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Inammissibilità ricorso Cassazione: la reiterazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 28/05/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso in materia di ricettazione. La decisione sottolinea come la semplice ripetizione dei motivi già respinti in appello porti all’inammissibilità ricorso Cassazione per mancanza di specificità, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando Ripetere gli Stessi Motivi è Controproducente

L’ordinanza in esame, emessa dalla Corte di Cassazione, offre un’importante lezione sulla tecnica redazionale dei ricorsi. Il caso riguarda una condanna per ricettazione e la successiva impugnazione, ma il suo fulcro è una questione procedurale cruciale: l’inammissibilità ricorso Cassazione quando i motivi sono una semplice riproposizione di quelli già esaminati e respinti in appello. Analizziamo questa decisione per comprendere perché la strategia difensiva basata sulla mera ripetizione si rivela non solo inefficace, ma anche costosa.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione. In sede di appello, la difesa aveva chiesto il riconoscimento dell’ipotesi attenuata prevista dall’articolo 648, quarto comma, del codice penale, che prevede una pena ridotta per i fatti di “particolare tenuità”. La Corte d’Appello di Torino, tuttavia, aveva respinto tale richiesta, motivando la sua decisione sulla base della “non lieve entità dei fatti” e delle “modalità della condotta” dell’imputato.

Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua impugnazione su due motivi principali, entrambi volti a criticare il mancato riconoscimento della circostanza attenuante.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Suprema Corte non è entrata nel merito della questione. Ha invece dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non si basa sulla fondatezza o meno della richiesta di attenuante, ma su un vizio procedurale fondamentale: la natura dei motivi di ricorso presentati. Secondo i giudici, i motivi erano una “pedissequa reiterazione” di quelli già sollevati in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Mancanza di Specificità e il Ruolo del Ricorso in Cassazione

Il cuore della decisione risiede nel principio di specificità dei motivi di ricorso per Cassazione. La Corte ha chiarito che un ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già vagliate nel grado precedente. Deve, invece, svolgere una funzione di critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata. In altre parole, il ricorrente deve spiegare precisamente perché le motivazioni della Corte d’Appello sono errate in diritto o viziate logicamente.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una chiara giustificazione per negare l’attenuante (gravità dei fatti e modalità della condotta). Il ricorso in Cassazione, omettendo di contestare specificamente questo ragionamento, si è limitato a ripresentare la richiesta, risultando così un atto “non specifico ma soltanto apparente”. Questo tipo di approccio snatura la funzione stessa del giudizio di legittimità, che non è un terzo grado di merito per rivalutare i fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. L’inammissibilità ricorso Cassazione diventa, quindi, la sanzione per un atto che non assolve alla sua tipica funzione critica.

Conclusioni: Lezioni Pratiche per un Ricorso Efficace

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Un ricorso efficace non è quello che ripete ostinatamente le proprie ragioni, ma quello che analizza a fondo la sentenza impugnata, ne individua i punti deboli sul piano logico-giuridico e costruisce una critica puntuale e motivata. La “pedissequa reiterazione” è una strategia perdente che porta non solo al rigetto del ricorso, ma anche a ulteriori conseguenze economiche per il ricorrente. La lezione è chiara: per sperare in un esito favorevole in Cassazione, è indispensabile un’argomentazione nuova, specifica e mirata a demolire il ragionamento del giudice precedente, non a ignorarlo.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una mera e letterale ripetizione degli argomenti già discussi e respinti dalla Corte d’Appello, mancando quindi del requisito di specificità richiesto per un ricorso in Cassazione.

Cosa si intende per ‘pedissequa reiterazione’ in un contesto legale?
Significa riproporre le stesse identiche argomentazioni di un precedente grado di giudizio senza formulare una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza che si sta impugnando. È un ‘copia e incolla’ di difese precedenti, considerato proceduralmente inefficace.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma aggiuntiva di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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