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Inammissibilità ricorso: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato condannato per i reati di commercio di prodotti con marchi falsi e ricettazione. La decisione si fonda sulla genericità e sulla natura meramente ripetitiva dei motivi di appello, che non si confrontavano criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Questa pronuncia ribadisce il principio fondamentale secondo cui, per superare il vaglio di ammissibilità, un ricorso deve presentare censure specifiche e argomentate, non limitarsi a riproporre le stesse difese già respinte nel grado precedente.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Perché la Specificità è Cruciale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del processo penale: l’inammissibilità del ricorso quando i motivi presentati sono generici, vaghi o una semplice ripetizione di argomentazioni già respinte. Questa decisione offre uno spunto fondamentale per comprendere quali requisiti un atto di impugnazione debba possedere per essere esaminato nel merito, evitando una pronuncia che ne blocchi l’analisi sul nascere.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Contro una Condanna

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello per i reati di commercio di prodotti con marchi falsi (art. 474 c.p.) e ricettazione (art. 648 c.p.). La difesa ha articolato il proprio ricorso per cassazione su due motivi principali: il primo contestava l’errata applicazione della legge penale e il vizio di motivazione della sentenza d’appello; il secondo lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche in misura prevalente sulla recidiva contestata. Inoltre, veniva avanzata una richiesta di declaratoria di estinzione del reato per prescrizione.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Inammissibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha respinto tutte le doglianze, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si basa su una valutazione rigorosa dei requisiti formali e sostanziali che ogni motivo di ricorso deve rispettare, come previsto dal codice di procedura penale. La Corte ha inoltre stabilito che la richiesta di rinvio dell’udienza, presentata dal difensore per un impedimento fisico, non poteva essere accolta, poiché nel giudizio di cassazione la difesa si esercita principalmente attraverso l’atto scritto del ricorso, e la presenza fisica del difensore non era prevista per l’udienza in questione.

Le Motivazioni: La Genericità come Causa di Inammissibilità del Ricorso

Le motivazioni della Corte chiariscono in modo netto perché il ricorso non superava il vaglio di ammissibilità.

Primo Motivo di Ricorso: La Reiterazione delle Censure

Il primo motivo è stato considerato inammissibile perché, invece di formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza d’appello, si limitava a riproporre pedissequamente le stesse questioni già sollevate e puntualmente respinte nel giudizio precedente. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso è ‘apparente’ e ‘non specifico’ quando manca un confronto effettivo con le ragioni del decisum impugnato. In pratica, non basta ripetere le proprie tesi; è necessario spiegare perché la motivazione del giudice di secondo grado sarebbe errata, illogica o carente.

Secondo Motivo e Prescrizione: La Mancanza di Concretezza

Anche il secondo motivo, relativo alle attenuanti generiche, è stato giudicato generico. La Corte ha rilevato che il ricorrente non aveva indicato gli elementi specifici su cui si fondava la sua censura, impedendo di fatto al giudice di legittimità di individuare i rilievi mossi e di esercitare il proprio controllo. Lo stesso vizio di genericità e indeterminatezza è stato riscontrato nella richiesta di declaratoria di prescrizione, ritenuta inoltre manifestamente infondata perché non teneva conto della recidiva qualificata contestata all’imputato.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità negli Atti di Impugnazione

Questa ordinanza è un monito fondamentale per la pratica legale. L’inammissibilità del ricorso non è solo una sanzione processuale, ma la conseguenza logica di un atto che non svolge la sua funzione tipica: quella di una critica concreta, puntuale e argomentata contro un provvedimento giudiziario. Per avere successo, un ricorso in Cassazione non può essere una mera riproposizione delle difese precedenti, ma deve ‘dialogare’ criticamente con la sentenza impugnata, smontandone le argomentazioni punto per punto. In assenza di tale specificità, il ricorso si rivela uno strumento inefficace, destinato a essere respinto con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi erano generici, non specifici e si limitavano a ripetere le argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono ‘generici’ e ‘non specifici’?
Significa che i motivi mancano dei requisiti prescritti dal codice di procedura penale (art. 581 e 591 c.p.p.). Un motivo è generico quando non indica chiaramente gli elementi di fatto e di diritto su cui si fonda la censura, impedendo al giudice di comprendere il rilievo mosso. È non specifico quando non si confronta direttamente con le ragioni della decisione impugnata.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando il ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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