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Inammissibilità ricorso cassazione: ecco perché

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il ricorso è stato respinto in quanto ritenuto generico: non contestava specificamente le motivazioni della Corte d’Appello, ma si limitava a ripetere le argomentazioni precedenti. La decisione sottolinea il principio di inammissibilità del ricorso in cassazione quando manca una critica argomentata e puntuale alla sentenza impugnata, comportando per il ricorrente la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso cassazione: ecco perché

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per accedervi è necessario rispettare requisiti di forma e sostanza molto stringenti. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi possa portare a una declaratoria di inammissibilità del ricorso in cassazione, con conseguenze significative per il ricorrente. Analizziamo insieme la vicenda e i principi di diritto affermati.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver causato un incidente. La condanna, emessa in primo grado dal Tribunale, veniva confermata anche dalla Corte d’Appello. La pena stabilita era di un anno di arresto e 3.000,00 euro di ammenda.

Non soddisfatto della decisione, l’imputato, tramite il proprio difensore, ha proposto ricorso per cassazione. Il ricorso si basava su un unico motivo: una presunta violazione di legge sia riguardo all’affermazione della sua responsabilità penale, sia per la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La ragione di questa drastica decisione non risiede nel merito delle questioni sollevate, ma in un vizio procedurale fondamentale: la genericità dei motivi addotti. Secondo i giudici, il ricorso non faceva altro che riproporre le medesime doglianze già esposte nell’atto di appello, senza però confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza di secondo grado. Questo approccio ha reso inevitabile la declaratoria di inammissibilità del ricorso in cassazione.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio cardine del diritto processuale: la funzione tipica di un’impugnazione è quella di una “critica argomentata” al provvedimento che si contesta. Ciò significa che non è sufficiente lamentare genericamente un’ingiustizia o ripetere argomenti già respinti. È invece indispensabile che l’atto di impugnazione, specialmente in sede di legittimità, contenga un confronto puntuale e specifico con le argomentazioni della decisione impugnata.

Il ricorrente deve indicare con precisione:
1. Le ragioni di diritto che si assumono violate.
2. Gli elementi di fatto che fondano il proprio dissenso.

Nel caso di specie, l’imputato si è limitato a reiterare le critiche già esaminate e motivate dalla Corte d’Appello, senza spiegare perché le risposte fornite da quest’ultima fossero errate o illogiche. Quando un motivo di ricorso non si confronta con la motivazione della sentenza impugnata, perde la sua funzione essenziale e si destina inevitabilmente all’inammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non basta essere convinti delle proprie ragioni; è cruciale saperle articolare in modo specifico e pertinente rispetto alla decisione che si intende censurare. Un ricorso “fotocopia” dell’appello, che ignora le motivazioni del giudice di secondo grado, è destinato al fallimento. Le conseguenze non sono solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico ammonta a 3.000,00 euro. La redazione di un ricorso per cassazione richiede, quindi, un’analisi approfondita e una critica mirata, pena l’inammissibilità.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché riproponeva le stesse critiche già presentate nell’appello, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello. La Cassazione lo ha ritenuto un ricorso generico.

Qual è la funzione tipica di un atto di impugnazione secondo la Corte?
Secondo la Corte, la funzione tipica dell’impugnazione è quella della “critica argomentata” contro il provvedimento che si contesta. Ciò richiede un confronto puntuale con le argomentazioni della decisione impugnata, indicando le specifiche ragioni di diritto e di fatto che sostengono il dissenso.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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