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Inammissibilità ricorso Cassazione: limiti del riesame

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso contro una condanna per ricettazione di passaporti. La decisione si fonda sul principio che il ricorso era meramente reiterativo di censure già esaminate e mirava a un riesame dei fatti, compito che esula dalle funzioni della Corte. Questo caso chiarisce i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso in Cassazione, inclusa la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando le Doglianze si Scontrano con i Limiti del Giudizio

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di uno dei principi cardine del nostro sistema processuale penale: l’inammissibilità del ricorso in Cassazione quando questo si limita a riproporre le stesse questioni di fatto già decise nei gradi di merito. Analizziamo una vicenda che, partendo da un’accusa di ricettazione, culmina in una pronuncia che ribadisce la natura e i confini del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione. L’imputato era stato trovato in possesso di due passaporti di provenienza illecita. Sia il Tribunale di primo grado, con sentenza del 25 marzo 2022, sia la Corte di Appello di Brescia, con decisione del 27 ottobre 2022, avevano confermato la sua colpevolezza, condannandolo a una pena di 8 mesi di reclusione e 600 euro di multa.

Contro la sentenza d’appello, la difesa proponeva ricorso per Cassazione. Il motivo principale del ricorso verteva sulla presunta violazione di legge riguardo alla ritenuta provenienza illecita dei documenti, contestando di fatto l’accertamento compiuto dai giudici di merito.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, non solo la condanna è diventata definitiva, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa decisione evidenzia come un ricorso non adeguatamente formulato possa avere conseguenze economiche significative per l’imputato.

Le Motivazioni: la Ragione dietro l’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni addotte dalla Suprema Corte. I giudici hanno sottolineato come le censure formulate dal difensore non fossero altro che una mera riproposizione delle stesse doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La motivazione della corte territoriale era stata giudicata logica, coerente e priva di vizi evidenti.

Il punto cruciale è che la difesa, invece di evidenziare errori di diritto o vizi logici nella sentenza impugnata, ha tentato di sollecitare una nuova e diversa lettura degli elementi di fatto. Questo approccio è incompatibile con la funzione della Corte di Cassazione. Il suo compito, infatti, è il cosiddetto “sindacato di legittimità”: un controllo sulla corretta applicazione delle norme giuridiche e sulla coerenza logica della motivazione, non un terzo grado di giudizio sui fatti.

Chiedere alla Cassazione di rivalutare le prove e le emergenze fattuali significa esulare dal perimetro del suo potere giurisdizionale, trasformando un giudizio di legittimità in un inammissibile giudizio di merito.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di primo e secondo grado. Per avere successo, il ricorso deve concentrarsi su specifiche violazioni di legge o su palesi illogicità della motivazione che rendano la decisione giuridicamente insostenibile.

La semplice riproposizione di argomenti fattuali già vagliati è destinata a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità. Ciò non solo rende vana l’impugnazione, ma comporta anche ulteriori oneri economici per il ricorrente. La decisione serve quindi come monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento tecnico che richiede argomentazioni giuridiche precise e non può essere utilizzato come un’ultima spiaggia per tentare di ottenere una nuova valutazione del merito della vicenda.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure formulate erano una mera reiterazione di doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello con una motivazione logica. Inoltre, il ricorso mirava a ottenere un riesame dei fatti, attività che esula dalla competenza della Corte di Cassazione, limitata al sindacato di legittimità.

Qual era il reato per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato per il delitto di ricettazione, in quanto riconosciuto colpevole di aver ricevuto due passaporti di provenienza illecita.

Cosa non può fare la Corte di Cassazione quando esamina un ricorso?
La Corte di Cassazione non può procedere a un riesame dei fatti o a una rilettura alternativa delle emergenze processuali. Il suo ruolo è limitato a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito della ricostruzione fattuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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