativo: 17 furti, evasioni, ricettazioni, riciclaggio e violazioni di misure di prevenzione. Inoltre, aveva già fallito due percorsi di affidamento in prova (nel 2010 e nel 2020) e si era visto revocare la detenzione domiciliare, dimostrando una spiccata tendenza a non rispettare obblighi e prescrizioni.

La Valutazione del Tribunale di Sorveglianza

Il Tribunale di Sorveglianza aveva basato la sua decisione su elementi concreti e attuali, tra cui:

* Illeciti disciplinari recenti: La commissione di tre infrazioni disciplinari in carcere tra il 2022 e il 2023.
* Elevato rischio di recidiva: Un episodio del 2020, in cui il soggetto era evaso dalla detenzione domiciliare per commettere un furto.
* Violazione di misure alternative: L’abbandono di un percorso di affidamento terapeutico concesso nel 2021, con evasione dalla comunità e sottrazione al programma.

Questi fattori, secondo il Tribunale, rendevano la richiesta di un nuovo beneficio inaccoglibile, data la refrattarietà del soggetto al rispetto delle regole.

Le Motivazioni della Cassazione sull’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso per due ragioni fondamentali. In primo luogo, le censure presentate dalla difesa erano una mera riproduzione di argomenti già esaminati e respinti dal Tribunale di Sorveglianza. Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere elementi di novità e critica specifica, non limitarsi a riproporre le stesse doglianze.

In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, il ricorso non si confrontava minimamente con le argomentazioni logico-giuridiche sviluppate nell’ordinanza impugnata. La difesa ha criticato la decisione in modo generico, senza smontare punto per punto il ragionamento del Tribunale, che era invece dettagliato e fondato su prove concrete. La Cassazione ha ribadito che il giudice di merito aveva correttamente valutato tutti gli elementi a disposizione, compreso il passato criminale, non come un marchio indelebile, ma come un indicatore di un concreto e attuale rischio di recidiva, confermato da comportamenti recenti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza offre un importante insegnamento: per avere successo, un’impugnazione deve essere specifica, pertinente e critica. Non basta lamentare una presunta ingiustizia in termini generici. È necessario analizzare a fondo la motivazione del provvedimento che si intende contestare e sviluppare argomentazioni capaci di evidenziarne le specifiche falle logiche o giuridiche. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, il risultato non può che essere una dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure erano una mera riproduzione di argomenti già respinti dal Tribunale di Sorveglianza e non si confrontavano specificamente con le argomentazioni logico-giuridiche contenute nel provvedimento impugnato.

Quali elementi ha considerato il Tribunale di Sorveglianza per negare il beneficio al ricorrente?
Il Tribunale ha considerato la storia criminale complessiva (17 furti, evasioni, ricettazioni), i fallimenti di precedenti misure alternative (due affidamenti nel 2010 e 2020), la commissione di tre illeciti disciplinari in carcere (tra 2022 e 2023) e recenti violazioni come l’evasione dalla detenzione domiciliare nel 2020 e l’abbandono di un programma terapeutico nel 2021.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La conseguenza è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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