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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso Cassazione presentato da due imputati condannati per tentato furto. L’ordinanza sottolinea come i motivi del ricorso fossero generici e una mera reiterazione di argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere critiche specifiche alla sentenza impugnata. In particolare, sono state respinte le doglianze sulla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e dell’attenuante del furto per bisogno.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: L’Importanza dei Motivi Specifici

Presentare un ricorso in Cassazione richiede un rigore tecnico e una precisione argomentativa che non lasciano spazio a improvvisazioni. La recente ordinanza della Suprema Corte in materia di tentato furto ci offre un chiaro esempio di come la genericità e la ripetitività dei motivi portino inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso Cassazione. Analizziamo insieme questo caso per comprendere quali sono i requisiti essenziali per un ricorso efficace e quali errori evitare.

I Fatti del Caso: un Tentato Furto e l’Appello in Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte d’Appello che, riqualificando l’imputazione originaria, condannava due persone per il reato di tentato furto in concorso. Insoddisfatti della decisione, gli imputati decidevano di proporre ricorso per Cassazione, affidandosi a due distinti motivi.

Il primo motivo, presentato nell’interesse di uno degli imputati, lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131 bis del codice penale. Il secondo, proposto per l’altro imputato, contestava il mancato riconoscimento dell’attenuante del furto commesso per un grave ed urgente bisogno, disciplinata dall’articolo 626 del codice penale.

Le Ragioni del Ricorso e l’Inammissibilità in Cassazione

La Corte di Cassazione, esaminando i ricorsi, li ha ritenuti entrambi inammissibili. Vediamo nel dettaglio perché le argomentazioni difensive non hanno superato il vaglio di legittimità.

Il Primo Motivo: la Particolare Tenuità del Fatto (art. 131 bis c.p.)

La Corte ha stabilito che il motivo relativo alla particolare tenuità del fatto non era ammissibile in sede di legittimità. La ragione è semplice quanto perentoria: si trattava di una ‘pedissequa reiterazione’ di argomenti già presentati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva infatti motivato il diniego evidenziando il carattere non occasionale del comportamento dell’imputato, desunto da altre condotte di furto emerse in procedimenti paralleli. Il ricorso in Cassazione, omettendo di confrontarsi criticamente con questa specifica motivazione, si è rivelato non specifico e meramente apparente.

Il Secondo Motivo: l’Attenuante del Furto per Bisogno (art. 626 c.p.)

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile, questa volta per ‘genericità’. L’imputato si era limitato a invocare l’attenuante senza spiegare le ragioni concrete che avrebbero dovuto giustificare l’ipotesi di un furto ‘minore’, dettato da un bisogno grave e urgente. Inoltre, il ricorso non si confrontava con la motivazione della Corte d’Appello, la quale, in modo logico e giuridicamente corretto, aveva escluso che l’entità dei beni sottratti potesse essere ricondotta al soddisfacimento di una necessità impellente. La Cassazione ha ricordato che tale attenuante ha carattere oggettivo e va valutata in relazione al fatto storico nel suo complesso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del giudizio di legittimità: i motivi di ricorso devono essere specifici e non meramente ripetitivi. Un ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione della sentenza impugnata. Pertanto, come ribadito dalla giurisprudenza citata nell’ordinanza (es. Sez. 2, n. 42046 del 17/07/2019), i motivi devono assolvere a una funzione di critica argomentata avverso la decisione precedente. Limitarsi a riproporre le stesse difese, senza attaccare specificamente le ragioni per cui sono state respinte, rende il ricorso solo ‘apparente’ e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche sulla Redazione del Ricorso

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per chiunque si appresti a redigere un ricorso per Cassazione. La specificità è un requisito non negoziabile. È fondamentale analizzare a fondo la motivazione della sentenza d’appello e costruire argomentazioni che ne evidenzino le eventuali lacune, contraddizioni o violazioni di legge. Una semplice riproposizione dei motivi d’appello è una strategia destinata al fallimento, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e costituivano una semplice ripetizione di argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza contenere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Un motivo è considerato ‘generico’ quando si limita a enunciare una tesi o a invocare una norma senza spiegare le ragioni specifiche per cui la decisione del giudice precedente sarebbe errata. Nel caso specifico, non è stato spiegato perché il furto dovesse essere considerato ‘minore’ e dettato da un bisogno impellente.

È possibile riproporre in Cassazione gli stessi argomenti dell’appello?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione richiede che il ricorso contenga una critica puntuale e specifica della motivazione della sentenza d’appello. La mera ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già respinti, senza un confronto con le ragioni addotte dal giudice precedente, rende il ricorso inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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