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Inammissibilità ricorso cassazione e nuove norme

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso, stabilendo un principio fondamentale: se il ricorso è inammissibile, non si possono applicare le nuove norme più favorevoli sopravvenute, come la procedibilità a querela introdotta per il reato di danneggiamento aggravato. La Corte chiarisce che l’inammissibilità del ricorso in cassazione impedisce la formazione di un valido rapporto processuale, cristallizzando la condanna precedente.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando le Nuove Norme non si Applicano

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale nel diritto processuale penale: gli effetti della inammissibilità del ricorso in cassazione sull’applicazione di una normativa più favorevole sopravvenuta. La Corte Suprema di Cassazione, con l’ordinanza n. 32025/2024, ha chiarito che un ricorso inammissibile non consente di beneficiare delle modifiche legislative che introducono una nuova condizione di procedibilità, come la querela di parte.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Brescia. L’imputato contestava principalmente il diniego delle circostanze attenuanti generiche in relazione alla sua condanna. Durante la pendenza del ricorso in Cassazione, è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 31 del 2024, una novità normativa di grande rilievo. Tale decreto ha modificato il regime di procedibilità per il reato di danneggiamento aggravato (per esposizione del bene alla pubblica fede), trasformandolo da reato procedibile d’ufficio a reato procedibile a querela della persona offesa.

Di fronte a questa modifica, la difesa ha sollevato un nuovo motivo, sostenendo che, in assenza di querela, il procedimento avrebbe dovuto essere dichiarato improcedibile.

L’Inammissibilità del Ricorso Cassazione e le Sue Conseguenze

La Corte di Cassazione ha esaminato in via prioritaria il motivo di ricorso originario, quello relativo alle attenuanti generiche. I giudici lo hanno ritenuto manifestamente infondato, sottolineando come la motivazione della corte di merito fosse logica e priva di vizi evidenti. Secondo un principio consolidato, il giudice non è tenuto a considerare ogni singolo elemento, ma solo quelli ritenuti decisivi.

Questa valutazione ha portato a una conseguenza determinante: la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in cassazione. La Corte ha spiegato che un ricorso inammissibile non instaura un valido rapporto processuale. È come se il giudizio di legittimità non fosse mai validamente iniziato. Di conseguenza, il giudice non ha il potere di esaminare questioni sopravvenute, incluse le nuove condizioni di procedibilità.

Le Motivazioni della Corte

La decisione si fonda su un principio giuridico consolidato, già espresso dalle Sezioni Unite (sentenza n. 40150/2018). Quando un ricorso è inammissibile, la sentenza impugnata passa in giudicato “sostanziale”. Questo significa che la decisione diventa definitiva e non può più essere modificata. L’inammissibilità del ricorso preclude la rilevabilità di qualsiasi causa di estinzione del reato o di improcedibilità che sia sorta dopo la sentenza impugnata.

La Corte ha specificato che la nuova procedibilità a querela, introdotta dal d.lgs. n. 31/2024, non costituisce un’ipotesi di abolitio criminis (l’abolizione del reato stesso), la quale potrebbe avere effetti anche sul giudicato. Si tratta, invece, di una modifica del regime di procedibilità. Pertanto, l’inammissibilità del ricorso agisce come una barriera invalicabile, impedendo l’applicazione della nuova e più favorevole disciplina. Il procedimento non può essere considerato “pendente” ai fini dell’applicazione della nuova norma se l’atto che lo ha introdotto è viziato da inammissibilità.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza ribadisce un concetto fondamentale: la sorte di un ricorso in Cassazione è segnata dalla sua ammissibilità. Un ricorso viziato da inammissibilità fin dall’origine non può essere “salvato” da una normativa favorevole sopravvenuta. La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo il rigetto delle richieste del ricorrente, ma anche la sua condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di redigere ricorsi solidi e fondati, poiché l’inammissibilità preclude ogni ulteriore discussione, cristallizzando la decisione dei giudici di merito.

Se una legge rende un reato procedibile solo a querela, questa modifica si applica a un processo già in Cassazione?
No, se il ricorso presentato in Cassazione è ritenuto inammissibile. Secondo l’ordinanza, l’inammissibilità impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale e, di conseguenza, la rilevabilità di cause di improcedibilità sopravvenute.

Cosa significa che un ricorso in Cassazione è ‘inammissibile’?
Significa che l’atto di impugnazione presenta vizi tali (ad esempio, è manifestamente infondato) da non poter essere esaminato nel merito. Questa dichiarazione chiude il processo senza analizzare le questioni di fondo sollevate dal ricorrente, rendendo definitiva la sentenza precedente.

Perché la Corte non ha considerato il motivo relativo alla mancanza di querela?
La Corte ha stabilito che l’inammissibilità originaria del ricorso (per la manifesta infondatezza del motivo sulle attenuanti generiche) preclude l’esame di qualsiasi altra questione. L’inammissibilità ‘cristallizza’ la situazione giuridica e impedisce di applicare le nuove norme più favorevoli, come quella sulla procedibilità a querela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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