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Inammissibilità ricorso: i limiti della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato condannato per incendio boschivo. L’appello contestava la quantificazione della pena e il mancato riconoscimento di un’attenuante. La Corte ha ritenuto le motivazioni del ricorso troppo generiche, confermando che la valutazione del danno non può limitarsi all’aspetto patrimoniale in reati che ledono anche l’ambiente e la sicurezza pubblica.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando la Contestazione sulla Pena è Troppo Generica

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante spunto di riflessione sui requisiti di specificità dei motivi di impugnazione, ribadendo un principio fondamentale: una contestazione generica sulla quantificazione della pena porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Il caso in esame riguarda una condanna per il grave reato di incendio boschivo, dove l’imputato lamentava un trattamento sanzionatorio a suo dire eccessivo e il mancato riconoscimento di un’attenuante.

I Fatti del Caso

L’imputato, dopo la condanna in secondo grado da parte della Corte di Appello, ha proposto ricorso per Cassazione. Il fulcro della sua difesa si concentrava su due punti principali: la violazione dei criteri di determinazione della pena, secondo l’art. 133 del codice penale, e il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di particolare tenuità, prevista dall’art. 62 n. 4 c.p. La Corte di Appello aveva già concesso le attenuanti generiche nella massima estensione possibile, diminuendo significativamente la pena base, ma aveva ritenuto di non poter applicare l’ulteriore riduzione per la lieve entità del danno.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Inammissibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che le doglianze dell’imputato non superavano il vaglio di ammissibilità perché formulate in termini generici. Invece di contestare punto per punto le argomentazioni logico-giuridiche della sentenza d’appello, il ricorrente si era limitato a dolersi genericamente della pena inflitta, senza affrontare le specifiche motivazioni addotte dai giudici di merito. Questo approccio è stato giudicato insufficiente per innescare una rivalutazione da parte della Corte di legittimità, il cui compito non è riesaminare il fatto, ma verificare la corretta applicazione della legge.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato in modo chiaro le ragioni alla base della sua decisione. In primo luogo, ha evidenziato come la Corte di Appello avesse correttamente motivato la propria scelta sul trattamento sanzionatorio. La pena base era stata fissata nel minimo edittale per il reato più grave (incendio boschivo, art. 423-bis c.p.) e poi ulteriormente ridotta grazie alle attenuanti generiche.

Il punto cruciale, tuttavia, riguarda il rigetto dell’attenuante del danno di particolare tenuità. I giudici hanno sottolineato che il reato di incendio boschivo non offende solo il patrimonio, ma lede una pluralità di beni giuridici di importanza primaria, come la pubblica incolumità e l’integrità dell’ambiente. Pertanto, la valutazione della “tenuità” del danno non può limitarsi al solo aspetto economico-patrimoniale. Inoltre, nel caso specifico, le dimensioni dell’incendio erano state giudicate “non modeste”. Il ricorrente, nel suo atto, non aveva minimamente affrontato questo aspetto cruciale della natura plurioffensiva del reato, rendendo la sua contestazione priva di fondamento e di specificità.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso in Cassazione deve essere specifico e pertinente. Non è sufficiente lamentarsi genericamente di una pena ritenuta ingiusta; è necessario smontare analiticamente il ragionamento del giudice di merito, evidenziando vizi di legge o di motivazione. La decisione sottolinea inoltre che, nella valutazione di alcune fattispecie di reato, come quelle ambientali, la nozione di “danno” va intesa in senso ampio, includendo anche le lesioni a beni giuridici non patrimoniali. Per gli operatori del diritto, ciò significa che l’argomentazione a sostegno di un’attenuante deve sempre tenere conto della natura complessa del reato contestato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché le contestazioni erano generiche e non affrontavano specificamente le motivazioni della sentenza impugnata, in particolare riguardo alla natura plurioffensiva del reato di incendio boschivo.

Per quale motivo non è stata concessa l’attenuante del danno di particolare tenuità?
L’attenuante non è stata concessa perché il reato di incendio boschivo lede beni giuridici diversi dal solo patrimonio (come la sicurezza pubblica e l’ambiente) e perché le dimensioni concrete dell’incendio non sono state ritenute modeste.

Cosa comporta una dichiarazione di inammissibilità del ricorso per colpa del ricorrente?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver proposto un’impugnazione infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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