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Inammissibilità ricorso Cassazione e furto aggravato

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. I motivi sono stati ritenuti manifestamente infondati, come la presunta assenza di querela, o del tutto generici. La Corte ha inoltre confermato che il termine di prescrizione per il reato non era ancora maturato, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando i Motivi sono Generici

L’esito di un processo non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal modo in cui queste vengono presentate nelle sedi opportune. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la genericità e l’infondatezza dei motivi possano portare a una declaratoria di inammissibilità ricorso cassazione, con conseguenze onerose per il ricorrente. Il caso in esame riguarda un uomo condannato per furto aggravato, il cui tentativo di ribaltare la sentenza si è scontrato con la rigorosa valutazione della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Un individuo, ritenuto responsabile del reato di furto aggravato ai sensi degli articoli 625 n. 7 e 61 n. 5 del codice penale, ha presentato ricorso per Cassazione avverso la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. Il ricorrente lamentava una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione, chiedendo l’annullamento della decisione principalmente per un supposto difetto di querela.

Oltre a questo punto specifico, il ricorso accennava ad altre questioni, tra cui la contestazione delle circostanze aggravanti, l’errata applicazione dell’articolo sulle attenuanti generiche e un richiamo all’istituto della prescrizione del reato.

La Decisione della Suprema Corte

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza dell’imputato, ma si concentra sulla validità stessa dell’impugnazione. La Corte ha ritenuto che i motivi presentati non possedessero i requisiti minimi per essere discussi, condannando di conseguenza il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della declaratoria di inammissibilità ricorso cassazione

Le ragioni alla base della decisione della Corte sono molteplici e toccano diversi aspetti procedurali e sostanziali. Analizziamole nel dettaglio.

Il Difetto di Querela: Un Motivo Manifestamente Infondato

Il cavallo di battaglia del ricorrente era la presunta assenza della querela, atto indispensabile per procedere per determinati reati. La Corte ha liquidato rapidamente questa doglianza come ‘manifestamente infondata’. Dagli atti processuali, infatti, emergeva chiaramente che la persona offesa aveva sporto regolare querela in data 13 luglio 2016, chiedendo espressamente la punizione del colpevole. Questo errore di valutazione da parte della difesa ha reso il motivo d’appello palesemente privo di fondamento.

La Genericità degli Altri Motivi di Ricorso

Per quanto riguarda le altre censure (sulle aggravanti, sulla prescrizione e sulle attenuanti), la Corte le ha bollate come ‘del tutto generiche’. Il ricorso, infatti, si limitava a menzionare le norme di legge asseritamente violate senza fornire argomentazioni a sostegno. Un ricorso per Cassazione non può essere una semplice enunciazione di dissenso, ma deve contenere una critica specifica e argomentata del provvedimento impugnato. L’assenza di tale specificità rende i motivi privi di pregio e, di conseguenza, inammissibili.

Il Calcolo Errato della Prescrizione

Anche l’accenno alla prescrizione del reato è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha chiarito che, in presenza delle aggravanti contestate (art. 625 n. 7 e 61 n. 5 c.p.), il termine massimo di prescrizione per il furto aggravato è di dodici anni e sei mesi. Essendo il reato stato commesso il 13 luglio 2016, la prescrizione maturerà solo il 13 gennaio 2029. Il tentativo di invocare l’estinzione del reato era, quindi, prematuro e basato su un calcolo errato.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso alla giustizia, specialmente nel grado di legittimità, richiede rigore, precisione e fondatezza giuridica. L’inammissibilità ricorso cassazione non è solo una sanzione processuale, ma la conseguenza diretta di un’impugnazione che non rispetta i canoni di specificità e serietà richiesti dalla legge. Per gli operatori del diritto, questo caso serve come monito sull’importanza di costruire ricorsi solidi, ben argomentati e basati su una corretta interpretazione delle norme e degli atti processuali, per evitare di incorrere in una condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base a questa ordinanza, quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché il motivo sulla prescrizione del reato è stato respinto?
È stato respinto perché, a causa delle specifiche aggravanti contestate nel caso di furto, il termine massimo di prescrizione è di 12 anni e 6 mesi. Poiché il reato era del 2016, il termine scadrà solo nel 2029, rendendo la doglianza manifestamente infondata.

Un ricorso può essere respinto perché i motivi sono troppo generici?
Sì. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili alcuni motivi del ricorso proprio perché erano ‘del tutto generici’, ovvero privi di argomentazioni specifiche a sostegno delle presunte violazioni di legge, limitandosi a un semplice richiamo normativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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