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Inammissibilità ricorso cassazione: il caso deciso

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per possesso di oltre 400 dosi di sostanze stupefacenti. La Corte ha ritenuto che la notevole quantità escludesse la minima offensività del fatto, rendendo il ricorso manifestamente infondato e confermando l’importanza del principio di inammissibilità ricorso cassazione.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: La Quantità della Droga è Decisiva

L’ordinamento giuridico prevede dei filtri per evitare che la Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio, venga sommersa da ricorsi palesemente infondati. Uno di questi filtri è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in cassazione. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come questo principio venga applicato, specialmente in materia di stupefacenti, dove la quantità della sostanza detenuta gioca un ruolo cruciale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte di Appello di Firenze. L’imputato era stato condannato per il possesso di una quantità di sostanze stupefacenti corrispondente a oltre 400 dosi medie singole. La difesa aveva proposto ricorso per cassazione chiedendo una riqualificazione del reato, sostenendo che la condotta fosse caratterizzata da un grado minimo di offensività. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere una pena più mite, riconducendo il fatto a una fattispecie di minore gravità.

La Decisione sull’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto categoricamente la tesi difensiva. Ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la richiesta di riqualificazione del tutto priva di fondamento. La conseguenza diretta di questa decisione non è solo la conferma della condanna, ma anche l’applicazione di sanzioni pecuniarie a carico del ricorrente.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su un punto centrale: la quantità della sostanza. I giudici hanno stabilito che il possesso di un quantitativo pari a “oltre 400 dosi medie singole” è un fattore di per sé sufficiente a rendere la fattispecie non riconducibile a un “grado minimo di offensività”. In altre parole, una quantità così ingente di stupefacente esclude a priori la possibilità di considerare il fatto come di lieve entità.

La Corte ha evidenziato come la richiesta di riqualificazione fosse illegittima proprio perché si scontrava con l’evidenza fattuale della gravità della condotta, desumibile dal numero di dosi. Di conseguenza, il ricorso è stato considerato manifestamente infondato.

Citando l’art. 616 del codice di procedura penale e una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), la Cassazione ha ribadito che, quando non sussistono elementi per ritenere che il ricorrente abbia agito senza colpa nel determinare la causa di inammissibilità, alla declaratoria di inammissibilità consegue la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata equitativamente fissata in 3.000,00 Euro.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è uno strumento per tentare di rimettere in discussione valutazioni di fatto già consolidate nei gradi di merito, soprattutto quando le argomentazioni sono palesemente in contrasto con le evidenze processuali. La quantità della sostanza stupefacente rimane un indice primario per valutare la gravità del reato e, come in questo caso, può costituire un ostacolo insormontabile alla richiesta di riqualificazione in un reato meno grave. La decisione serve da monito sull’importanza di proporre ricorsi solidamente argomentati, per non incorrere non solo nel rigetto, ma anche in significative sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la richiesta di riqualificare il reato in una fattispecie di minima offensività è stata ritenuta manifestamente infondata. La Corte ha considerato il possesso di oltre 400 dosi di sostanza stupefacente un fatto di per sé incompatibile con una lieve entità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, in questo caso fissata in 3.000,00 Euro, in favore della Cassa delle ammende.

La quantità della sostanza stupefacente è sempre decisiva?
Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha considerato la grande quantità di sostanza (oltre 400 dosi) come un fattore decisivo per escludere il ‘grado minimo di offensività’ necessario per poter accogliere la richiesta di riqualificazione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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