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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi infondati

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso Cassazione presentato da due imputate condannate per reati legati agli stupefacenti. I motivi, relativi all’uso di dichiarazioni testimoniali e all’applicazione della recidiva, sono stati giudicati in parte ripetitivi di censure già respinte e in parte manifestamente infondati, portando alla condanna delle ricorrenti al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando i Motivi Sono Ripetitivi o Infondati

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione affronti i ricorsi basati su motivi generici o manifestamente infondati, delineando i confini per una corretta impugnazione. Il caso riguarda la conferma dell’inammissibilità ricorso Cassazione per due imputate, condannate per reati in materia di stupefacenti, a causa della debolezza strutturale dei motivi presentati.

I Fatti del Caso

Due persone, già condannate in primo e secondo grado per violazione della normativa sugli stupefacenti (art. 73, d.P.R. 309/1990), hanno presentato ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello. I motivi del ricorso erano principalmente quattro:

1. Violazione di legge in relazione all’inutilizzabilità delle dichiarazioni predibattimentali rese da alcuni testimoni.
2. Vizio di motivazione sulla stessa questione, sostenendo che il giudice di merito non avesse argomentato in modo logico e coerente.
3. Violazione di legge per l’erronea applicazione della recidiva, considerata un fattore aggravante della pena.
4. Vizio di motivazione anche su quest’ultimo punto.

Le ricorrenti sostenevano, in sintesi, che le prove a loro carico non fossero state correttamente acquisite e che l’aumento di pena per la recidiva non fosse giustificato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 34742/2025, ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi. Di conseguenza, ha condannato le ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuna in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una valutazione netta della natura dei motivi proposti, ritenuti non idonei a superare il vaglio di ammissibilità.

Le Motivazioni: Analisi sull’inammissibilità ricorso Cassazione

La Corte ha esaminato separatamente le coppie di motivi, giungendo a conclusioni distinte ma convergenti verso l’inammissibilità. Questo approccio evidenzia i criteri rigorosi che governano l’accesso al giudizio di legittimità.

La Ripetitività dei Primi Motivi

Con riferimento alle censure sull’utilizzabilità delle dichiarazioni testimoniali, la Corte ha osservato che i motivi erano meramente “riproduttivi” di questioni già ampiamente e correttamente esaminate e respinte dal giudice d’appello. La Corte territoriale, infatti, aveva fornito una motivazione logica, coerente e puntuale, spiegando le ragioni giuridiche che fondavano l’acquisizione e la valutazione di tali dichiarazioni. Riproporre le medesime doglianze senza individuare un vizio specifico nel ragionamento della sentenza impugnata trasforma il ricorso in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito, funzione che non spetta alla Cassazione. Questo è un classico caso che porta all’inammissibilità ricorso Cassazione.

La Manifesta Infondatezza sulla Recidiva

Per quanto riguarda il terzo e il quarto motivo, relativi all’applicazione della recidiva, la Corte li ha qualificati come “manifestamente infondati”. La sentenza d’appello, infatti, aveva puntualmente evidenziato l’esistenza di precedenti penali specifici a carico di entrambe le imputate. Tali precedenti erano stati posti a fondamento di un giudizio di maggiore pericolosità sociale, giustificando così l’applicazione dell’aggravante. La Corte di Cassazione ha quindi ritenuto che la valutazione del giudice di merito fosse corretta e ben motivata, rendendo le censure delle ricorrenti prive di qualsiasi fondamento giuridico.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di merito. Per evitare una declaratoria di inammissibilità ricorso Cassazione, i motivi devono essere specifici, pertinenti e devono denunciare vizi di legittimità (violazione di legge o vizio di motivazione palese) della sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni fattuali già esaminate e rigettate nei gradi precedenti. La manifesta infondatezza o la genericità dei motivi non solo rendono vano il tentativo di impugnazione, ma comportano anche conseguenze economiche significative per i ricorrenti, come la condanna al pagamento di spese e sanzioni pecuniarie.

Per quali ragioni la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i primi due motivi erano una semplice riproposizione di argomenti già correttamente respinti dalla Corte d’Appello, mentre i motivi relativi all’applicazione della recidiva sono stati ritenuti manifestamente infondati.

È sufficiente riproporre in Cassazione gli stessi motivi già respinti in Appello?
No, sulla base di questa ordinanza, riproporre le stesse censure già adeguatamente vagliate e disattese dal giudice del merito, senza evidenziare uno specifico vizio di legittimità della sentenza impugnata, conduce a una dichiarazione di inammissibilità.

Quali sono state le conseguenze economiche per le ricorrenti a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, ciascuna ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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