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Inammissibilità ricorso: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si basa sulla corretta valutazione del giudice di merito nel negare le attenuanti generiche e nell’applicare la recidiva, in virtù della nutrita biografia penale del soggetto, considerata sintomo di una qualificata pericolosità sociale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’inammissibilità ricorso è uno degli esiti più netti che possono caratterizzare un procedimento davanti alla Corte di Cassazione. Significa che l’appello non viene neanche esaminato nel merito, perché ritenuto privo dei presupposti fondamentali. Una recente ordinanza della Suprema Corte offre un chiaro esempio di questa dinamica, fondando la sua decisione sulla pericolosità sociale del ricorrente e sulla manifesta infondatezza delle sue doglianze.

I Fatti del Caso: Un Appello Contro la Valutazione del Giudice

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il ricorrente contestava la decisione dei giudici di merito di non concedergli le circostanze attenuanti generiche e di aver applicato correttamente l’istituto della recidiva. Sostanzialmente, l’imputato chiedeva alla Cassazione una valutazione più mite della sua posizione, sperando in una riduzione della pena.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 4 febbraio 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che il ricorso non aveva le basi per essere discusso. La conseguenza diretta è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ritenuto che la sentenza impugnata fosse immune da vizi logici o giuridici. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione adeguata e coerente per le sue scelte. In particolare, il diniego delle circostanze attenuanti generiche era giustificato dall’assenza di elementi positivi da valorizzare e, soprattutto, dalla “nutritissima biografia penale” dell’imputato. Questo dato oggettivo, secondo la Corte, non era un semplice elenco di precedenti, ma un sintomo chiaro di una “qualificata pericolosità sociale”. Di fronte a un profilo di questo tipo, la decisione di non concedere sconti di pena e di applicare la recidiva è stata considerata una corretta applicazione della legge, non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo scopo è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Quando un ricorso si basa su doglianze manifestamente infondate e contesta valutazioni di merito ben argomentate dal giudice precedente, l’esito più probabile è una declaratoria di inammissibilità. Questa decisione serve a preservare la funzione della Suprema Corte e a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, ponendo a carico del ricorrente non solo le spese, ma anche una sanzione pecuniaria a favore della collettività.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza della Corte d’Appello fosse correttamente motivata nel negare le circostanze attenuanti generiche e nell’applicare la recidiva, rendendo le censure del ricorrente manifestamente infondate.

Cosa ha considerato la Corte per valutare la pericolosità sociale del ricorrente?
La Corte ha basato la sua valutazione sulla “nutritissima biografia penale del prevenuto”, ovvero sull’esteso elenco di precedenti penali, considerandolo un sintomo di una “qualificata pericolosità sociale”.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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