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Inammissibilità ricorso generico: il caso Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19032/2024, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per riciclaggio. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, i quali non contestavano in modo specifico le argomentazioni della sentenza di secondo grado. Il caso evidenzia l’importanza di formulare censure precise e dettagliate per superare il vaglio di ammissibilità in sede di legittimità.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Quando un Appello è Troppo Generico?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: un ricorso, per essere esaminato, non può limitarsi a una generica contestazione. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti di specificità dei motivi di appello e le conseguenze della loro mancanza, come la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Analizziamo insieme la vicenda e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il reato di riciclaggio. L’imputato era stato ritenuto responsabile di aver ostacolato l’identificazione della provenienza illecita di un veicolo, provento di una rapina, apponendovi la targa di un’altra automobile appartenente a un suo familiare. La Corte d’Appello aveva confermato la responsabilità penale, basando la sua decisione su una motivazione ritenuta logica e sufficiente, come evidenziato in particolare nelle pagine 3 e 4 della sentenza impugnata.

L’Appello alla Corte di Cassazione

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e una manifesta illogicità della motivazione. Tuttavia, secondo i giudici di legittimità, il ricorso presentato non superava la soglia di ammissibilità.

Inammissibilità Ricorso: le ragioni della Corte Suprema

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le censure mosse dall’imputato sono state giudicate del tutto generiche. L’atto di appello, infatti, non enunciava né argomentava in modo esplicito e specifico i rilievi critici contro le ragioni di fatto e di diritto che fondavano la decisione della Corte d’Appello. In altre parole, il ricorrente si era limitato a contestare la conclusione senza smontare, pezzo per pezzo, il ragionamento logico-giuridico che l’aveva sorretta.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è chiara e didattica. Un ricorso per Cassazione non può essere una semplice riproposizione delle proprie tesi difensive o una generica lamentela sull’esito del giudizio. È necessario che l’appellante individui con precisione i vizi della sentenza impugnata, che siano essi violazioni di legge o difetti logici manifesti nel percorso argomentativo del giudice. Nel caso di specie, la sentenza di secondo grado era stata considerata ben motivata, sufficiente e non illogica, avendo anche esaminato adeguatamente le deduzioni della difesa. Il ricorso, non riuscendo a scalfire questa struttura, è stato inevitabilmente respinto in rito.

Le Conclusioni

La decisione in esame sottolinea un principio cruciale: la specificità dei motivi è un requisito essenziale per l’ammissibilità di un ricorso. La genericità delle censure porta a una declaratoria di inammissibilità, con la conseguenza che il merito della questione non viene nemmeno discusso. Per il ricorrente, ciò si è tradotto non solo nella conferma della condanna, ma anche nell’obbligo di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo provvedimento serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi, dettagliati e tecnicamente ineccepibili.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte erano del tutto generiche e non contestavano in modo specifico e argomentato le ragioni di fatto e di diritto poste a fondamento della decisione impugnata.

In cosa consisteva il reato di riciclaggio contestato?
Il reato consisteva nell’aver apposto la targa di un’automobile di proprietà di un familiare su un altro veicolo che era provento di una rapina, al fine di ostacolarne l’identificazione della provenienza illecita.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito dell’inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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