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Inammissibilità ricorso Cassazione: valutazione pena

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per furto aggravato. I motivi, incentrati sulla congruità della pena e la recidiva, sono stati ritenuti generici e privi di un reale confronto con la sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che la valutazione discrezionale del giudice di merito non è sindacabile se logicamente motivata, confermando la condanna e le relative statuizioni. Questo caso evidenzia l’importanza del principio di inammissibilità ricorso Cassazione.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando i Motivi sono Troppo Generici

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di inammissibilità del ricorso in Cassazione quando i motivi di impugnazione si rivelano generici e non affrontano criticamente le argomentazioni della sentenza di secondo grado. Con la decisione n. 8532 del 2024, la Suprema Corte ribadisce i confini del proprio giudizio, sottolineando come la valutazione sulla congruità della pena sia di competenza esclusiva del giudice di merito, a meno che non emergano vizi logici o arbitrarietà.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma, che aveva confermato la responsabilità penale di un’imputata per il reato di furto continuato aggravato. La difesa aveva impugnato la decisione lamentando diversi aspetti legati alla quantificazione della pena. Nello specifico, i motivi di ricorso vertevano su:

1. L’eccessiva entità della sanzione inflitta.
2. La mancata concessione delle attenuanti generiche.
3. Il giudizio di prevalenza delle circostanze aggravanti sulle attenuanti.
4. La mancata esclusione della recidiva qualificata.

In sostanza, la ricorrente chiedeva alla Corte di Cassazione una riconsiderazione di elementi ampiamente discrezionali, già valutati nei precedenti gradi di giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale esito non è entrato nel merito delle richieste, ma si è fermato a un livello procedurale. La Corte ha ritenuto i motivi di ricorso “manifestamente infondati” e “generici”, in quanto non si confrontavano specificamente con la motivazione della sentenza impugnata e risultavano in contrasto con gli orientamenti consolidati della giurisprudenza di legittimità. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Principio di Autosufficienza e l’Inammissibilità Ricorso Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi procedurali cardine del nostro ordinamento. La Corte ha spiegato che un ricorso per cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse doglianze già respinte in appello, né può chiedere una nuova e diversa valutazione delle prove o della personalità dell’imputato. Il giudizio di legittimità, infatti, non è un terzo grado di merito.

I giudici hanno evidenziato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione congrua e logica per ogni punto contestato:

* Determinazione della pena: La pena era stata giustificata sulla base della “negativa personalità dell’imputata”, gravata da numerosi e specifici precedenti penali. Non si trattava, quindi, di una decisione arbitraria.
* Recidiva: La Corte di merito aveva correttamente analizzato l'”accresciuta pericolosità sociale” della ricorrente, desunta dalla sua propensione a commettere reati contro il patrimonio, giustificando così il riconoscimento della recidiva.
* Bilanciamento delle circostanze: Il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti è una valutazione tipicamente discrezionale del giudice di merito. La Cassazione può sindacarla solo se illogica o immotivata, cosa che nel caso di specie non era avvenuta. La Corte d’Appello aveva ritenuto la soluzione dell’equivalenza tra le circostanze la più idonea a garantire l’adeguatezza della pena, anche in assenza di elementi positivi di valutazione sull’imputata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

L’ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione: l’atto deve contenere una critica puntuale, specifica e giuridicamente fondata alla sentenza impugnata. Limitarsi a lamentare la severità della pena o il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche senza individuare un vizio logico o una violazione di legge nella motivazione del giudice di merito, conduce quasi inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Per evitare un tale esito, è cruciale che i motivi di ricorso evidenzino in modo chiaro dove e perché la decisione di secondo grado abbia errato nell’applicazione della legge o abbia sviluppato un ragionamento manifestamente illogico, anziché richiedere una rivalutazione che esula dai poteri della Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici, non si confrontavano in modo critico con le argomentazioni della sentenza impugnata e chiedevano una nuova valutazione di merito, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

La Corte di Cassazione può modificare una pena ritenuta troppo alta?
No, non direttamente. La Corte di Cassazione non può riesaminare la congruità della pena decisa dal giudice di merito. Può annullare la decisione solo se la determinazione della pena è frutto di un ragionamento palesemente illogico o arbitrario, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice precedente.

Cosa ha stabilito la Corte riguardo alla recidiva e alle attenuanti generiche?
La Corte ha confermato che la decisione del giudice di merito era ben motivata. La pericolosità sociale dell’imputata, dimostrata dai suoi numerosi precedenti penali, giustificava sia il riconoscimento della recidiva sia il mancato riconoscimento di un giudizio di prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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