LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso generico: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso generico presentato contro la determinazione della pena in un caso di stupefacenti. La Corte ha ritenuto le motivazioni dell’appello troppo astratte e non correlate alla sentenza impugnata, che si basava sulla notevole quantità di cocaina sequestrata (quasi 60 grammi) e sui precedenti penali dell’imputato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso generico: quando l’appello è inefficace

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’inammissibilità del ricorso generico. Quando i motivi di appello sono formulati in modo astratto e non si confrontano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, il ricorso non può essere accolto. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’imputato contestava la determinazione della pena inflittagli, sostenendo una violazione di legge e un vizio di motivazione. La condanna era legata al sequestro di una notevole quantità di sostanza stupefacente.

La Corte d’Appello aveva giudicato la pena congrua, basando la propria decisione su due elementi chiave:
1. Il dato quantitativo della cocaina sequestrata, pari a quasi 60 grammi di principio attivo, corrispondenti a 346 dosi medie giornaliere.
2. I numerosi precedenti penali a carico dell’imputato.

Il ricorrente, nel suo appello in Cassazione, non ha contestato in modo specifico questi punti, ma ha sollevato critiche generiche.

La Decisione della Cassazione: focus sull’inammissibilità del ricorso generico

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione principale risiede nella sua natura “totalmente generica”. I giudici hanno evidenziato come le argomentazioni del ricorrente fossero semplici “proposizioni astratte”, completamente slegate dal percorso logico-giuridico seguito dalla Corte d’Appello. Un ricorso, per essere ammissibile, deve instaurare un dialogo critico con la sentenza che si intende impugnare, evidenziandone le specifiche lacune o errori, cosa che in questo caso non è avvenuta.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha sottolineato che la motivazione della sentenza di secondo grado era chiara, logica e priva di vizi manifesti. La pena era stata ritenuta adeguata alla luce di elementi oggettivi e inconfutabili: l’ingente quantitativo di droga, indicativo di una significativa pericolosità sociale, e la storia criminale dell’imputato. Il ricorso, non riuscendo a scalfire la solidità di queste argomentazioni, è risultato inefficace.

Inoltre, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Stante l’inammissibilità e l’assenza di prove che l’errore fosse incolpevole (richiamando una sentenza della Corte Costituzionale), la Cassazione ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza il principio secondo cui il diritto di impugnazione deve essere esercitato con serietà e precisione. Non è sufficiente una generica lamentela per ottenere una revisione della sentenza. È necessario formulare critiche puntuali, pertinenti e argomentate, che dimostrino un’effettiva illogicità o violazione di legge nel provvedimento impugnato. In mancanza di tali requisiti, il risultato è l’inammissibilità del ricorso generico, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, confermando la definitività della decisione precedente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto totalmente generico, essendo articolato in proposizioni astratte che non si correlavano specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Quali elementi ha considerato la corte d’appello per ritenere la pena congrua?
La corte d’appello ha basato la sua valutazione sulla congruità della pena su due fattori principali: il considerevole quantitativo di cocaina sequestrata (quasi 60 grammi di principio attivo, equivalenti a 346 dosi) e i plurimi precedenti penali dell’imputato.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di € 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati