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Inammissibilità del ricorso: querela e termini

La Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso di due imputati per frode assicurativa. La Corte chiarisce che il termine per la querela decorre dalla conoscenza certa del reato, non dal sinistro, e ribadisce i limiti per la rinnovazione dell’istruttoria in appello. Confermata la condanna per aver simulato un incidente.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando la Querela non è Tardiva

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20169/2024, ha affrontato un caso di frode assicurativa, stabilendo importanti principi sulla decorrenza dei termini per la querela e sui requisiti per l’ammissibilità dei motivi di ricorso. La decisione sottolinea il rigore formale del processo penale e chiarisce come la inammissibilità del ricorso possa derivare da eccezioni non sollevate tempestivamente o da motivi generici. Questo provvedimento offre spunti fondamentali per comprendere la differenza tra il momento in cui avviene un fatto e quello in cui se ne acquisisce la piena consapevolezza ai fini legali.

I Fatti: La Simulazione dell’Incidente

Due soggetti venivano condannati in primo grado e in appello per il reato di cui all’art. 642 del codice penale. L’accusa era di aver denunciato un sinistro stradale con modalità diverse da quelle reali al fine di ottenere un indennizzo ingiusto dalla compagnia di assicurazione. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, la caduta di uno degli imputati dal suo ciclomotore era avvenuta in modo autonomo, senza il coinvolgimento di altri veicoli, a differenza di quanto dichiarato nella richiesta di risarcimento.

Avverso la sentenza della Corte di Appello, gli imputati proponevano ricorso per cassazione basato su quattro motivi principali:
1. La violazione del diritto di difesa per il rigetto di istanze di rinvio.
2. La genericità del capo d’imputazione, che avrebbe dovuto portare alla nullità del decreto di citazione a giudizio.
3. La tardività della querela presentata dalla compagnia assicuratrice.
4. La mancata rinnovazione dell’istruzione dibattimentale in appello per sentire nuovamente uno degli imputati e un medico.

L’Inammissibilità del Ricorso e le Eccezioni Procedurali

La Suprema Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso analizzando e respingendo ogni motivo. Per quanto riguarda il primo punto, le richieste di rinvio sono state giudicate generiche e non adeguatamente documentate. In particolare, non era stata provata una reale criticità che impedisse ai difensori di raggiungere l’aula di udienza.

Sul secondo motivo, relativo alla genericità del capo d’imputazione, la Corte ha ribadito un principio consolidato: tale vizio costituisce una nullità relativa. Come tale, deve essere eccepita, a pena di decadenza, prima della conclusione delle questioni preliminari all’apertura del dibattimento, ai sensi dell’art. 491 del codice di procedura penale. Poiché nel caso di specie l’eccezione non era stata sollevata nei termini corretti, non poteva più essere fatta valere.

Il Termine per la Querela: Dalla Conoscenza Certa del Reato

Il punto centrale della controversia riguardava la presunta tardività della querela. La difesa sosteneva che la compagnia assicuratrice fosse a conoscenza del sinistro fin dal suo verificarsi e che quindi la querela, presentata a distanza di mesi, fosse tardiva.

La Cassazione ha rigettato questa tesi, chiarendo che il termine di tre mesi per la presentazione della querela (art. 124 c.p.) non decorre dal momento in cui si verifica l’evento (il sinistro), ma dal momento in cui la persona offesa ha una conoscenza certa, basata su elementi seri e concreti, del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva. Nel caso di una frode assicurativa, questo momento coincide con l’acquisizione della prova della truffa. Nel caso specifico, la compagnia ha avuto contezza della frode solo dopo aver ricevuto gli esiti degli accertamenti del proprio perito, nell’aprile del 2018. Di conseguenza, la querela sporta nel maggio 2018 era da considerarsi tempestiva.

La Mancata Rinnovazione dell’Istruttoria in Appello

Infine, la Corte ha ritenuto infondato anche il motivo relativo alla mancata rinnovazione dell’istruzione in appello. La giurisprudenza di legittimità è pacifica nel ritenere che tale istituto abbia carattere eccezionale. Il giudice d’appello non è obbligato a riaprire la fase probatoria, a meno che non emergano lacune o manifeste illogicità nell’apparato motivazionale della sentenza di primo grado.

Nel caso in esame, la decisione dei giudici di merito era solidamente ancorata a una serie di elementi oggettivi, tra cui due referti medici che attestavano una caduta autonoma, le contraddizioni nel racconto degli imputati e le risultanze della perizia sul veicolo. La Corte ha quindi ritenuto che non vi fossero le condizioni per procedere a una nuova audizione dell’imputato o di altri testi.

Le Motivazioni della Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi procedurali e sostanziali di grande rilevanza. In primo luogo, viene ribadita la necessità di rispettare le scansioni processuali: le nullità, anche se esistenti, devono essere eccepite nei termini previsti dalla legge, altrimenti si decade dalla possibilità di farle valere. In secondo luogo, si offre un’interpretazione chiara sulla decorrenza del termine per la querela nei reati come la truffa, ancorandola alla conoscenza effettiva e provata del reato, non alla mera notizia di un fatto che solo successivamente si rivelerà essere un illecito penale. Infine, viene confermato il carattere eccezionale della rinnovazione dell’istruttoria in appello, la cui concessione è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice quando strettamente necessaria a colmare vuoti motivazionali.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza sancisce l’inammissibilità del ricorso e, di conseguenza, la definitività della condanna per gli imputati. Le implicazioni pratiche sono significative. Per gli operatori del diritto, emerge l’importanza cruciale di una strategia difensiva attenta alle preclusioni e alle decadenze processuali. Per le vittime di reati come la frode, la decisione conferma che il loro diritto di querela è tutelato a partire dal momento in cui acquisiscono una consapevolezza piena e documentata dell’illecito subito, non da un momento precedente e incerto. In definitiva, la Corte riafferma che il processo penale è un percorso governato da regole precise, la cui violazione o negligenza può precludere l’esame nel merito delle proprie ragioni.

Quando inizia a decorrere il termine per presentare una querela per frode?
Il termine per presentare una querela non decorre dal momento in cui avviene il fatto (es. il sinistro simulato), ma da quando la persona offesa acquisisce una conoscenza certa e basata su elementi concreti del reato in tutti i suoi aspetti, compresa la consapevolezza della sua natura fraudolenta.

È possibile contestare la genericità del capo d’imputazione in qualsiasi momento del processo?
No. Secondo la sentenza, la genericità del capo d’imputazione costituisce una nullità relativa che deve essere eccepita come questione preliminare all’inizio del dibattimento di primo grado. Se non viene sollevata in quella sede, il diritto di farlo decade.

Il giudice d’appello è sempre obbligato a riascoltare i testimoni se la difesa lo richiede?
No. La rinnovazione dell’istruttoria in appello è un istituto eccezionale e non un obbligo. Il giudice può disporla solo se ritiene che la decisione impugnata presenti lacune o manifeste illogicità che possono essere risolte solo attraverso l’assunzione di nuove prove.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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