Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 11767 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 11767 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/02/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato a TRASACCO il DATA_NASCITA avverso la sentenza del 16/06/2023 della CORTE di APPELLO di ANCONA visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
il procedimento si celebra con contraddittorio scritto ai sensi dell’art. 23, comma 8, del d.l. n. 137 del 2020, il Pubblico Ministero, in persona del AVV_NOTAIO generale NOME AVV_NOTAIO ha concluso chiedendo l’inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di appello di Ancona confermava la condanna di NOME COGNOME per il reato di tentata truffa. Si contestava allo stesso di avere indotto NOME COGNOME, commerciante, che aveva venduto due vasi, del costo di tredicimila euro l’uno, a lei consegnati in conto vendita dal complice COGNOME, chiedendole denaro contante (euro settemila) quale
compenso per la vendita, invero fittizia. L’operazione non riusciva per ragioni indipendenti dalla volontà di COGNOME, dato che la persona offesa non cedeva alle pretese di denaro e chiamava le forze dell’ordine.
Avverso tale sentenza proponeva ricorso per cassazione il difensore che deduceva:
2.1. violazione di legge e vizio di motivazione: la Corte d’appello non avrebbe tenuto in considerazione le esigenze avanzate con la prima impugnazione circa la carenza di prove a sostegno della responsabilità e la necessità di compiere ulteriori accertamenti in ordine agli elementi integrativi del reato.
Nel caso in esame ricorrente si doleva della carenza della motivazione in ordine alla dimostrazione del “concorso” del ricorrente nel reato contestato senza valutare che le due sentenze conformi di merito avevano chiaramente indicato quali erano gli elementi a sostegno della responsabilità.
2.1.1. Il ricorso non supera la soglia di ammissibilità in quanto generico. Secondo l’orientamento della Corte di cassazione, che il collegio condivide, per l’appello, come per ogni altro gravame, il combinato disposto degli art. 581 comma primo lett. c) e 591 comma primo lett. c) del codice di rito comporta la inammissibilità dell’impugnazione in caso di genericità dei relativi motivi. Per escludere tale patologia è necessario che l’atto individui il “punto” che intende devolvere alla cognizione del giudice di appello, enucleandolo con puntuale riferimento alla motivazione della sentenza impugnata, e specificando tanto i motivi di dissenso dalla decisione appellata che l’oggetto della diversa deliberazione sollecitata presso il giudice del gravame (Sez. 6, n. 13261 del 6.2.2003, COGNOME, Rv 227195; Sez. 4, n. 40243 del 30/09/2008, COGNOME, Rv. 241477; Sez. 6, n. 32227 del 16/07/2010, T., Rv. 248037, Sez. 6, n. 800 06/12/2011, dep. 2012, COGNOME, Rv. 251528). Peraltro, in materia, le sezioni unite della Corte di cassazione hanno stabilito che l’ appello, al pari del ricorso per cassazione, è inammissibile per difett di specificità dei motivi quando non risultano esplicitamente enunciati e argomentati i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto o di diritto poste a fondamento della decisione impugnat fermo restando che tale onere di specificità, a carico dell’impugnante, è direttamente proporzionale alla specificità con cui le predette ragioni sono state esposte nel provvedimento impugnato (Sez. U., n. 8825 del 27/10/2016, COGNOME, Rv. 268822). Corte di Cassazione – copia non ufficiale
Invero, secondo la conforme e razionale interpretazione delle prove effettuata dai giudici di merito le modalità della truffa erano tali da indicare un sicuro collegamento tr COGNOME e COGNOME, come risultava confermato dalla stringente sequenza temporale della condotta truffaldina (consegna dei vasi, visita di COGNOME, richiesta di denaro, irreperibili sia di COGNOME che di COGNOME).
Rispetto a tale esaustiva motivazione le doglianze proposte con il ricorso si prese generiche e, come anticipato, non consentono al ricorso di superare la sogl ammissibilità.
3.Alla dichiarata inammissibilità del ricorso consegue, per il disposto dell’art. 6 proc. pen., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali nonc versamento, in favore della Cassa delle ammende, di una somma che si determin equitativamente in euro tremila.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle s processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il giorno 21 febbraio 2024
L’estensore