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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso contro una condanna per furto e uso indebito di carte di pagamento. La decisione si fonda sulla genericità e sulla natura reiterativa dei motivi di appello, che non contestavano specificamente la sentenza impugnata né introducevano nuove argomentazioni valide. Questo caso evidenzia i rigorosi requisiti per l’ammissibilità del ricorso in Cassazione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: La Genericità dei Motivi

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui requisiti formali e sostanziali per accedere al giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha dichiarato l’inammissibilità ricorso Cassazione presentato da un imputato, condannandolo al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La pronuncia ribadisce principi consolidati in materia di specificità dei motivi di ricorso, di limiti al sindacato sulla motivazione e di oneri di allegazione. Analizziamo nel dettaglio i passaggi di questa vicenda processuale.

I Fatti e le Censure dell’Imputato

Il ricorrente era stato condannato nei gradi di merito per reati di furto (art. 624 c.p.) e di indebito utilizzo di carte di pagamento (art. 493-ter c.p.). Avverso la sentenza della Corte d’Appello, ha proposto ricorso per Cassazione articolando tre diverse censure, tutte incentrate su un presunto vizio di motivazione.

Nello specifico, i motivi erano i seguenti:
1. Difetto di legittimazione a querelare: Si contestava alla Corte d’Appello di non aver dichiarato il difetto di legittimazione a proporre querela in capo all’istituto di credito coinvolto.
2. Affermazione di responsabilità: Si criticava la decisione per aver confermato la responsabilità penale per i reati ascritti.
3. Mancata declaratoria di prescrizione: Si lamentava l’omessa dichiarazione di prescrizione per tutti i reati oggetto di imputazione.

La Valutazione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato ciascuno dei motivi, concludendo per la loro manifesta infondatezza e, in definitiva, per l’inammissibilità dell’intero ricorso. La decisione si basa su argomentazioni procedurali rigorose, che meritano di essere approfondite.

La Reiterazione dei Motivi come Causa di Inammissibilità

Con riferimento alla prima censura, relativa alla legittimazione a querelare, i giudici di legittimità hanno osservato come essa si risolvesse nella mera reiterazione di argomenti già proposti con l’atto di appello e puntualmente disattesi dalla Corte territoriale. La Corte ha sottolineato che il ricorrente non si è confrontato con le argomentazioni logiche e giuridicamente corrette della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre le medesime doglianze. Questo comportamento processuale, secondo un orientamento consolidato, rende il motivo inammissibile.

I Limiti al Sindacato sulla Valutazione delle Prove

Anche la seconda censura, riguardante la responsabilità penale, è stata giudicata inammissibile. La Corte ha distinto due profili:
* Per il reato di furto: Il ricorrente non aveva sollevato una specifica contestazione in appello, rendendo la doglianza inammissibile in sede di legittimità per mancanza di devoluzione.
* Per il reato di cui all’art. 493-ter c.p.: La Corte ha chiarito che, sebbene formalmente si lamentasse un vizio di motivazione, in realtà il ricorrente stava tentando di ottenere una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio. Questo tipo di attività è preclusa in Cassazione. Il giudice di merito è l’unico sovrano nella valutazione delle prove, e il suo giudizio è insindacabile se supportato da una motivazione non manifestamente illogica.

L’Onere di Specificità per la Prescrizione

Infine, anche il motivo relativo alla prescrizione è stato respinto per difetto di specificità, come richiesto dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale. La Corte d’Appello aveva già indicato una data precisa (04/03/2016) come spartiacque per i reati prescritti. Il ricorrente, nel suo ricorso, non ha puntualizzato gli elementi specifici a sostegno della sua tesi, non consentendo alla Corte di Cassazione di individuare i rilievi mossi e di esercitare il proprio sindacato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su principi cardine del processo penale di legittimità. In primo luogo, il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel quale si possono riesaminare i fatti. Il suo scopo è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. In secondo luogo, i motivi di ricorso devono essere specifici, critici e pertinenti rispetto alle argomentazioni della decisione che si contesta. Non è sufficiente riproporre le stesse difese già respinte, ma è necessario evidenziare in modo preciso dove e perché il giudice di secondo grado avrebbe sbagliato nell’applicare la legge o nel motivare la sua scelta. La mancanza di tale specificità porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità ricorso Cassazione, con le conseguenti sanzioni economiche per il ricorrente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito per chi intende adire la Suprema Corte: l’accesso al giudizio di legittimità è subordinato al rispetto di requisiti rigorosi. Le censure generiche, ripetitive o che mirano a una rivalutazione del merito dei fatti non trovano spazio in questa sede. La decisione riafferma la funzione nomofilattica della Cassazione, volta a garantire l’uniforme interpretazione della legge, e sottolinea l’importanza di un’attenta e tecnica redazione degli atti di impugnazione per evitare una pronuncia di inammissibilità.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati sono generici, si limitano a ripetere argomentazioni già respinte nei gradi precedenti senza confrontarsi con la motivazione della sentenza impugnata, oppure quando cercano di ottenere una nuova valutazione dei fatti, che è riservata ai giudici di merito.

È possibile contestare la valutazione delle prove in Cassazione?
No, non è possibile chiedere alla Corte di Cassazione una nuova valutazione delle prove. L’apprezzamento del materiale probatorio è un giudizio di fatto riservato al giudice di merito. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione a sostegno di tale valutazione è manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente.

Cosa succede se i motivi di ricorso non sono specifici?
Se i motivi di ricorso mancano di specificità, come richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Il ricorrente ha l’onere di indicare con precisione gli elementi che sono alla base della censura, per consentire al giudice dell’impugnazione di comprendere i rilievi e di esercitare il proprio sindacato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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