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Inammissibilità ricorso: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per furto aggravato ed evasione. Il motivo, basato sulla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, è stato giudicato una mera ripetizione dei motivi d’appello, privo di una critica argomentata alla sentenza impugnata, portando a una pronuncia di inammissibilità del ricorso.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando Ripetere gli Stessi Motivi è Controproducente

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità del ricorso per Cassazione, sottolineando come la semplice riproposizione dei motivi già discussi in appello porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo principio, consolidato nella giurisprudenza, serve a garantire l’efficienza del sistema giudiziario e la funzione nomofilattica della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un soggetto condannato in primo e secondo grado per i reati di evasione (art. 385 c.p.) e furto pluriaggravato in concorso (artt. 99, 110, 624, 625 n.2 e 61 n.5 c.p.). La difesa dell’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione alla mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, ovvero la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione, sebbene netta, non entra nel merito della questione sollevata, ma si ferma a un vaglio preliminare di ammissibilità, risultato negativo.

Le Motivazioni: la Ragione dell’Inammissibilità del Ricorso

Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui la Corte ha respinto l’impugnazione. I giudici hanno rilevato che il motivo di ricorso non era altro che una ‘pedissequa reiterazione’ degli argomenti già presentati e vagliati dalla Corte d’Appello. In altre parole, la difesa si è limitata a riproporre le stesse censure, senza sviluppare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza di secondo grado.

La giurisprudenza citata dalla Corte (tra cui Sez. 2, n. 42046/2019 e Sez. 6, n. 20377/2009) è costante nell’affermare che i motivi di ricorso per Cassazione devono avere un carattere di novità critica. Devono cioè confrontarsi puntualmente con la ratio decidendi della sentenza impugnata, evidenziandone le specifiche lacune o gli errori di diritto, e non possono limitarsi a una generica riproposizione di questioni già decise.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva ampiamente motivato le ragioni per cui non riteneva applicabile l’art. 131-bis c.p., facendo riferimento alle modalità della condotta e all’entità del danno arrecato. Il ricorso, omettendo di contestare specificamente tali argomentazioni, è risultato ‘apparente’ e quindi inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce una lezione fondamentale per ogni difensore. L’atto di impugnazione, specialmente in Cassazione, non è un’ulteriore sede di merito, ma un giudizio sulla legittimità della decisione precedente. È pertanto essenziale che il ricorso non si limiti a ripetere le argomentazioni sconfitte, ma costruisca una critica mirata e puntuale della sentenza che si intende censurare. Ignorare questo principio significa esporsi quasi certamente a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, rendendo vano il tentativo di ottenere una riforma della decisione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere gli stessi motivi già presentati e respinti dalla Corte d’Appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

Qual era il motivo principale del ricorso presentato dall’imputato?
Il motivo principale era la contestazione della mancata applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, relativo alla causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Cosa aveva stabilito la Corte d’Appello riguardo alla ‘particolare tenuità del fatto’?
La Corte d’Appello aveva ampiamente motivato che il fatto commesso dal ricorrente non poteva essere qualificato di ‘particolare tenuità’, in considerazione delle modalità della condotta e dell’entità del danno prodotto al bene giuridico protetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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