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Inammissibilità ricorso cassazione: quando è apparente

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza. Il motivo principale risiede nella natura ‘apparente’ del ricorso, che si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza confrontarsi con la specifica motivazione della sentenza impugnata, la quale aveva considerato anche la violazione delle norme anti-COVID come fattore di gravità. Questa pronuncia sottolinea l’importanza della specificità dei motivi nel giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: la Ripetizione dei Motivi Causa Inammissibilità

L’inammissibilità del ricorso in cassazione è uno degli esiti più temuti nel processo penale, poiché impedisce alla Suprema Corte di esaminare nel merito le censure mosse contro una sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la mancata specificità e la mera riproposizione dei motivi d’appello possano condurre a questa drastica conseguenza, con rilevanti implicazioni economiche per il ricorrente. Il caso analizzato riguarda una condanna per guida in stato di ebbrezza aggravata, ma i principi espressi hanno una valenza generale.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, con l’aggravante di un tasso alcolemico rientrante nella fascia più grave prevista dal Codice della Strada (art. 186, comma 2, lett. c). La difesa, non rassegnandosi alla decisione, proponeva ricorso per cassazione, lamentando due vizi principali:

1. L’errata esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
2. Una motivazione carente sulla commisurazione della pena, ritenuta non adeguatamente basata sui criteri dell’art. 133 c.p.

Tuttavia, la strategia difensiva si è rivelata inefficace di fronte ai rigorosi requisiti di ammissibilità del ricorso di legittimità.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi interconnessi, che ogni avvocato dovrebbe tenere a mente nella redazione di un ricorso.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato in modo dettagliato perché il ricorso non potesse superare il vaglio di ammissibilità. Le motivazioni sono un monito sulla necessità di un approccio critico e specifico.

1. Il Ricorso come ‘Pedissequa Reiterazione’ dei Motivi d’Appello

Il primo motivo di inammissibilità del ricorso in cassazione risiede nel fatto che i motivi proposti erano una semplice e acritica ripetizione di quelli già presentati alla Corte d’Appello. La Cassazione ribadisce un principio consolidato: il ricorso non può essere un ‘copia e incolla’ dell’atto di appello. Deve, invece, contenere una critica argomentata e specifica proprio alla sentenza di secondo grado, evidenziando dove e perché i giudici d’appello avrebbero sbagliato nel rispondere alle doglianze. Un ricorso che omette questa critica strutturata è considerato ‘non specifico’ o ‘apparente’ e, come tale, inammissibile.

2. Il Mancato Confronto con la ‘Ratio Decidendi’

Strettamente collegato al punto precedente, vi è il mancato confronto con la vera ratio decidendi (la ragione fondante) della sentenza impugnata. La Corte d’Appello aveva escluso la particolare tenuità del fatto non solo per l’elevato tasso alcolemico, ma anche per un’altra circostanza di rilievo: la condotta era stata tenuta in violazione del divieto di spostamento imposto dalla normativa emergenziale per fronteggiare la pandemia di COVID-19. Questo elemento, che aggiungeva un ulteriore disvalore al fatto, è stato completamente ignorato dal ricorrente. Non confrontandosi con il nucleo della motivazione dei giudici di merito, il ricorso ha perso la sua funzione critica, risultando inefficace e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che il ricorso per cassazione è un rimedio processuale che richiede la massima precisione e specificità. Non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito. La decisione evidenzia che:

* La ripetitività è fatale: Un ricorso che non si confronta criticamente con le motivazioni della sentenza d’appello è destinato all’inammissibilità.
Ignorare la ratio decidendi* è un errore strategico: È essenziale individuare e contestare il cuore del ragionamento del giudice precedente, non solo gli aspetti marginali.
* L’inammissibilità ha un costo: Oltre alla definitività della condanna, comporta il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie ammontava a tremila euro.

Questa pronuncia serve da guida per gli operatori del diritto, sottolineando che un ricorso efficace è quello che dialoga criticamente con la decisione impugnata, dimostrando con argomenti pertinenti i vizi di legittimità lamentati.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

Quale elemento, oltre all’alcol, ha aggravato la condotta dell’imputato secondo i giudici di merito?
La condotta è stata ritenuta più grave perché l’imputato ha commesso il reato violando anche il divieto di spostamento imposto dalla normativa emergenziale per il contenimento della pandemia di COVID-19.

Quali sono le conseguenze economiche dirette dell’inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa ravvisata nella proposizione di un ricorso palesemente inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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