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Inammissibilità ricorso cassazione: motivazione logica

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso in materia di stupefacenti, ribadendo il proprio ruolo di giudice di legittimità. La Corte ha stabilito che non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. L’appello è stato considerato un tentativo di ottenere una nuova valutazione delle prove, portando alla condanna della ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso cassazione: quando la motivazione è sufficiente?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6476 del 2024, torna a definire i confini del proprio giudizio, chiarendo i motivi che portano all’inammissibilità del ricorso per cassazione. La decisione sottolinea un principio fondamentale: la Corte Suprema è un giudice di legittimità, non un terzo grado di giudizio dove poter ridiscutere i fatti. Questo caso, nato da una condanna per spaccio di stupefacenti, offre lo spunto per analizzare i limiti del vizio motivazionale e le severe conseguenze di un ricorso infondato.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, a seguito di un giudizio abbreviato. L’imputata era stata riconosciuta colpevole del reato continuato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, con una pena di un anno di reclusione e 1.600 euro di multa. La sentenza era stata successivamente confermata dalla Corte di Appello di Firenze.

Contro la decisione di secondo grado, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e, soprattutto, un vizio di motivazione. Secondo la ricorrente, la condanna si basava su un materiale probatorio carente e insufficiente a dimostrare la sua colpevolezza.

L’Inammissibilità del Ricorso per Cassazione e i suoi Limiti

La difesa ha tentato di scardinare la sentenza d’appello sostenendo che la motivazione fosse viziata. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato tale approccio, qualificando il ricorso come inammissibile.

I Giudici Supremi hanno ribadito che il loro compito non è quello di procedere a una nuova valutazione dei fatti o a una rilettura degli elementi di prova. Il controllo di legittimità si concentra esclusivamente sulla coerenza strutturale e sulla tenuta logico-argomentativa della decisione impugnata. Non è possibile, in sede di Cassazione, sostituire la valutazione dei giudici di merito con una diversa, anche se altrettanto plausibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel dichiarare l’inammissibilità del ricorso per cassazione, la Corte ha spiegato che le censure mosse dalla ricorrente, pur presentate come vizi di motivazione, celavano in realtà la richiesta di una nuova e più favorevole lettura delle prove. La difesa contestava, ad esempio, le conclusioni tratte dalla Corte d’Appello riguardo al confezionamento in dosi della sostanza, elemento che era stato ritenuto un chiaro indizio della finalità di spaccio.

La Corte territoriale, secondo gli Ermellini, aveva fornito una motivazione congrua e non manifestamente illogica. Di conseguenza, il tentativo di rimettere in discussione tale valutazione fattuale in sede di legittimità è stato ritenuto inammissibile.

Inoltre, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Rilevando che non vi erano elementi per ritenere che la ricorrente avesse proposto il ricorso senza colpa, l’ha condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione serve a scoraggiare ricorsi palesemente infondati, che mirano solo a ritardare la definitività della sentenza.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il giudizio della Corte di Cassazione è un controllo sulla corretta applicazione della legge, non un’ulteriore istanza per riesaminare il merito della vicenda. Un ricorso è ammissibile solo se evidenzia vizi specifici, come una motivazione palesemente illogica, contraddittoria o inesistente. Quando, invece, si limita a proporre una diversa interpretazione delle prove già vagliate dai giudici di primo e secondo grado, il suo destino è segnato: l’inammissibilità, con le relative conseguenze economiche per il proponente.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nel valutare la motivazione di una sentenza?
Il ruolo della Corte di Cassazione è quello di controllare la coerenza strutturale e la tenuta logico-argomentativa della decisione. Non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma solo verificare che la motivazione non sia illogica o contraddittoria.

Perché il ricorso in esame è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, dietro l’apparenza di una critica alla motivazione, la ricorrente cercava di ottenere una nuova e diversa lettura delle prove già esaminate nei gradi precedenti, un’attività che non è consentita in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile per colpa del ricorrente?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile e si ritiene che sia stato proposto con colpa, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, fissata equitativamente dal giudice (nel caso specifico, 3.000 euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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