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Inammissibilità ricorso Cassazione: rilettura prove

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per calunnia (art. 368 c.p.). I motivi del ricorso sono stati ritenuti un tentativo non consentito di ottenere una nuova valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. La decisione sottolinea il principio per cui l’inammissibilità del ricorso in Cassazione scatta quando le censure sono di mero fatto e non denunciano vizi di legge.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando la Rilettura delle Prove è Vietata

L’ordinanza n. 27945 del 2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità, ribadendo un principio fondamentale: l’inammissibilità del ricorso in Cassazione quando questo si traduce in un mero tentativo di riesaminare i fatti già vagliati dai giudici di merito. Analizziamo questa decisione per capire perché la Suprema Corte non è un “terzo grado” di giudizio, ma un organo di controllo sulla corretta applicazione della legge.

La Vicenda Processuale

Il caso trae origine da una condanna per il reato di calunnia, previsto dall’art. 368 del codice penale. La sentenza di condanna, emessa in primo grado, era stata confermata dalla Corte d’Appello di Napoli. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e l’Inammissibilità in Cassazione

I motivi presentati dalla difesa possono essere così sintetizzati:
1. Rilettura degli elementi probatori: Il ricorrente ha contestato la valutazione delle prove operata dalla Corte d’Appello, proponendo una ricostruzione dei fatti diversa e alternativa. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione di valutare nuovamente il materiale probatorio per giungere a una conclusione differente.
2. Mancata rinnovazione dell’istruttoria: La difesa ha lamentato il rigetto, sia in primo che in secondo grado, della richiesta di sentire nuovamente i testimoni a discarico.

La Corte di Cassazione ha respinto tutti i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. Vediamo nel dettaglio le ragioni di questa decisione.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito, con estrema lucidità, la natura e i limiti del proprio sindacato. I giudici hanno affermato che le censure mosse dal ricorrente erano dirette a una “non consentita rilettura degli elementi probatori”. La Corte d’Appello, infatti, aveva già ampiamente scrutinato le prove, giungendo a una ricostruzione dei fatti basata su una valutazione globale e supportata da un apparato argomentativo logico e puntuale. Tentare di prospettare una versione alternativa in sede di legittimità è un’operazione non permessa, poiché la Cassazione non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito.

Per quanto riguarda la richiesta di rinnovazione dell’esame dei testimoni, la Corte ha sottolineato la genericità e la mancanza di specificità delle censure. Il ricorrente non si è confrontato con le argomentazioni con cui i giudici d’appello avevano motivato la completezza del materiale probatorio già raccolto, limitandosi a contrastare la ricostruzione fattuale contenuta in sentenza. In altre parole, la difesa non ha dimostrato perché la rinnovazione fosse assolutamente necessaria ai fini della decisione, come richiesto dalla legge.

Le Conclusioni

La decisione in commento è un monito fondamentale: il ricorso per Cassazione non è un’ulteriore opportunità per discutere i fatti del processo. Il suo scopo è il controllo di legittimità, ovvero verificare che la legge sia stata interpretata e applicata correttamente. Quando un ricorso, come in questo caso, si risolve nel tentativo di ottenere una nuova e più favorevole valutazione delle prove, va incontro a una inevitabile dichiarazione di inammissibilità. Le conseguenze per il ricorrente non sono solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Perché i motivi del ricorso non denunciavano vizi di legge, ma si limitavano a proporre una diversa e non consentita rilettura degli elementi di prova e una ricostruzione alternativa dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le testimonianze o altre prove?
No, la Corte di Cassazione non è un giudice del fatto e non può riesaminare le prove. Il suo compito è il “controllo di legittimità”, ovvero verificare che le norme giuridiche siano state applicate correttamente dai giudici di primo e secondo grado.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la decisione impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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