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Inammissibilità ricorso generico: il caso Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso generico contro una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. Il ricorso è stato respinto perché basato su doglianze di fatto e su una contestazione astratta dell’applicazione della recidiva, confermando la decisione della Corte d’Appello e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Generico: La Cassazione e i Limiti dell’Appello

L’ordinanza in esame offre un importante spunto di riflessione sul concetto di inammissibilità del ricorso generico nel processo penale. Quando un imputato decide di impugnare una sentenza di condanna, i motivi del suo ricorso non possono essere vaghi o astratti, ma devono individuare con precisione le critiche mosse alla decisione del giudice. La Corte di Cassazione, con questa pronuncia, ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Caso: Una Condanna e un Appello Generico

Il caso trae origine da una condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale. L’imputato, già gravato da precedenti condanne, vedeva la sua pena aggravata per effetto dell’applicazione della recidiva.

Contro la sentenza di secondo grado, emessa dalla Corte d’Appello di Firenze, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione. Tuttavia, i motivi addotti a sostegno del ricorso venivano giudicati dalla Suprema Corte come meri lamenti sulla ricostruzione dei fatti, e non come specifiche censure di violazioni di legge. In particolare, la contestazione relativa all’applicazione della recidiva era stata formulata in modo del tutto generico, limitandosi a una critica astratta delle ragioni che avevano portato il Tribunale, in primo grado, a disporre l’aumento di pena.

La Decisione e l’Inammissibilità del Ricorso Generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo i giudici, i motivi presentati non erano consentiti in sede di legittimità. Essi, infatti, si traducevano in semplici “doglianze in punto di fatto”, ossia in un tentativo di ottenere una nuova valutazione delle prove, attività preclusa alla Suprema Corte.

La Corte ha sottolineato che, anche a fronte di una possibile carenza di motivazione da parte della Corte d’Appello sulla conferma della recidiva, il motivo d’appello originario era talmente generico da non meritare una risposta analitica. L’appello si era limitato a una contestazione astratta, senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni del primo giudice, il quale aveva giustificato l’aumento di pena evidenziando come le condotte dell’imputato non fossero episodi isolati, ma l’espressione di una “maggiore capacità a delinquere” in linea con i precedenti penali.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un pilastro del nostro sistema processuale: la specificità dei motivi di ricorso. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a esprimere un dissenso generico rispetto alla sentenza impugnata. Deve, al contrario, indicare in modo chiaro e preciso quali norme di legge si assumono violate e perché la motivazione del giudice di merito sarebbe illogica o contraddittoria.

Nel caso specifico, la critica all’applicazione della recidiva era stata posta in termini vaghi, senza attaccare il nucleo del ragionamento del Tribunale, che aveva valorizzato la serialità dei comportamenti dell’imputato come indice di una sua particolare propensione a delinquere. Di fronte a un motivo d’appello così debole e astratto, la Corte di Cassazione ha ritenuto che il ricorso non superasse il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito per la difesa: la redazione di un atto di impugnazione richiede rigore e specificità. L’inammissibilità del ricorso generico non è un mero formalismo, ma una regola posta a garanzia dell’efficienza del sistema giudiziario e del corretto funzionamento dei diversi gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha il compito di assicurare l’uniforme interpretazione della legge, non di riesaminare i fatti come un giudice di merito. Pertanto, un ricorso che non solleva questioni di pura legittimità è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano costituiti da “mere doglianze in punto di fatto”, cioè contestazioni sulla valutazione dei fatti, non ammesse in sede di legittimità. Inoltre, la critica sull’applicazione della recidiva era stata formulata in modo del tutto generico e astratto.

Cosa significa che un motivo di appello è “generico”?
Secondo l’ordinanza, un motivo è generico quando si limita a una contestazione astratta delle ragioni del giudice, senza confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata. Non identifica una critica puntuale ma esprime un dissenso vago.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La sentenza di condanna impugnata è così diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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