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Inammissibilità ricorso Cassazione: motivazione illogica

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per tentata rapina impropria. La decisione si fonda sul principio che il giudizio di legittimità non può rivalutare i fatti, ma solo verificare la coerenza logico-giuridica della motivazione. In questo caso, il ricorso è stato respinto in quanto mirava a una diversa interpretazione delle prove, e non a evidenziare un’illogicità manifesta, portando all’inammissibilità ricorso Cassazione e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso Cassazione: quando la motivazione è immune da vizi logici

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7509 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. Questo significa che la Suprema Corte non può riesaminare i fatti del processo, ma deve limitarsi a controllare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Il caso in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso venga respinto quando, invece di denunciare vizi di legittimità, tenta di proporre una diversa lettura delle prove, portando a una dichiarazione di inammissibilità ricorso Cassazione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato contro la sentenza della Corte di Appello che aveva confermato la sua condanna per il reato di tentata rapina impropria. L’imputato, dopo aver commesso un furto, aveva usato minacce nei confronti della vittima per evitare di essere denunciato e garantirsi l’impunità. I giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, avevano ritenuto provata la sua colpevolezza, negando inoltre la concessione delle circostanze attenuanti generiche e di quella specifica per il danno di lieve entità.

L’Analisi della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno sottolineato che i motivi presentati dal ricorrente non denunciavano reali violazioni di legge o vizi logici macroscopici, ma si limitavano a sollecitare una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio, attività preclusa in sede di legittimità.

La Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento secondo cui il vizio di motivazione, per essere rilevante, deve essere così evidente da risultare percepibile ictu oculi, ovvero a prima vista. Non bastano minime incongruenze o la possibilità di una lettura alternativa dei fatti. La motivazione della Corte d’Appello è stata invece giudicata congrua, logica e adeguata, avendo spiegato in modo convincente le ragioni della decisione. Pertanto, i tentativi della difesa di offrire una ricostruzione differente sono stati ritenuti inconsistenti.

Le Motivazioni sul Diniego delle Attenuanti

Un punto centrale del ricorso riguardava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti. La Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, ritenendola correttamente motivata.

In primo luogo, le attenuanti generiche non sono state concesse per l’assenza totale di elementi positivi di valutazione a favore dell’imputato. La loro concessione non è un obbligo per il giudice, ma una facoltà da esercitare solo in presenza di elementi concreti che giustifichino un trattamento sanzionatorio più mite.

In secondo luogo, è stata respinta anche la richiesta di applicazione dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.). La Corte ha specificato che la valutazione di tale circostanza non deve limitarsi al solo valore economico del bene sottratto, che pure poteva essere irrisorio. È necessario considerare l’intero pregiudizio subito dalla vittima, includendo anche l’effetto della minaccia e della coercizione subita. Poiché la condotta minacciosa aveva avuto un impatto significativo sulla persona offesa, il danno complessivo non poteva essere qualificato come di speciale tenuità.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un’importante conferma dei limiti del sindacato della Corte di Cassazione. Il ricorso per Cassazione deve essere uno strumento per far valere errori di diritto o palesi illogicità nel ragionamento del giudice, non per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti. Quando i motivi del ricorso si traducono in una richiesta di rivalutazione delle prove, l’esito non può che essere una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando è dichiarato inammissibile un ricorso in Cassazione?
Un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, ovvero quando non denuncia reali violazioni di legge o vizi logici evidenti, ma si limita a proporre una diversa interpretazione delle prove o una rivalutazione dei fatti già decisi dai giudici di merito.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse perché i giudici non hanno riscontrato alcun elemento di positiva valutazione nei fatti o nel comportamento dell’imputato che potesse giustificare una riduzione della pena.

Ai fini dell’attenuante del danno di lieve entità, si considera solo il valore economico?
No, la valutazione non si limita al solo valore economico del bene sottratto. Secondo la Corte, bisogna considerare il pregiudizio complessivo subito dalla vittima, che include anche gli effetti non patrimoniali del reato, come la minaccia e la coercizione psicologica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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