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Inammissibilità ricorso cassazione: ecco perché

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso una condanna per il reato di cui all’art. 648 c.p. I giudici hanno stabilito che l’inammissibilità del ricorso in cassazione deriva da motivi di impugnazione che erano mere ripetizioni di argomenti già respinti in appello, contestazioni di merito non ammissibili in sede di legittimità, o questioni sollevate per la prima volta in Cassazione in violazione del principio devolutivo. La decisione ha anche comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

L’ordinanza in esame offre uno spaccato chiaro sui motivi che possono portare alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, analizzando se il ricorso possiede i requisiti minimi per essere giudicato. Comprendere queste dinamiche è fondamentale per capire i limiti del giudizio di legittimità e l’importanza di una corretta strategia difensiva fin dai primi gradi di giudizio.

I Fatti del Caso

Il ricorrente impugnava una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato previsto dall’articolo 648 del codice penale (ricettazione). La difesa sollevava tre specifici motivi di ricorso, sperando di ottenere un annullamento della condanna o una rideterminazione della pena.

I Motivi del Ricorso Respinti dalla Corte

La difesa dell’imputato aveva articolato il ricorso su tre punti principali:

1. Vizio di motivazione sull’elemento soggettivo: Si contestava la logicità della motivazione con cui i giudici di merito avevano ritenuto provato il dolo, cioè la consapevolezza della provenienza illecita del bene.
2. Mancata esclusione della recidiva: Si lamentava che la Corte d’Appello non avesse escluso la recidiva, il che avrebbe portato all’estinzione del reato per prescrizione.
3. Diniego delle pene sostitutive: Si criticava il mancato riconoscimento di pene alternative alla detenzione, in particolare l’accesso ai lavori di pubblica utilità.

Tuttavia, nessuno di questi motivi ha superato il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Le Motivazioni: Perché si Arriva all’Inammissibilità del Ricorso Cassazione

La Corte di Cassazione, con una motivazione sintetica ma incisiva, ha spiegato perché ciascun motivo fosse inammissibile.

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha sottolineato come non sia possibile, in sede di legittimità, rivalutare l’elemento soggettivo del reato. Tale valutazione appartiene al giudice di merito. Il ricorso, su questo punto, si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, trasformandosi in una richiesta di nuova valutazione dei fatti, inammissibile in Cassazione.

Il secondo motivo, relativo alla recidiva e alla prescrizione, è stato giudicato ‘manifestamente infondato e totalmente generico’. I giudici di legittimità hanno osservato che la difesa non si era confrontata con la motivazione della sentenza d’appello, la quale aveva correttamente bilanciato le circostanze attenuanti generiche con la recidiva, ritenendole prevalenti (giudizio di sub-valenza), ma senza escludere del tutto la recidiva stessa. La censura era quindi priva di fondamento.

Infine, il terzo motivo è stato dichiarato inammissibile per una ragione puramente processuale: la violazione del principio devolutivo. La richiesta di applicazione delle pene sostitutive non era mai stata presentata come motivo d’appello. Introdurre la questione per la prima volta in Cassazione è una pratica non consentita, poiché il giudizio di legittimità è limitato ai punti già discussi nei precedenti gradi di giudizio.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

Questa ordinanza ribadisce principi cardine del processo penale. In primo luogo, il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove. Esso serve a controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non a riscrivere i fatti. In secondo luogo, ogni motivo di ricorso deve essere specifico e confrontarsi puntualmente con la decisione impugnata, evitando la genericità. Infine, emerge l’importanza strategica di presentare tutte le istanze difensive nei gradi di merito, poiché il principio devolutivo preclude la possibilità di sollevare nuove questioni dinanzi alla Suprema Corte. La declaratoria di inammissibilità del ricorso in cassazione non è solo un esito processuale, ma una sanzione per un’impugnazione che non rispetta le regole fondamentali del giudizio di legittimità.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono una mera ripetizione di argomenti già valutati e respinti in appello, se riguardano apprezzamenti di fatto riservati ai giudici di merito, o se sollevano questioni nuove, mai dedotte nei precedenti gradi di giudizio.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Un motivo è ‘generico’ quando non si confronta specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limita a una critica astratta o a riproporre le proprie tesi senza indicare le specifiche illogicità o violazioni di legge commesse dal giudice precedente.

È possibile chiedere per la prima volta in Cassazione l’applicazione di pene sostitutive come i lavori di pubblica utilità?
No. Secondo il principio devolutivo, la Corte di Cassazione può esaminare solo le questioni che sono state oggetto dei motivi di appello. Introdurre una richiesta simile per la prima volta in sede di legittimità rende il motivo inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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