Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione non Riesamina il Merito
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12074 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una nuova valutazione dei fatti. Il caso in esame riguarda l’inammissibilità del ricorso presentato da un condannato a cui era stata negata la misura alternativa dell’affidamento in prova. Questa pronuncia offre spunti importanti sui criteri di valutazione della pericolosità sociale e sui limiti del sindacato della Suprema Corte.
I Fatti del Caso: La Richiesta di Affidamento in Prova
Un soggetto condannato aveva richiesto al Tribunale di Sorveglianza di Roma di essere ammesso alla misura dell’affidamento in prova al servizio sociale, una delle più ampie misure alternative alla detenzione. Questa misura permette di scontare la pena al di fuori del carcere, seguendo un percorso di reinserimento monitorato. Tuttavia, il Tribunale di Sorveglianza aveva respinto la sua istanza.
La Decisione del Tribunale di Sorveglianza e l’inammissibilità del ricorso
Il Tribunale di Sorveglianza aveva basato la sua decisione negativa su una serie di elementi concreti. In particolare, i giudici avevano evidenziato:
* I numerosi precedenti penali del condannato.
* Le pendenze giudiziarie ancora a suo carico.
* Le informazioni negative fornite dalle forze di polizia.
* Un episodio di evasione commesso durante un periodo di arresti domiciliari.
Secondo il Tribunale, questo quadro complessivo dimostrava una spiccata inaffidabilità e una persistente pericolosità sociale, tali da non consentire una prognosi favorevole circa la sua futura astensione dal commettere reati. Di fronte a questo diniego, il condannato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e vizi di motivazione.
L’inammissibilità del ricorso in Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il ricorrente non stava denunciando reali violazioni di legge, ma stava cercando di ottenere una diversa e più favorevole valutazione degli stessi elementi di fatto già esaminati dal Tribunale di Sorveglianza. Questo tentativo, però, si scontra con la natura stessa del giudizio di Cassazione.
Il Ruolo del Giudizio di Legittimità
La Corte ha ricordato che il suo compito non è quello di riesaminare il merito della vicenda, ma di verificare che il giudice precedente abbia applicato correttamente la legge e abbia motivato la sua decisione in modo logico e coerente. Nel caso di specie, la motivazione del Tribunale di Sorveglianza è stata ritenuta adeguata, logica e priva di vizi.
Le Motivazioni della Corte
La Cassazione ha evidenziato come il ragionamento del Tribunale di Sorveglianza fosse ineccepibile. La valutazione complessiva degli elementi a carico del condannato (precedenti, pendenze, evasione) giustificava ampiamente la conclusione di inaffidabilità e pericolosità sociale. Respingere la richiesta di affidamento in prova, in un contesto simile, non rappresenta una violazione di legge, ma una corretta applicazione dei principi che regolano la concessione delle misure alternative. Sollecitare una diversa interpretazione di questi fatti in sede di legittimità è un’operazione non consentita, che porta inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza conferma che la valutazione sulla concessione delle misure alternative alla detenzione è un giudizio complesso, affidato al prudente apprezzamento del giudice di sorveglianza. Tale valutazione, se fondata su elementi concreti e sorretta da una motivazione logica, non è sindacabile in Cassazione. Per i condannati e i loro difensori, ciò significa che un ricorso ha possibilità di successo solo se si denunciano reali errori di diritto o palesi illogicità nella motivazione, e non se ci si limita a proporre una lettura alternativa dei fatti. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Perché il ricorso del condannato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di denunciare reali violazioni di legge o vizi di motivazione, il ricorrente chiedeva alla Corte di Cassazione una nuova e diversa valutazione degli elementi di fatto già esaminati dal Tribunale di Sorveglianza. Questo tipo di richiesta esula dalle competenze della Corte, che svolge un giudizio di legittimità e non di merito.
Quali elementi ha considerato il Tribunale di Sorveglianza per negare l’affidamento in prova?
Il Tribunale ha basato la sua decisione su diversi elementi: i numerosi precedenti penali del condannato, le pendenze giudiziarie a suo carico, le informazioni negative provenienti dalle forze di polizia e un episodio di evasione commesso durante gli arresti domiciliari. Questi fattori sono stati ritenuti indicativi di inaffidabilità e persistente pericolosità sociale.
Cosa significa che la Corte di Cassazione svolge un “giudizio di legittimità” e non di merito?
Significa che la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti del caso per decidere chi ha torto o ragione. Il suo compito è esclusivamente quello di controllare che i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente le leggi e abbiano fornito una motivazione logica e coerente per le loro decisioni, senza entrare in una nuova valutazione delle prove e delle circostanze.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12074 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12074 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 07/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME ( CUI CODICE_FISCALE ) nato il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 25/10/2023 del TRIB. SORVEGLIANZA di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti.
Esaminati il ricorso e la ordinanza impugnata.
Rilevato che il ricorso di NOME COGNOME sollecita apprezzamenti di merito estranei al giudizio di legittimità e, laddove denuncia violazione di legge e vizi motivazionali, è comunque manifestamente infondato;
Considerato infatti che il Tribunale di sorveglianza di Roma, con motivazione adeguata ed esente da vizi logici, ha respinto la domanda di affidamento in prova ritenendo di non potere formulare una prognosi di non recidivanza nei confronti del condannato alla luce dei suoi numerosi precedenti penali, delle pendenze risultanti a suo carico, del tenore delle informazioni inviate dalle forze di polizia e tenuto conto della evasione da lui commessa nel corso degli arresti domiciliari, elementi complessivamente valutati come la conferma della sua inaffidabilità e della sua persistente pericolosità sociale;
Rilevato che il condannato, rispetto a tale logico ragionamento svolto dal Tribunale di sorveglianza di Roma, pur lamentando la violazione di legge ed il vizio di motivazione, sollecita una differente (ed inammissibile) valutazione degli elementi di merito coerentemente esaminati dal giudice a quo per respingere la sua richiesta di ammissione alla più ampia fra le misure alternative alla detenzione;
Ritenuto, pertanto, che deve essere dichiarata l’inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 7 marzo 2024.