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Inammissibilità ricorso Cassazione: quando è infondato

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una condanna per il reato di evasione. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza del motivo di ricorso, poiché la Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione logica e puntuale sulla sussistenza del reato, in particolare riguardo all’elemento soggettivo. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso Cassazione: la condanna per evasione è definitiva

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Suprema Corte di Cassazione gestisce i ricorsi che non presentano validi motivi di diritto, confermando il principio dell’inammissibilità del ricorso in Cassazione quando le censure sono manifestamente infondate. Il caso riguarda una condanna per il reato di evasione, dove il ricorrente ha tentato di rimettere in discussione la valutazione dei fatti già compiuta dai giudici di merito.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna per il reato previsto dall’art. 385 del codice penale, ovvero l’evasione. La decisione era stata confermata dalla Corte d’Appello di Perugia con sentenza del 19 dicembre 2022. L’imputato, non rassegnato alla condanna, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la valutazione compiuta dalla Corte territoriale in merito alla sua colpevolezza e, in particolare, alla sussistenza dell’elemento soggettivo del reato.

La Decisione della Suprema Corte: L’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 16 febbraio 2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che il ricorso non possiede i requisiti minimi per essere esaminato. La conseguenza diretta è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nella motivazione con cui i giudici di legittimità hanno respinto il ricorso. La Corte ha stabilito che il motivo addotto dal ricorrente era manifestamente infondato. Questo significa che la censura sollevata non solo era priva di pregio, ma lo era in modo così evidente da non richiedere un’analisi approfondita.

La Cassazione ha sottolineato come la Corte d’Appello avesse già fornito una motivazione completa e ineccepibile sulla configurabilità del reato di evasione. In particolare, il giudizio di secondo grado aveva analizzato l’elemento soggettivo (cioè la coscienza e volontà di sottrarsi alla misura restrittiva) in maniera “logica, coerente e puntuale”. Di fronte a una motivazione così solida, il tentativo del ricorrente di ottenere una nuova valutazione dei fatti si è scontrato con i limiti del giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare le prove, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: non si può adire la Corte di Cassazione per contestare l’accertamento dei fatti come se fosse un appello. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione scatta quando i motivi sono generici, si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte o, come in questo caso, appaiono palesemente privi di fondamento giuridico. La decisione serve da monito: i ricorsi alla Suprema Corte devono essere fondati su vizi di legittimità concreti e non possono essere utilizzati come un mero tentativo di dilazionare l’esecutività della pena. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria rappresenta, infine, un deterrente contro l’abuso dello strumento processuale.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha stabilito che la sentenza della Corte d’Appello era già motivata in modo logico, coerente e puntuale, specialmente riguardo all’elemento soggettivo del reato contestato.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “manifestamente infondato”?
Significa che la critica mossa alla sentenza impugnata è palesemente priva di qualsiasi fondamento giuridico, tanto da non richiedere un esame approfondito nel merito. È una valutazione che sancisce l’evidente inconsistenza dell’argomentazione difensiva.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza di condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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