Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando l’Appello è Destinato a Fallire
Presentare un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione richiede un approccio tecnico e rigoroso. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza per ottenere una revisione; è fondamentale articolare motivi di diritto specifici e pertinenti. Un recente provvedimento della Corte chiarisce ancora una volta i motivi che portano a una declaratoria di inammissibilità ricorso Cassazione, una decisione che pone fine al percorso giudiziario con una condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questa ordinanza per comprendere quali errori evitare.
I Fatti del Caso
Tre individui, precedentemente condannati dalla Corte d’Appello per il reato di invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.), hanno presentato ricorsi distinti alla Corte di Cassazione. Le loro argomentazioni miravano a smontare la decisione di secondo grado, ma con strategie diverse:
* Un ricorrente ha lamentato la mancata dichiarazione di improcedibilità del reato per assenza di querela, sostenendo che non fosse stata accertata in modo definitivo la proprietà pubblica dell’immobile in questione.
* Gli altri due ricorrenti hanno contestato l’affermazione della loro responsabilità, basata sulla sola intestazione di un contratto di fornitura elettrica, e la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
La Decisione della Corte: Focus sull’inammissibilità ricorso Cassazione
La Corte di Cassazione ha esaminato i tre ricorsi e li ha dichiarati tutti inammissibili. La decisione si fonda su un principio cardine del giudizio di legittimità: la Corte non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare i fatti e le prove, ma un organo che controlla la corretta applicazione della legge.
Le Motivazioni
Le motivazioni della Corte sono state nette e precise. Per quanto riguarda il primo ricorso, i giudici hanno osservato che il motivo proposto era una semplice riproposizione di argomentazioni già adeguatamente valutate e respinte dalla Corte territoriale. In sostanza, l’imputato non stava sollevando un errore di diritto, ma stava chiedendo ai giudici supremi di riesaminare le prove sulla proprietà dell’immobile, un’attività che esula dal loro compito (il cosiddetto sindacato di legittimità).
Per gli altri due ricorsi, perfettamente sovrapponibili, la Corte ha applicato un ragionamento simile. I motivi erano stati formulati in termini non consentiti in quella sede, poiché si limitavano a reiterare censure già avanzate e disattese nel giudizio d’appello, senza confrontarsi criticamente con le specifiche argomentazioni della sentenza impugnata. Anche in questo caso, le doglianze miravano a ottenere una rivalutazione delle emergenze probatorie, attività riservata esclusivamente al giudice di merito.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame offre una lezione fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Un ricorso per essere ammissibile non può essere una sterile ripetizione delle difese già svolte. Deve, invece, individuare e criticare specifici errori di diritto commessi dal giudice del grado precedente, spiegando perché la sua interpretazione o applicazione della legge è stata errata. Chiedere alla Cassazione di guardare nuovamente le prove o di riconsiderare i fatti è una strategia destinata al fallimento. La conseguenza, come in questo caso, è una declaratoria di inammissibilità ricorso Cassazione, che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, in questa vicenda quantificata in tremila euro per ciascun ricorrente.
Perché un ricorso in Cassazione non può chiedere di riesaminare le prove?
La Corte di Cassazione svolge un “sindacato di legittimità”, ovvero controlla solo la corretta applicazione delle norme di diritto. Non è un giudice di “merito”, quindi non può rivalutare i fatti o le prove del processo, compito che spetta esclusivamente ai tribunali e alle corti d’appello.
Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’ o ‘reiterativo’?
Significa che il ricorso si limita a riproporre le stesse argomentazioni e lamentele già presentate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando. Tale approccio è considerato inammissibile.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
La sentenza di condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) da versare alla Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 34923 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 34923 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/09/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da:
COGNOME NOME, nato a Messina il DATA_NASCITA
COGNOME NOME, nato a Taormina il DATA_NASCITA COGNOME NOME, nato a Messina il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 14/03/2025 della Corte d’appello di Messina dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letti i ricorsi presentati, con tre distinti atti, nell’interesse di NOME COGNOME, NOME COGNOME e NOME COGNOME;
osservato che, per quanto attiene al ricorso del COGNOME, l’unico motivo proposto, con cui si lamenta la mancata declaratoria di improcedibilità per difetto di querela previa riqualificazione del fatto nell’ipotesi di cui all’art. 633 cod. pen stante il mancato accertamento della proprietà degli enti RAGIONE_SOCIALE ed AMAM sull’immobile che si asserisce invaso -, non è formulato in maniera consentita in questa sede in quanto, reiterando – per di più, senza effettivamente confrontarsi con le argomentazioni della sentenza impugnata (cfr. la pag. 6) – profili di censura già avanzati, adeguatamente vagliati e disattesi dalla Corte territoriale, prospetta doglianze dirette a sollecitare una rivalutazione delle fonti probatorie, estranea al sindacato di legittimità;
considerato che, in merito ai ricorsi di COGNOME COGNOMECOGNOME sebbene i ricorrent abbiano depositato due distinti atti, gli stessi risultano perfett sovrapponibili, il che ne consente pertanto la trattazione congiunta co medesime argomentazioni;
reputato che il primo e il secondo motivo di ricorso, con cui la difesa si duo dell’affermazione di responsabilità ex art 633 cod. pen. dei ricorrenti sulla base della sola intestazione della fornitura elettrica (il primo motivo) e della ma applicazione della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis cod. pen. (il motivo), risultano anch’essi formulati in termini non consentiti in questa poiché, reiterando profili di censura già avanzati e adeguatamente disattesi d Corte territoriale (si vedano, in proposito, le pagg. 5-6 dell’impugnata sente non sono scanditi da specifica critica delle argomentazioni poste alla base sentenza impugnata e risultano volti a ottenere una rivalutazione delle emergen probatorie, esclusivamente riservata al giudice di merito;
rilevato, pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento de spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa de ammende.
Così deciso in Roma, il 23 settembre 2025.