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Inammissibilità ricorso Cassazione per motivi di fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per il reato previsto dall’art. 497-bis c.p. La Corte ha stabilito che il motivo di ricorso, basato su una valutazione dei fatti, non poteva essere esaminato in sede di legittimità perché non era stato precedentemente sollevato come motivo d’appello. Questa omissione procedurale, come evidenziato in tema di inammissibilità ricorso cassazione, è sanzionata dall’art. 606, comma 3, c.p.p.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando i Motivi d’Appello Diventano Decisivi

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del giudizio di legittimità, ribadendo un principio fondamentale della procedura penale: l’inammissibilità ricorso cassazione per motivi che non sono stati specificamente dedotti in appello. Questo caso evidenzia come una strategia difensiva incompleta nel secondo grado di giudizio possa precludere definitivamente la possibilità di far valere determinate censure dinanzi alla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Roma che, riformando parzialmente una condanna di primo grado, aveva dichiarato la prescrizione per un reato (ex art. 496 c.p.) ma confermato la responsabilità dell’imputato per un’altra fattispecie criminosa, quella prevista dall’art. 497-bis del codice penale.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo alla sua colpevolezza. In particolare, la difesa contestava la riconducibilità dei fatti accertati alla specifica ipotesi di reato descritta dall’art. 497-bis c.p., sollevando di fatto una questione che implicava una nuova valutazione del materiale probatorio.

La Decisione e l’inammissibilità ricorso cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della colpevolezza dell’imputato, ma si ferma a un vaglio preliminare di carattere prettamente procedurale. La Suprema Corte ha infatti rilevato che la censura sollevata dal ricorrente, presupponendo un “apprezzamento in fatto”, non era stata precedentemente sottoposta alla Corte d’Appello.

Questo vizio procedurale si è rivelato fatale. La Corte ha applicato rigorosamente il disposto dell’articolo 606, comma 3, del codice di procedura penale, che sancisce espressamente l’inammissibilità dei motivi di ricorso per cassazione non dedotti in appello. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della motivazione risiede nella netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. I primi due gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello) sono le sedi deputate all’accertamento dei fatti e alla valutazione delle prove. La Corte di Cassazione, invece, opera come giudice di legittimità: il suo compito non è rivalutare come sono andate le cose, ma controllare che i giudici di merito abbiano applicato correttamente la legge e motivato in modo logico e non contraddittorio le loro decisioni.

La norma citata (art. 606, co. 3, c.p.p.) ha proprio lo scopo di preservare questa ripartizione di competenze. Consentire di presentare per la prima volta in Cassazione censure che implicano una rilettura dei fatti significherebbe trasformare la Suprema Corte in un terzo grado di giudizio di merito, snaturandone la funzione. La mancata presentazione di uno specifico motivo in appello viene interpretata come una rinuncia a far valere quella doglianza, che non può quindi essere “recuperata” in sede di legittimità. La Corte ha quindi concluso che, poiché la critica mossa dall’imputato richiedeva una nuova valutazione fattuale non sollecitata in appello, la strada del ricorso era preclusa, portando alla sua inevitabile inammissibilità.

Conclusioni: L’Importanza dei Motivi d’Appello

Questa pronuncia ribadisce una lezione fondamentale per la pratica legale: l’atto di appello deve essere formulato con la massima cura e completezza. Ogni potenziale vizio della sentenza di primo grado, sia esso di fatto o di diritto, deve essere chiaramente articolato nei motivi di appello. Omettere una censura in questa fase significa, nella maggior parte dei casi, perdere per sempre l’opportunità di farla valere. La decisione sull’inammissibilità ricorso cassazione in questo caso serve da monito: la strategia processuale deve essere pensata in un’ottica complessiva, anticipando le possibili evoluzioni del giudizio fino all’ultimo grado, per non vedersi chiudere le porte della Suprema Corte a causa di una precedente omissione.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato, che implicava una nuova valutazione dei fatti, non era stato sollevato come specifico motivo di appello nel precedente grado di giudizio, in violazione dell’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale.

È possibile presentare in Cassazione una nuova valutazione dei fatti?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non può riesaminare i fatti o le prove. Può solo valutare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Le questioni che richiedono un “apprezzamento in fatto” devono essere sollevate nei gradi di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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