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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato condannato per lesioni. I motivi, relativi alla mancata applicazione della particolare tenuità del fatto e al diniego delle attenuanti generiche, sono stati giudicati meramente riproduttivi di censure già respinte e manifestamente infondati, confermando la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Quando i Motivi sono Generici

L’ordinanza della Corte di Cassazione analizzata oggi offre uno spunto fondamentale per comprendere i criteri di inammissibilità del ricorso nel processo penale. Il caso riguarda un imputato condannato per lesioni personali che ha visto il suo appello respinto, con la Suprema Corte che ha ribadito principi consolidati in materia di specificità dei motivi e valutazione delle circostanze attenuanti. Questa decisione sottolinea l’importanza di presentare un ricorso tecnicamente ineccepibile, che non si limiti a riproporre le stesse argomentazioni già vagliate nei gradi precedenti.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di lesioni personali, ai sensi degli articoli 582 e 585 del codice penale. Dopo la conferma della condanna da parte della Corte d’Appello, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

In primo luogo, lamentava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis c.p. In secondo luogo, contestava il diniego delle attenuanti generiche, disciplinate dall’art. 62-bis c.p. Entrambe le richieste erano già state respinte dalla Corte d’Appello.

L’Analisi della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha esaminato i due motivi di ricorso e li ha giudicati entrambi inammissibili, sebbene per ragioni diverse. Questa decisione ha portato alla conferma definitiva della condanna e all’imposizione di ulteriori sanzioni pecuniarie a carico del ricorrente. L’analisi della Suprema Corte si è concentrata sulla struttura stessa dei motivi presentati, evidenziandone le carenze tecniche e sostanziali che ne hanno impedito l’esame nel merito.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua pronuncia su principi giurisprudenziali consolidati, offrendo una chiara lezione sulla redazione di un efficace ricorso in Cassazione.

Il Primo Motivo: Ripetitività e Mancanza di Critica Specifica

Il primo motivo, relativo alla particolare tenuità del fatto, è stato dichiarato inammissibile perché considerato meramente riproduttivo di censure già adeguatamente esaminate e respinte dal giudice di merito. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso non può limitarsi a ripetere le stesse argomentazioni, ma deve contenere una critica specifica e puntuale delle ragioni esposte nella sentenza impugnata. In assenza di un confronto critico con la motivazione della Corte d’Appello, il motivo diventa generico e, di conseguenza, inammissibile. Si tratta di un errore comune che svuota il ricorso della sua funzione essenziale: quella di contestare un errore di diritto o un vizio logico nel ragionamento del giudice precedente.

Il Secondo Motivo: Manifesta Infondatezza e la Discrezionalità del Giudice

Il secondo motivo, riguardante le attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ribadito che, secondo un indirizzo giurisprudenziale consolidato, il giudice di merito non è tenuto a fornire una motivazione analitica per negare tali attenuanti. È sufficiente un richiamo, anche sintetico, agli elementi ritenuti decisivi per la valutazione, come avvenuto nel caso di specie. Il diniego era stato giustificato sulla base di elementi presenti nel processo, e tale motivazione è stata considerata congrua e sufficiente dalla Suprema Corte. Questo conferma l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle circostanze rilevanti per la commisurazione della pena.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame è un monito per chi intende adire la Corte di Cassazione. La decisione evidenzia che il successo di un ricorso dipende non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche e soprattutto dalla capacità di articolarle in modo tecnicamente corretto. I motivi devono essere specifici, critici e non limitarsi a una sterile ripetizione di argomenti già sconfessati. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, aggravando ulteriormente la posizione del ricorrente. Pertanto, un’attenta valutazione preliminare sulla reale possibilità di successo e sulla corretta formulazione dei motivi è un passo imprescindibile prima di intraprendere il giudizio di legittimità.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se si limita a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte nei gradi di merito, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

È necessaria una motivazione dettagliata per negare le attenuanti generiche?
No, secondo la giurisprudenza consolidata richiamata nell’ordinanza, per negare le attenuanti generiche è sufficiente che il giudice di merito fornisca un congruo riferimento agli elementi ritenuti decisivi o rilevanti, senza necessità di una motivazione analitica.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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