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Inammissibilità ricorso: i limiti della Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 25/03/2025, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una condanna della Corte d’Appello. I motivi, basati sulla valutazione delle prove e sulla congruità della pena, sono stati ritenuti estranei al giudizio di legittimità. La decisione ribadisce che la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la logicità della motivazione del giudice di merito.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione Non Può Riesaminare i Fatti

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito. La vicenda offre uno spunto prezioso per comprendere i confini del sindacato della Suprema Corte e le ragioni che portano alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questo articolo analizza la decisione, evidenziando perché le censure relative alla valutazione delle prove e alla congruità della pena non possono trovare spazio in sede di Cassazione, se non a condizioni molto specifiche.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna della Corte d’Appello. La difesa sollevava due principali doglianze:
1. Una presunta violazione della legge penale e una manifesta contraddittorietà della motivazione, in quanto i giudici di merito avrebbero erroneamente escluso la destinazione all’uso personale della sostanza sequestrata.
2. Un’erronea applicazione della legge penale (con specifico riferimento all’art. 133 c.p.) e un vizio di motivazione riguardo alla determinazione della pena inflitta.

In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Cassazione di riesaminare le prove per giungere a una diversa qualificazione del fatto e di riconsiderare l’adeguatezza della sanzione applicata.

I Limiti del Giudizio di Legittimità e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte Suprema ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso per entrambe le censure, ribadendo la natura del proprio giudizio. La prima doglianza, relativa alla destinazione della sostanza, è stata respinta perché investiva profili di valutazione della prova e di ricostruzione del fatto, attività riservate esclusivamente al giudice di merito. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di primo e secondo grado, ma può solo verificare che la motivazione sia congrua, logica e non manifestamente contraddittoria. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente giustificato la sua decisione basandosi su elementi fattuali come il dato ponderale della sostanza, la sua suddivisione in dosi e le modalità di detenzione.

La Valutazione sulla Congruità della Pena

Anche il secondo motivo, riguardante la dosimetria della pena, è stato giudicato inammissibile. La Corte ha sottolineato che la determinazione della pena è una valutazione discrezionale del giudice di merito e non è censurabile in Cassazione se non per manifesta illogicità o arbitrarietà. La giurisprudenza consolidata, citata nell’ordinanza, ammette persino l’uso di formule sintetiche (come “si ritiene congrua”) per motivare la sanzione, specialmente quando questa sia stata fissata in misura inferiore alla media edittale, come avvenuto nel caso in esame.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su principi procedurali consolidati. Le censure del ricorrente non rientravano nel numerus clausus dei vizi deducibili in sede di legittimità, ma si traducevano in una richiesta di nuova valutazione del merito della causa. I giudici hanno ritenuto che la sentenza d’appello avesse seguito un iter logico-giuridico corretto e coerente, esaminando tutte le argomentazioni difensive e giungendo a conclusioni basate su un’analisi approfondita delle risultanze processuali. Pertanto, non sussistendo vizi di legittimità (come violazioni di legge o difetti di motivazione qualificati), il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza è un chiaro monito sull’importanza di strutturare un ricorso per cassazione esclusivamente su vizi di legittimità. La Suprema Corte non è un “terzo giudice” dei fatti. Tentare di ottenere una nuova valutazione delle prove o della congruità della pena si scontra con i limiti intrinseci del suo ruolo. La decisione conferma che, in assenza di una motivazione palesemente illogica o contraddittoria da parte dei giudici di merito, le loro conclusioni sui fatti e sulla pena sono insindacabili. La conseguenza dell’inammissibilità è severa: la condanna diventa definitiva e il ricorrente è tenuto al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione delle prove fatta dal giudice di merito?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o la ricostruzione dei fatti. Il suo compito è verificare che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, coerente e non contraddittoria. Un ricorso che mira a una nuova valutazione dei fatti è, come in questo caso, inammissibile.

Come viene valutata dalla Cassazione la congruità della pena?
La determinazione della pena è un potere discrezionale del giudice di merito. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione è del tutto assente, palesemente illogica o frutto di mero arbitrio. Secondo la giurisprudenza, è sufficiente anche una motivazione sintetica, soprattutto se la pena è fissata al di sotto della media edittale.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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