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Inammissibilità ricorso: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per il reato previsto dall’art. 497-ter c.p. I motivi del rigetto si fondano sulla manifesta infondatezza e sulla genericità delle doglianze presentate, che non rispettavano i requisiti di specificità richiesti dalla legge. La Corte ha sottolineato come l’appellante non abbia provato la mancata conoscenza del processo e come le richieste di rinnovazione dell’istruttoria fossero meramente esplorative. Questa ordinanza ribadisce il principio dell’inammissibilità del ricorso quando i motivi sono vaghi e non consentono un’effettiva valutazione da parte del giudice.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Cassazione Respinge l’Appello per Genericità

L’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre un’importante lezione sui requisiti formali di un’impugnazione. Il caso riguarda una pronuncia di inammissibilità del ricorso a causa della genericità e manifesta infondatezza dei motivi presentati. Questa decisione sottolinea l’importanza di redigere atti di appello specifici e ben argomentati per evitare un rigetto in fase preliminare, senza che il giudice entri nel merito della questione.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 497-ter del codice penale, ha presentato ricorso per cassazione lamentando diverse presunte violazioni di legge. I motivi del ricorso si articolavano su tre punti principali:

1. La mancata conoscenza del processo a suo carico, a seguito della rinuncia al mandato da parte del precedente difensore.
2. La mancata rinnovazione dell’istruttoria in appello, dove aveva richiesto di sentire come testimoni alcuni agenti e di essere sottoposto a esame.
3. Una generica violazione di legge e illogicità della motivazione della sentenza di condanna.

La Corte di Appello di Trieste aveva già confermato la condanna emessa dal Tribunale di Gorizia, e il caso è giunto all’attenzione della Suprema Corte per la valutazione finale.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione si fonda sull’analisi di ciascuno dei motivi proposti, ritenuti tutti privi di fondamento o dei requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni del ricorrente, spiegando nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità del ricorso.

Primo Motivo: La Presunta Mancata Conoscenza del Processo

Dagli atti processuali è emerso che l’imputato era stato informato telefonicamente dal suo precedente avvocato della rinuncia al mandato. Nonostante ciò, egli non si era attivato per nominare un nuovo difensore di fiducia né per eleggere un nuovo domicilio. Di conseguenza, la procedura di notifica seguita è stata ritenuta corretta. La Corte ha evidenziato che il ricorrente si è limitato a lamentare una presunta mancanza di conoscenza, senza tuttavia allegare o provare alcuna circostanza concreta a sostegno della sua tesi. Il motivo è stato quindi giudicato manifestamente infondato.

Secondo Motivo: La Richiesta di Rinnovazione dell’Istruttoria

Anche il secondo motivo è stato ritenuto infondato. La Corte ha confermato la valutazione del giudice d’appello, secondo cui le richieste di rinnovazione dell’istruttoria (esame dei Carabinieri e dell’imputato) erano inammissibili. Tali richieste sono state definite generiche, meramente esplorative e superflue alla luce degli indizi già raccolti nel corso del processo. La rinnovazione dell’istruttoria in appello non è un diritto automatico, ma una facoltà del giudice da esercitare solo quando assolutamente necessaria ai fini della decisione.

Terzo Motivo: La Genericità dell’Impugnazione

L’ultimo motivo, relativo alla violazione di legge e al vizio di motivazione, è stato considerato generico per indeterminatezza. Secondo la Corte, il ricorso non rispettava i requisiti dell’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale. A fronte di una motivazione della sentenza d’appello ritenuta logica e corretta, il ricorrente non ha indicato gli elementi specifici alla base della sua censura. In pratica, non ha fornito al giudice gli strumenti per individuare i rilievi mossi alla sentenza e per esercitare il proprio sindacato, rendendo così inevitabile la dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza è un chiaro monito sull’importanza della diligenza e della specificità nella redazione degli atti di impugnazione. Non è sufficiente lamentare genericamente una violazione di legge o un’ingiustizia; è necessario articolare le proprie doglianze in modo chiaro, preciso e supportato da elementi concreti. La mancata attivazione dell’imputato dopo la rinuncia del difensore e la presentazione di richieste istruttorie vaghe o esplorative sono comportamenti che possono compromettere irrimediabilmente l’esito di un ricorso. Per i professionisti del diritto, questa decisione ribadisce la necessità di un’analisi approfondita della sentenza impugnata per formulare motivi di ricorso che superino il vaglio preliminare di ammissibilità.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando non indica gli elementi specifici che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice di individuare i rilievi mossi alla sentenza impugnata e di esercitare il proprio sindacato, come previsto dall’art. 581, comma 1, lett. c) c.p.p.

La rinuncia al mandato da parte del difensore obbliga l’imputato a fare qualcosa?
Sì. Secondo quanto emerge dalla decisione, l’imputato che viene informato della rinuncia al mandato del proprio difensore deve attivarsi per nominare un nuovo legale di fiducia o per eleggere un nuovo domicilio. La sua inerzia non vizia la procedura di notifica eseguita successivamente.

È sempre possibile chiedere di sentire nuovi testimoni in appello?
No. La richiesta di rinnovazione dell’istruttoria in appello, come l’esame di nuovi testimoni, può essere dichiarata inammissibile dal giudice se ritenuta generica, meramente esplorativa o superflua alla luce delle prove già acquisite nel corso del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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