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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi non nuovi

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per traffico di stupefacenti. La decisione si fonda sulla natura ripetitiva dei motivi, già vagliati in appello, e sulla tardiva proposizione dell’eccezione di ‘ne bis in idem’, che richiede un’analisi fattuale non consentita in sede di legittimità. L’ordinanza conferma quindi la condanna e ribadisce i rigorosi limiti del giudizio di Cassazione.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando i Motivi Sono Nuovi o Ripetitivi

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui limiti e le condizioni del giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso cassazione presentato da un imputato condannato per traffico di stupefacenti, mettendo in luce due principi cardine della procedura penale: l’impossibilità di presentare motivi nuovi che richiedano accertamenti di fatto e la necessità di confrontarsi specificamente con la decisione impugnata, anziché limitarsi a ripetere le argomentazioni precedenti. Analizziamo nel dettaglio la vicenda processuale e le ragioni della decisione.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Lucca e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Firenze. L’imputato era stato riconosciuto colpevole di reati legati al traffico di stupefacenti, commessi in concorso con altri tra il 2003 e il 2004, e condannato a sei anni di reclusione e a una pesante multa. Le prove a suo carico includevano intercettazioni telefoniche, dichiarazioni di terzi, il sequestro di eroina e il suo arresto in flagranza di reato.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione basandosi inizialmente su due motivi:
1. Vizio di motivazione: Si contestava la mancanza e l’illogicità della motivazione con cui era stata affermata la sua responsabilità penale.
2. Violazione di legge: Si lamentava il mancato riconoscimento dell’ipotesi di reato lieve (prevista dall’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90), sostenendo che la sua condotta non avesse la gravità ritenuta dai giudici di merito.

Successivamente, con una memoria, la difesa ha introdotto un ulteriore e nuovo motivo: la violazione del principio del ne bis in idem (divieto di un secondo processo per lo stesso fatto), sostenendo che l’imputato fosse già stato condannato in via definitiva per condotte parzialmente sovrapponibili a quelle del presente giudizio.

L’Inammissibilità Ricorso Cassazione secondo la Corte

La Suprema Corte ha respinto tutte le argomentazioni difensive, dichiarando il ricorso integralmente inammissibile. La decisione si fonda su una rigorosa applicazione delle regole che governano il giudizio di legittimità.

La Questione del ‘Ne Bis in Idem’

Il motivo relativo al ‘ne bis in idem’ è stato giudicato inammissibile per due ragioni concorrenti. In primo luogo, era un motivo nuovo, non presentato nell’atto di ricorso originario. In secondo luogo, e in modo dirimente, la Corte ha ribadito che la violazione del ‘ne bis in idem’ sostanziale non può essere dedotta per la prima volta in Cassazione. Questo perché la sua verifica richiede un’indagine fattuale comparativa tra i due procedimenti, finalizzata ad accertare la coincidenza di tutte le componenti della fattispecie concreta. Tale accertamento è un apprezzamento di merito, precluso alla Corte di Cassazione, che opera esclusivamente in sede di legittimità.

La Reiterazione dei Motivi di Appello e l’inammissibilità del ricorso cassazione

Anche i motivi originari del ricorso sono stati dichiarati inammissibili. La Corte ha osservato che essi, di fatto, si limitavano a reiterare le stesse critiche già formulate nell’atto di appello avverso la sentenza di primo grado. Il ricorso non si confrontava in modo specifico e critico con la motivazione della Corte di Appello, la quale aveva già vagliato e respinto quelle argomentazioni. Un ricorso per cassazione è inammissibile se non evidenzia un errore di diritto nella decisione impugnata, ma si limita a riproporre una diversa lettura dei fatti.

La Motivazione sulla Gravità del Reato

Infine, la Corte ha ritenuto corretta e ben motivata la decisione della Corte d’Appello di non applicare l’attenuante del fatto di lieve entità. I giudici di merito avevano adeguatamente valorizzato elementi come il contributo causale dell’imputato all’attività illecita complessiva, la quantità e qualità della droga, l’abitualità della condotta e i suoi precedenti penali, tutti indicatori di un inserimento stabile in un’attività di spaccio organizzata e su vasta scala, incompatibile con la figura del reato lieve.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione dell’ordinanza si ancora a principi consolidati della giurisprudenza di legittimità. Il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Esso serve a controllare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, i motivi di ricorso devono essere specifici e devono attaccare la ratio decidendi della corte territoriale, non limitarsi a riproporre questioni di fatto. Allo stesso modo, questioni come il ‘ne bis in idem’, che implicano una complessa valutazione fattuale, devono essere sollevate nei gradi di merito per poter essere esaminate.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce l’importanza di una corretta tecnica redazionale del ricorso per cassazione. Per superare il vaglio di ammissibilità, è indispensabile formulare censure che attengano a vizi di legittimità e che si confrontino puntualmente con le argomentazioni della sentenza di appello. Proporre motivi nuovi che richiedono indagini di fatto o riproporre sterilmente le stesse doglianze già respinte in secondo grado conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione un’eccezione di ‘ne bis in idem’ (divieto di doppio processo)?
No, la Corte ha stabilito che non è possibile dedurre per la prima volta in sede di legittimità la violazione del ‘ne bis in idem’ sostanziale, perché ciò richiederebbe un accertamento di fatto sull’identità dei procedimenti, un’attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Un ricorso in Cassazione può limitarsi a ripetere le stesse critiche già mosse contro la sentenza di primo grado?
No, il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche perché si limitava a reiterare le medesime considerazioni critiche già espresse nell’atto di appello, senza confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza della Corte d’appello.

Quali elementi giustificano il mancato riconoscimento del reato di spaccio di lieve entità (art. 73, comma 5)?
La Corte ha ritenuto legittimo il mancato riconoscimento dell’ipotesi lieve sulla base di elementi come il contributo rilevante dell’imputato all’attività illecita complessiva, la quantità e qualità dello stupefacente, l’abitualità della condotta, i precedenti penali e l’inserimento in un’attività di spaccio organizzata su vasta scala.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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