Inammissibilità ricorso Cassazione: perché un motivo non pertinente annulla l’appello
Presentare un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione è un’attività che richiede massima precisione e aderenza alle questioni trattate nei precedenti gradi di giudizio. Una recente ordinanza ha ribadito un principio fondamentale: l’inammissibilità del ricorso in Cassazione quando i motivi addotti sono totalmente slegati dalla sentenza impugnata. Questo caso serve da monito sull’importanza di costruire un’impugnazione pertinente e mirata, pena la sua immediata reiezione e l’addebito di ulteriori spese.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato per il reato di evasione ai sensi dell’art. 385 del codice penale, ha presentato ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha basato l’intero ricorso su un unico motivo: la presunta violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale in relazione all’articolo 599-bis dello stesso codice. Quest’ultimo articolo disciplina il cosiddetto ‘concordato anche con rinuncia ai motivi di appello’, un istituto che permette alle parti di accordarsi sulla pena da applicare in secondo grado.
L’analisi della Corte di Cassazione sulla pertinenza del ricorso
La Settima Sezione Penale della Cassazione, esaminando il ricorso, ha immediatamente rilevato una criticità insuperabile. Il motivo presentato dal ricorrente è stato definito ‘del tutto eccentrico rispetto alla sentenza impugnata’. Dagli atti processuali, infatti, non emergeva alcuna richiesta di concordato in appello da parte della difesa, né tantomeno l’esistenza di un accordo di questo tipo. Di conseguenza, lamentare la violazione di una norma relativa a un istituto mai invocato o utilizzato nel processo di merito si è rivelata una strategia processuale priva di qualsiasi fondamento. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione è stata la logica e inevitabile conseguenza di tale impostazione.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che un ricorso, per essere ammissibile, deve confrontarsi direttamente con le ‘ragioni di fatto e di diritto esposte nella sentenza di appello’. In altre parole, l’impugnazione deve criticare specificamente il ragionamento seguito dal giudice di secondo grado per giungere alla sua decisione. Nel caso di specie, il motivo di ricorso non solo non criticava la sentenza d’appello, ma introduceva un tema – quello del concordato – completamente estraneo al dibattito processuale svoltosi. Un simile vizio rende il ricorso inidoneo a raggiungere il suo scopo, trasformandolo in un atto che non può essere esaminato nel merito. La Corte ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione palesemente infondata.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: l’efficacia di un ricorso per Cassazione dipende dalla sua capacità di colpire nel segno, contestando in modo logico e pertinente i pilastri su cui si fonda la decisione impugnata. Presentare motivi ‘eccentrici’, astratti o slegati dalla realtà processuale non solo è inutile, ma è anche controproducente. Comporta infatti una declaratoria di inammissibilità che preclude ogni discussione sul merito della vicenda e aggrava la posizione del ricorrente con l’imposizione di sanzioni economiche. Per i professionisti del diritto, ciò ribadisce la necessità di uno studio attento e scrupoloso degli atti e di una redazione dei motivi di ricorso che sia sempre ancorata alla specifica decisione che si intende censurare.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il suo unico motivo era ‘del tutto eccentrico’, ovvero non pertinente alla sentenza impugnata. Contestava la violazione di norme su un concordato in appello che non era mai stato né richiesto né discusso nel processo.
Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘eccentrico’?
Significa che la ragione posta a fondamento dell’impugnazione è completamente slegata e irrilevante rispetto al contenuto e alle motivazioni della decisione che si sta contestando, non confrontandosi con le argomentazioni di fatto e di diritto del giudice precedente.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 11250 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 11250 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 16/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 10/03/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Ritenuto che il motivo dedotto con il ricorso in relazione alla sentenza di condanna per il reato di cui all’art. 385 cod. pen. è inammissibile perché tutto eccentrico rispetto alla sentenza impugnata;
Considerato, infatti, che con un unico motivo di ricorso il ricorrente deduce la violazione dell’art. 129 cod. proc. pen. in relazione all’art. 59 cod. proc. pen.;
che non risulta esserci stato alcun concordato in appello, non trovandosi in atti alcuna richiesta da parte della difesa;
che, pertanto, il motivo di ricorso non si confronta con le ragioni di fatt di diritto esposte nella sentenza di appello;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 16/02/2023