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Inammissibilità ricorso Cassazione: la guida al caso

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso in un caso di bancarotta. La decisione si fonda sul principio che i motivi del ricorso non possono essere una mera ripetizione di quelli già presentati in appello e non possono mirare a una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Suprema Corte. Questa ordinanza ribadisce la necessità di specificità nei ricorsi, sanzionando la ricorrente con il pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende, confermando così la rigidità dei criteri per l’accesso al giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Perché la Mera Ripetizione dei Motivi non Basta

L’accesso al giudizio di legittimità presso la Corte di Cassazione è un percorso rigoroso, governato da principi procedurali precisi. Uno degli ostacoli più comuni è l’inammissibilità del ricorso in Cassazione, una sanzione che impedisce alla Suprema Corte di esaminare il merito della questione. Una recente ordinanza offre un chiaro esempio di come la semplice riproposizione dei motivi d’appello e la richiesta di una nuova valutazione dei fatti portino inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguenze economiche per il ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un’imprenditrice condannata in primo grado per plurimi fatti di bancarotta legati al fallimento di una società a responsabilità limitata, dichiarato nel novembre 2015. La sentenza di condanna veniva successivamente confermata integralmente dalla Corte d’Appello competente.

Non arrendendosi alla doppia pronuncia conforme, l’imputata decideva di presentare ricorso per cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della sentenza di condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. La decisione si basa su principi consolidati della procedura penale che definiscono i limiti del giudizio di legittimità.

Le Motivazioni: L’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione per Genericità

La Corte ha fondato la sua decisione su due pilastri argomentativi interconnessi, che rappresentano un monito per chiunque intenda adire la Suprema Corte.

In primo luogo, i giudici hanno rilevato la totale assenza di “specificità estrinseca” nei motivi del ricorso. In termini semplici, il ricorso si limitava a una “pedissequa reiterazione” delle argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Non vi era, quindi, una critica puntuale e argomentata delle ragioni esposte nella sentenza di secondo grado, ma solo una loro sterile riproposizione. Questo vizio rende il ricorso generico e, come tale, inammissibile.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che i motivi proposti miravano, in sostanza, a ottenere una “inammissibile ricostruzione dei fatti”. La ricorrente chiedeva alla Cassazione di rivalutare le prove e di adottare criteri di giudizio diversi da quelli del giudice di merito. Tuttavia, come ribadito costantemente dalla giurisprudenza (citando la storica sentenza delle Sezioni Unite n. 6402 del 1997), la Cassazione non è un “terzo grado di giudizio” sul fatto. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, non effettuare una “rilettura” degli elementi di fatto, la cui valutazione è riservata in via esclusiva ai giudici di merito.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale: il ricorso per cassazione deve essere un atto tecnicamente sofisticato, non la semplice ripetizione di doglianze già esaminate. Per avere una possibilità di essere accolto, deve individuare vizi logici o giuridici specifici nella motivazione della sentenza impugnata. Tentare di trasformare il giudizio di legittimità in una nuova valutazione del merito è una strategia destinata al fallimento e comporta conseguenze economiche significative, come la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati erano una semplice e acritica ripetizione di quelli già dedotti nel giudizio d’appello, mancando quindi della necessaria specificità richiesta per un ricorso in Cassazione.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte ha ribadito che una ‘rilettura’ degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione è un’attività che esula dai suoi poteri, essendo la valutazione del merito riservata in via esclusiva al giudice dei gradi precedenti.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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