LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso: il caso dell’abbandono

Un uomo è stato condannato per abbandono di animali alla sola pena della multa. A seguito del suo appello, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. La sentenza chiarisce che le condanne alla sola pena pecuniaria non sono appellabili e che i motivi del ricorso non possono riguardare la ricostruzione dei fatti, ma solo violazioni di legge. Il caso sottolinea le rigide regole procedurali per l’impugnazione delle sentenze penali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando l’Appello Non è la Strada Giusta

Il caso di un proprietario di un cane, condannato per abbandono di animali, offre uno spunto fondamentale per comprendere le complesse regole del processo penale italiano. La recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: l’inammissibilità del ricorso quando l’impugnazione è proposta con un mezzo non corretto o con motivi non consentiti. Questo caso dimostra come un errore procedurale possa precludere la discussione nel merito di una vicenda.

I Fatti di Causa

Un uomo veniva condannato in primo grado dal Giudice delle indagini preliminari per il reato previsto dall’art. 727 del codice penale. L’accusa era di aver abbandonato il proprio cane di piccola taglia, dopo averlo trasportato su un furgone, gettandolo con violenza contro un muro. La vicenda traeva origine dalla denuncia di una testimone oculare.

L’imputato, dal canto suo, ha sempre fornito una versione diversa, sostenendo di essersi fermato per far fare una passeggiata al cane, il quale, agitatosi improvvisamente, era stato semplicemente ripreso e rimesso nel veicolo. A sostegno della sua tesi, evidenziava come le forze dell’ordine, intervenute successivamente, avessero trovato l’animale in ottime condizioni presso la sua abitazione, tanto da non procedere al sequestro.

La Decisione di Primo Grado e l’Appello

Il giudice di primo grado, a seguito di un giudizio abbreviato, riteneva l’imputato colpevole e, concesse le attenuanti generiche, lo condannava alla pena di 1.500,00 euro di ammenda, oltre al pagamento delle spese processuali.

Contro questa decisione, la difesa proponeva appello, articolando tre motivi principali:
1. Errata valutazione delle prove e vizio di motivazione, contestando la credibilità della testimone e offrendo una ricostruzione alternativa dei fatti.
2. Violazione di legge riguardo alla configurabilità del reato, sostenendo che, avendo recuperato immediatamente il cane, si potesse al massimo parlare di un tentativo non punibile.
3. In subordine, la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) o una riduzione della pena.

Le Motivazioni della Cassazione: focus sull’Inammissibilità Ricorso

La Corte d’Appello, ricevendo l’atto, rilevava correttamente che la sentenza, applicando la sola pena dell’ammenda, era inappellabile ai sensi dell’art. 593, comma 3, c.p.p. Di conseguenza, trasmetteva gli atti alla Corte di Cassazione, convertendo l’appello in ricorso.

La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Le motivazioni sono puramente procedurali ma di fondamentale importanza.

Motivi di Merito e Non di Legittimità

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. La Corte può solo verificare la corretta applicazione della legge.

I motivi presentati dalla difesa erano quasi interamente di merito. Contestare la credibilità di un testimone, proporre una diversa ricostruzione della dinamica, discutere l’intenzione (dolo o colpa) dell’imputato sono tutte attività tipiche del primo e del secondo grado di giudizio, ma precluse in Cassazione. L’imputato, in sostanza, chiedeva alla Suprema Corte di sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di primo grado, cosa che la legge non consente.

La Scelta del Mezzo di Impugnazione

Anche la richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. è stata giudicata inammissibile, in quanto considerata una valutazione di merito sulla gravità del fatto, non sindacabile in sede di legittimità se non per vizi logici macroscopici della motivazione, che in questo caso non sussistevano.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la scelta del mezzo di impugnazione e la formulazione dei relativi motivi devono essere rigorosamente conformi alla legge. Proporre un appello per una sentenza non appellabile porta alla conversione dell’atto, ma non sana i vizi dei motivi. Se questi ultimi non sono idonei a un ricorso per cassazione (cioè non denunciano una violazione di legge), il risultato è una declaratoria di inammissibilità. Ciò comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e un’ulteriore somma alla Cassa delle Ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso infondato.

È possibile appellare una sentenza di condanna alla sola pena dell’ammenda?
No, secondo l’art. 593, comma 3, del codice di procedura penale, le sentenze che applicano la sola pena dell’ammenda non sono appellabili. È possibile, tuttavia, proporre direttamente ricorso per cassazione.

Quali motivi si possono presentare in un ricorso per cassazione?
Il ricorso per cassazione può essere basato solo su “violazione di legge”, ovvero su errori nell’applicazione delle norme giuridiche. Non è possibile contestare la ricostruzione dei fatti o la valutazione delle prove effettuata dal giudice di primo grado, in quanto questi sono considerati motivi di merito.

Cosa succede se si propone un appello invece del ricorso per cassazione previsto dalla legge?
Se viene proposto un mezzo di impugnazione diverso da quello previsto (in questo caso, un appello), il giudice converte l’atto nel mezzo corretto. Tuttavia, se i motivi presentati non sono validi per il nuovo mezzo (ad esempio, motivi di fatto in un ricorso per cassazione), il ricorso viene dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati