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Inammissibilità ricorso: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 43607/2024, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un’imputata condannata per ricettazione. La decisione si fonda sulla mancanza di specificità dei motivi di appello, che si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. Questo provvedimento ribadisce il rigoroso onere per il ricorrente di formulare censure precise e pertinenti, pena l’inammissibilità del ricorso.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando i Motivi non sono Specifici

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del processo penale: l’importanza della specificità dei motivi di ricorso. Quando un’impugnazione non si confronta adeguatamente con la decisione del giudice precedente, il rischio concreto è una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questo significa che la Corte non entrerà nemmeno nel merito della questione, confermando di fatto la sentenza impugnata. Analizziamo insieme questa decisione per capire quali sono i requisiti essenziali per un ricorso efficace.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Il caso nasce dal ricorso presentato da un’imputata contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli, che l’aveva condannata per il reato di ricettazione. La difesa aveva sollevato diverse questioni, tra cui la presunta insussistenza del dolo (cioè dell’intenzione di commettere il reato) e la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale. Inoltre, venivano contestati il diniego delle circostanze attenuanti generiche e la valutazione sulla recidiva.

La ricorrente, in sostanza, chiedeva alla Corte di Cassazione di riesaminare le valutazioni di merito già compiute nei primi due gradi di giudizio. Tuttavia, come vedremo, il modo in cui sono state presentate queste censure è stato il punto cruciale della decisione.

I Requisiti per l’Ammissibilità del Ricorso

La Corte Suprema ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso basandosi su un concetto chiave: la mancanza di specificità dei motivi. Secondo i giudici, non è sufficiente presentare argomentazioni generiche o, peggio ancora, limitarsi a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello.

Un ricorso è specifico solo quando instaura un dialogo critico con la sentenza impugnata. Deve:
1. Identificare con precisione le parti della motivazione che si contestano.
2. Spiegare in modo chiaro le ragioni giuridiche e fattuali per cui si ritiene che il giudice abbia sbagliato.
3. Evitare di essere una mera ripetizione di argomenti già vagliati, senza aggiungere nuovi elementi di critica pertinenti alla motivazione della sentenza di secondo grado.

Nel caso in esame, la Cassazione ha rilevato che i motivi erano totalmente scollegati dalla complessa argomentazione della Corte d’Appello, trasformandosi in una sterile riproposizione delle difese precedenti. Questo comportamento processuale non è consentito e porta inevitabilmente a una pronuncia di inammissibilità.

La Valutazione sulla Pena e le Attenuanti

Anche il motivo relativo alla determinazione della pena e al diniego delle attenuanti generiche è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la graduazione della pena è un potere discrezionale del giudice di merito. Questo potere non è sindacabile in sede di legittimità, a meno che la decisione non sia frutto di un ragionamento palesemente illogico o arbitrario.

Il giudice non è tenuto ad analizzare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma può concentrarsi su quelli ritenuti decisivi. Se la motivazione è sufficiente e coerente, come nel caso di specie, ogni altra argomentazione della difesa si considera implicitamente superata.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni dell’ordinanza si concentrano sull’articolo 581 del codice di procedura penale, che disciplina i requisiti dell’atto di impugnazione. La Corte ha sottolineato che l’inammissibilità del ricorso non deriva solo dalla genericità o indeterminatezza dei motivi, ma anche dalla mancanza di correlazione tra le ragioni dell’impugnazione e quelle esposte nella decisione contestata. L’appellante non può ignorare le argomentazioni del giudice censurato, ma deve confrontarsi con esse in modo puntuale. Riprodurre meramente le doglianze dell’appello, come avvenuto nel caso specifico, equivale a non presentare una critica specifica, violando così i requisiti di legge. La Corte ha inoltre evidenziato come il giudice di merito abbia ampiamente e correttamente vagliato gli argomenti difensivi, rendendo le censure della ricorrente del tutto reiterate e, quindi, inammissibili.

Le Conclusioni

La decisione finale è stata la declaratoria di inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: l’accesso alla Corte di Cassazione è riservato a censure specifiche e pertinenti, che dimostrino un vizio logico o giuridico nella sentenza impugnata. Non è una terza istanza di merito dove poter ridiscutere i fatti. La preparazione di un ricorso richiede un’analisi approfondita e critica della decisione che si intende contestare, pena la sua inefficacia e ulteriori costi per l’imputato.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato non specifico?
Un ricorso è considerato non specifico non solo quando i motivi sono generici o indeterminati, but anche quando non c’è una correlazione critica tra le argomentazioni del ricorrente e le motivazioni della sentenza impugnata. È necessario un confronto puntuale con la decisione del giudice precedente, non una mera riproposizione delle stesse difese.

È sufficiente ripetere in Cassazione gli stessi motivi dell’appello?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che riprodurre meramente le doglianze difensive già presentate e respinte in appello, senza confrontarsi con le argomentazioni della sentenza di secondo grado, rende il ricorso inammissibile per mancanza di specificità.

Qual è il potere del giudice nella determinazione della pena?
La graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Questa decisione non è sindacabile in Cassazione se non è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento illogico e se è sorretta da una motivazione sufficiente. Il giudice può limitarsi a enunciare gli elementi ritenuti determinanti per la sua scelta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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