Inammissibilità ricorso Cassazione: la condanna per evasione è definitiva
L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Suprema Corte di Cassazione gestisce i ricorsi che non presentano validi motivi di diritto, confermando il principio dell’inammissibilità del ricorso in Cassazione quando le censure sono manifestamente infondate. Il caso riguarda una condanna per il reato di evasione, dove il ricorrente ha tentato di rimettere in discussione la valutazione dei fatti già compiuta dai giudici di merito.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna per il reato previsto dall’art. 385 del codice penale, ovvero l’evasione. La decisione era stata confermata dalla Corte d’Appello di Perugia con sentenza del 19 dicembre 2022. L’imputato, non rassegnato alla condanna, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la valutazione compiuta dalla Corte territoriale in merito alla sua colpevolezza e, in particolare, alla sussistenza dell’elemento soggettivo del reato.
La Decisione della Suprema Corte: L’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 16 febbraio 2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che il ricorso non possiede i requisiti minimi per essere esaminato. La conseguenza diretta è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della pronuncia risiede nella motivazione con cui i giudici di legittimità hanno respinto il ricorso. La Corte ha stabilito che il motivo addotto dal ricorrente era manifestamente infondato. Questo significa che la censura sollevata non solo era priva di pregio, ma lo era in modo così evidente da non richiedere un’analisi approfondita.
La Cassazione ha sottolineato come la Corte d’Appello avesse già fornito una motivazione completa e ineccepibile sulla configurabilità del reato di evasione. In particolare, il giudizio di secondo grado aveva analizzato l’elemento soggettivo (cioè la coscienza e volontà di sottrarsi alla misura restrittiva) in maniera “logica, coerente e puntuale”. Di fronte a una motivazione così solida, il tentativo del ricorrente di ottenere una nuova valutazione dei fatti si è scontrato con i limiti del giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare le prove, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: non si può adire la Corte di Cassazione per contestare l’accertamento dei fatti come se fosse un appello. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione scatta quando i motivi sono generici, si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte o, come in questo caso, appaiono palesemente privi di fondamento giuridico. La decisione serve da monito: i ricorsi alla Suprema Corte devono essere fondati su vizi di legittimità concreti e non possono essere utilizzati come un mero tentativo di dilazionare l’esecutività della pena. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria rappresenta, infine, un deterrente contro l’abuso dello strumento processuale.
Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha stabilito che la sentenza della Corte d’Appello era già motivata in modo logico, coerente e puntuale, specialmente riguardo all’elemento soggettivo del reato contestato.
Cosa significa che un motivo di ricorso è “manifestamente infondato”?
Significa che la critica mossa alla sentenza impugnata è palesemente priva di qualsiasi fondamento giuridico, tanto da non richiedere un esame approfondito nel merito. È una valutazione che sancisce l’evidente inconsistenza dell’argomentazione difensiva.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza di condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 11269 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 11269 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 16/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/12/2022 della CORTE APPELLO di PERUGIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Ritenuto che il motivo dedotto con il ricorso in relazione alla sentenza di condanna per il reato di cui all’art. 385 cod. pen. è inammissibile perc avente ad oggetto una censura manifestamente infondata;
Considerato, invero, che con riferimento alla configurabilità del reato contestato ed, in particolare, dell’elemento soggettivo, la Corte di appello motivato in maniera logica, coerente e puntuale (cfr. pag. 2 della sentenz impugnata).
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 16 febbraio 2024
4 Il Consigliere estensore
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