LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso Cassazione: motivi generici

La Corte di Cassazione affronta un caso con due esiti diversi: per un ricorrente, dichiara l’estinzione del reato per decesso; per l’altro, sancisce l’inammissibilità del ricorso a causa della genericità dei motivi, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione per Genericità dei Motivi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12798 del 2024, offre un chiaro esempio delle conseguenze processuali derivanti da eventi diversi, come il decesso dell’imputato e la presentazione di un’impugnazione carente nei suoi requisiti essenziali. Questa decisione sottolinea l’importanza di una corretta formulazione dei motivi di impugnazione e chiarisce gli effetti dell’inammissibilità del ricorso, un esito che preclude l’esame nel merito della vicenda.

Il Caso: Due Ricorrenti, Due Destini Processuali

La vicenda trae origine dai ricorsi presentati da due individui avverso una sentenza della Corte d’Appello. Tuttavia, le loro posizioni processuali giungono a conclusioni radicalmente opposte dinanzi alla Suprema Corte a causa di due circostanze distinte e dirimenti.

Estinzione del Reato per Morte dell’Imputato

Per il primo ricorrente, il procedimento si conclude prima ancora di entrare nel vivo dell’analisi giuridica. È infatti pervenuta agli atti una comunicazione ufficiale che ne attestava il decesso. Questo evento, secondo i principi fondamentali del diritto penale, determina l’immediata estinzione del reato. La personalità della responsabilità penale impedisce che un procedimento possa proseguire nei confronti di una persona non più in vita. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata nei suoi confronti.

L’Inammissibilità del Ricorso per Motivi Generici

Ben diversa è la sorte del secondo ricorrente. Il suo ricorso è stato giudicato inammissibile dalla Corte di Cassazione, poiché i motivi addotti erano privi della necessaria specificità richiesta dalla legge. L’analisi della Corte si è concentrata su due punti principali.

Critiche Aspecifiche al Giudizio di Responsabilità

Il primo motivo di ricorso, relativo alla valutazione della responsabilità penale, è stato ritenuto ‘aspecifico’. L’imputato, secondo i giudici, si era limitato a sorvolare sulle argomentazioni sviluppate dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con la ricostruzione dei fatti e le conclusioni giuridiche contenute nella sentenza impugnata. Un ricorso in Cassazione non può essere una mera riproposizione delle proprie tesi, ma deve individuare e contestare con precisione i vizi logico-giuridici del provvedimento contestato.

Genericità dei Motivi sulle Circostanze Attenuanti

Anche i motivi relativi al trattamento sanzionatorio sono stati respinti. La Corte ha osservato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione congrua per negare le circostanze attenuanti generiche, facendo riferimento alla gravità del fatto e alla personalità del ricorrente. Inoltre, il motivo di appello relativo all’applicazione dell’attenuante della minima partecipazione (art. 114 c.p.) è stato definito ‘del tutto generico’ e, quindi, non meritevole di alcuna valutazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribadito un principio cardine del giudizio di legittimità: il ricorso deve essere specifico e pertinente. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso rispetto alla decisione impugnata. È necessario che l’appellante articoli censure precise, criticando specificamente i passaggi argomentativi della sentenza che ritiene errati. In mancanza di tale specificità, il ricorso non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, impedendo alla Corte di esaminare la fondatezza delle doglianze. La decisione di inammissibilità comporta, come conseguenza automatica, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa sentenza illustra in modo efficace due diversi epiloghi del processo penale. Da un lato, l’estinzione del reato per morte dell’imputato, un evento naturale che chiude definitivamente la vicenda giudiziaria. Dall’altro, l’inammissibilità del ricorso, un esito processuale che rende definitiva la condanna non perché le ragioni del ricorrente siano infondate, ma perché non sono state esposte in modo tecnicamente corretto. Ciò evidenzia l’importanza cruciale della diligenza e della precisione nella redazione degli atti di impugnazione, la cui genericità può precludere irrimediabilmente l’accesso a un ulteriore grado di giudizio.

Cosa succede a un processo penale se l’imputato muore?
Il reato viene dichiarato estinto per morte del reo. Di conseguenza, la sentenza impugnata viene annullata senza rinvio, ponendo fine al procedimento nei confronti del defunto.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono ‘aspecifici’ o ‘generici’, ovvero se non contestano in modo preciso e dettagliato le argomentazioni logico-giuridiche della sentenza impugnata, ma si limitano a ricostruire i fatti in modo diverso o a ripetere tesi già respinte.

Quali sono le conseguenze economiche dell’inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati