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Inammissibilità ricorso Cassazione: no alla prescrizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato condannato per guida senza patente. I motivi sono stati giudicati generici e non pertinenti. La Corte ribadisce un principio fondamentale: l’inammissibilità del ricorso per cassazione, dovuta a manifesta infondatezza, preclude la possibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, anche se questa è maturata dopo la sentenza d’appello.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando Blocca la Prescrizione

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sulla redazione dei ricorsi per cassazione e sulle gravi conseguenze di una sua errata impostazione. La Corte Suprema ha chiarito che la manifesta infondatezza dei motivi non solo conduce a una declaratoria di inammissibilità del ricorso in cassazione, ma impedisce anche di poter beneficiare dell’eventuale prescrizione del reato maturata nel frattempo. Analizziamo insieme questa decisione per capire la logica giuridica e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo grado e in appello alla pena di 20 giorni di arresto per il reato previsto dall’art. 116 del Codice della Strada (presumibilmente guida senza patente), commesso nell’ottobre del 2019. La Corte d’Appello di Catanzaro, decidendo a seguito di un precedente annullamento con rinvio da parte della stessa Cassazione per un vizio procedurale, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Contro questa seconda sentenza d’appello, la difesa proponeva un nuovo ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione, la mancata assunzione di una prova decisiva e l’inosservanza di norme processuali.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione si fonda sulla valutazione dei motivi di ricorso come manifestamente infondati e generici, incapaci di superare il vaglio di legittimità.

Le Motivazioni: L’Inammissibilità del Ricorso e le sue Conseguenze

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni difensive, evidenziando la loro inadeguatezza per il giudizio di legittimità.

Genericità dei Motivi e Limiti del Giudizio di Legittimità

I giudici hanno innanzitutto rilevato come i motivi proposti fossero generici. L’eccezione relativa al vizio procedurale era già stata trattata e risolta dalla precedente sentenza di annullamento della Cassazione. Le ulteriori doglianze, invece, non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limitavano a contrapporre una diversa valutazione dei fatti. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito, ma di verificare la corretta applicazione della legge. Proporre apprezzamenti di merito alternativi a quelli, logici e coerenti, del giudice d’appello, è un errore che porta inevitabilmente all’inammissibilità.

L’ostacolo dell’inammissibilità ricorso cassazione alla prescrizione

Il punto giuridicamente più rilevante della decisione riguarda il rapporto tra inammissibilità del ricorso in cassazione e prescrizione del reato. La difesa aveva implicitamente contato sul decorso del tempo. Tuttavia, la Corte ha precisato che, al momento della sentenza d’appello, la prescrizione quinquennale non era ancora maturata.

Il principio chiave, consolidato in giurisprudenza, è che la declaratoria di inammissibilità per manifesta infondatezza dei motivi impedisce la valida instaurazione del giudizio di legittimità. In altre parole, è come se il rapporto processuale non si fosse mai costituito validamente davanti alla Cassazione. Questa ‘barriera’ procedurale rende irrilevante il fatto che la prescrizione sia maturata in un momento successivo, perché non si può dichiarare l’estinzione di un reato in un procedimento che, di fatto, non è mai validamente iniziato a causa della palese inconsistenza dell’impugnazione.

Conclusioni: L’Importanza di un Ricorso Specifico

Questa ordinanza sottolinea un concetto cruciale per ogni difensore: un ricorso per cassazione non è una semplice riproposizione delle proprie tesi. Deve essere un atto tecnico, specifico e pertinente, che dialoga criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone i vizi di legittimità e non di merito. Un ricorso generico o manifestamente infondato non solo è destinato al fallimento, ma produce due effetti deleteri: la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, e l’impossibilità di far valere cause di estinzione del reato come la prescrizione. La strategia processuale deve quindi essere attentamente ponderata, poiché un’impugnazione ‘di facciata’ può rivelarsi controproducente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati dalla difesa sono stati ritenuti generici e manifestamente infondati. In particolare, le critiche non si confrontavano con le argomentazioni della sentenza d’appello ma si limitavano a proporre una diversa valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Se la prescrizione del reato matura dopo la sentenza d’appello, viene sempre dichiarata?
No. Come chiarito dalla Corte, se il ricorso per cassazione è inammissibile per manifesta infondatezza, ciò impedisce la valida instaurazione del giudizio. Di conseguenza, non è possibile dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, anche se il termine è scaduto dopo la sentenza impugnata.

Si poteva chiedere alla Corte di Cassazione di convertire la pena detentiva in una pecuniaria?
No. La Corte ha specificato che la richiesta di conversione della pena detentiva in pecuniaria implica una valutazione di merito sulla persona dell’imputato e sulle circostanze. Pertanto, tale richiesta avrebbe dovuto essere presentata alla Corte d’Appello, che è giudice del merito, e non alla Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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