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Inammissibilità ricorso generico: il caso Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che lamentava una pena eccessiva per un reato di droga. La decisione si fonda sulla genericità del ricorso, che non criticava specificamente le motivazioni della sentenza impugnata ma si limitava a contestare l’entità della sanzione. La Corte ha sottolineato che la pena era stata adeguatamente giustificata in base alla gravità dei fatti e ai precedenti dell’imputato. L’ordinanza ribadisce che l’inammissibilità del ricorso generico preclude anche la valutazione di un’eventuale prescrizione del reato.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Generico: Quando l’Appello è Destinato a Fallire

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 18769/2024) offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità di un ricorso, specialmente quando si contesta l’eccessività della pena. Il caso in esame dimostra come una critica non specifica e non argomentata conduca inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso generico, con conseguenze significative per l’imputato, inclusa l’impossibilità di far valere la prescrizione del reato.

I Fatti del Caso: La Contestazione sulla Misura della Pena

Il ricorrente aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello di Bari, con la quale era stato condannato per un reato previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90, relativo a fatti di lieve entità in materia di stupefacenti. L’unico motivo di ricorso sollevato dinanzi alla Suprema Corte era l’eccessività della pena inflitta, ritenuta sproporzionata e distante dal minimo edittale di sei mesi di reclusione previsto per quella fattispecie di reato.

L’imputato, tuttavia, si era limitato a lamentare la severità della sanzione senza fornire un’analisi critica e dettagliata delle motivazioni addotte dal giudice di secondo grado per giustificare la propria decisione.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso Generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su tre pilastri argomentativi che evidenziano la debolezza strutturale dell’impugnazione proposta.

La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una terza istanza di merito. Il suo compito non è quello di ricalibrare la pena secondo un diverso apprezzamento, ma di verificare la legalità e la logicità della motivazione con cui il giudice di merito ha esercitato il proprio potere discrezionale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha articolato le ragioni della sua decisione in modo chiaro, offrendo una guida preziosa per la redazione di ricorsi efficaci.

La Genericità del Motivo di Ricorso

Il primo e fondamentale motivo di inammissibilità risiede nella genericità dell’impugnazione. Il ricorrente non aveva considerato né la condotta specifica contestata né la propria personalità, elementi che il giudice di merito aveva invece valorizzato. Inoltre, mancava un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso efficace deve demolire l’impianto argomentativo del giudice, non limitarsi a esprimere un semplice dissenso.

La Corretta Giustificazione della Pena

In secondo luogo, la Corte ha osservato che la pena, sebbene superiore al minimo, era comunque inferiore alla media edittale e, soprattutto, era stata sufficientemente giustificata. I giudici di merito avevano infatti sottolineato la gravità della condotta (detenzione di stupefacenti di diverso tipo) e la personalità negativa dell’imputato, gravato da precedenti penali. Questi elementi, previsti dall’art. 133 c.p., costituiscono una motivazione idonea e non manifestamente illogica, insindacabile in sede di legittimità.

Gli Effetti dell’Inammissibilità sulla Prescrizione

Infine, la Corte ha ribadito un principio consolidato: l’inammissibilità originaria del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale. Di conseguenza, preclude al giudice di legittimità la possibilità di rilevare un’eventuale causa di estinzione del reato, come la prescrizione, intervenuta successivamente alla sentenza di secondo grado. La presentazione di un ricorso inammissibile cristallizza la situazione giuridica, rendendo definitiva la condanna.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma che la redazione di un ricorso per cassazione richiede rigore tecnico e argomentativo. Non è sufficiente contestare genericamente una decisione per ottenere un nuovo esame. È necessario individuare specifiche violazioni di legge o vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata. In caso contrario, il risultato sarà non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, senza alcuna possibilità di beneficiare di eventuali cause di estinzione del reato maturate nel frattempo.

Perché un ricorso contro una pena ritenuta eccessiva può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso di questo tipo è dichiarato inammissibile se è generico, ovvero se si limita a lamentare l’entità della sanzione senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata e senza individuare specifiche violazioni di legge o vizi logici.

Cosa succede alla prescrizione del reato se il ricorso viene dichiarato inammissibile?
L’inammissibilità originaria del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale e, di conseguenza, preclude alla Corte di Cassazione la possibilità di rilevare l’eventuale prescrizione del reato maturata dopo la sentenza di secondo grado.

È sufficiente lamentare l’eccessività della pena per ottenere una sua riduzione in Cassazione?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione non riesamina il merito della decisione, ma valuta solo la correttezza giuridica e la logicità della motivazione. Per ottenere un annullamento, è necessario dimostrare che il giudice di merito ha violato la legge o ha fornito una motivazione manifestamente illogica nel determinare la pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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