LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso generico in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato condannato per tentato furto. Il ricorso è stato giudicato del tutto generico, poiché si limitava a lamentare la mancata concessione delle attenuanti generiche e l’eccessività della pena senza formulare censure specifiche contro la sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: quando la genericità costa caro

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’importanza della specificità dei motivi di impugnazione. Presentare un ricorso basato su lamentele vaghe e non ancorate alla decisione impugnata porta a una sola conseguenza: l’inammissibilità del ricorso stesso, con ulteriori oneri economici per il ricorrente. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere perché la precisione e la pertinenza delle censure legali non sono un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di difesa in sede di legittimità.

I fatti del caso

Un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Roma per il delitto di tentato furto aggravato, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Le sue doglianze si concentravano su due punti principali: la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche e l’eccessività del trattamento sanzionatorio applicato dai giudici di merito. L’imputato, tuttavia, formulava le sue critiche in modo generale, senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni contenute nella sentenza di appello.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 12418/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno qualificato i motivi proposti come ‘del tutto generici e versati in fatto’. In altre parole, il ricorrente non ha sollevato questioni di diritto o vizi logici della sentenza, ma si è limitato a presentare affermazioni astratte e a sostenere ‘apoditticamente’ (cioè senza prove o argomentazioni) che la pena fosse troppo severa. Questo approccio è stato ritenuto del tutto inefficace a scalfire la validità della decisione impugnata.

L’importanza della specificità e l’inammissibilità del ricorso: le motivazioni

La Corte ha sottolineato che un ricorso per Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere censure specifiche e correlate al caso concreto. Non è sufficiente denunciare una generica ‘violazione di legge’ o un ‘vizio di motivazione’. È necessario indicare con precisione quale norma sarebbe stata violata e in che modo, oppure quale passaggio della motivazione della sentenza precedente sarebbe illogico o contraddittorio. Le lamentele astratte, che potrebbero adattarsi a qualsiasi altra sentenza, non costituiscono un valido motivo di ricorso. Richiamando consolidati orientamenti giurisprudenziali, la Corte ha ribadito che l’impugnazione non può risolversi in una mera riproposizione di richieste già respinte, ma deve contenere una critica argomentata e puntuale del provvedimento che si intende contestare.

Conclusioni: Le conseguenze pratiche

La declaratoria di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha ravvisato ‘profili di colpa’ nella proposizione di un’impugnazione ‘evidentemente inammissibile’, condannando l’imputato anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito: il diritto di impugnazione deve essere esercitato con serietà e competenza tecnica, poiché un ricorso infondato o mal formulato non solo non produce alcun risultato utile, ma comporta anche significative sanzioni economiche.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano del tutto generici, basati su affermazioni di fatto non correlate al caso specifico e privi di critiche effettive e puntuali alla decisione della Corte d’Appello.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base alla decisione, chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile per colpa evidente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

Cosa si intende per motivo di ricorso ‘generico’ secondo la Corte?
Un motivo di ricorso è considerato ‘generico’ quando si affida ad asserti non correlati al caso di specie, che non contengono censure effettive alla decisione impugnata e si limitano ad affermare apoditticamente, senza argomentazioni, l’eccessività della pena o la violazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati