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Inammissibilità del ricorso per motivi generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da due imputati condannati per furto aggravato in concorso. La decisione si fonda sul fatto che i motivi di appello erano una mera riproposizione di argomentazioni già respinte nei gradi di merito, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando i Motivi Sono Generici

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, sottolineando la necessità di presentare motivi specifici e non meramente ripetitivi. Comprendere le ragioni che portano alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso è fondamentale per ogni professionista e cittadino che si confronta con il sistema giudiziario. Questo caso, riguardante un furto aggravato, illustra perfettamente come la genericità delle censure possa precludere l’esame di merito da parte della Suprema Corte.

I Fatti del Processo: Dal Tribunale alla Cassazione

Due individui venivano condannati in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello di Catania per il reato di furto aggravato commesso in concorso con altre persone. La sentenza di secondo grado, emessa il 24 febbraio 2025, confermava integralmente la pronuncia di condanna del 6 dicembre 2023. Ritenendosi ingiustamente condannati, entrambi gli imputati decidevano di presentare ricorso per Cassazione attraverso i loro legali, sperando in un annullamento della sentenza.

L’Inammissibilità del Ricorso e i Profili di Censura

Il fulcro della decisione della Suprema Corte risiede nell’analisi dei motivi presentati dai ricorrenti, giudicati non idonei a superare il vaglio di ammissibilità.

La Posizione della Difesa

I ricorsi si basavano su argomentazioni distinte per ciascun imputato. Uno dei due lamentava la mancanza e l’illogicità della motivazione riguardo al suo effettivo contributo concorsuale al reato, nonché il mancato riconoscimento dell’attenuante della minima partecipazione al fatto, prevista dall’articolo 114 del codice penale. L’altro ricorrente, invece, sollevava una violazione di legge e un vizio di motivazione in relazione all’articolo 131-bis del codice penale, che disciplina la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La Valutazione della Corte

La Corte di Cassazione ha osservato che entrambi i ricorsi, di fatto, si limitavano a riproporre le stesse questioni già esaminate e respinte con argomentazioni giuridiche corrette dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno evidenziato come i ricorrenti non avessero operato alcun confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata, limitandosi a una sterile riproposizione delle proprie tesi. Questo approccio è stato considerato insufficiente per giustificare un nuovo esame del caso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto che i ricorsi dovessero essere dichiarati inammissibili. La motivazione principale risiede nel principio, consolidato in giurisprudenza, secondo cui il ricorso per Cassazione non può essere una semplice riedizione delle argomentazioni già presentate e disattese nei gradi di merito. È necessario, invece, che il ricorrente si confronti specificamente con la ratio decidendi della sentenza che intende impugnare, evidenziandone gli errori di diritto o i vizi logici. In assenza di questo confronto critico, i motivi di ricorso diventano generici e, di conseguenza, inammissibili. La Corte ha quindi condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista per i casi di inammissibilità.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: per accedere al giudizio di legittimità, non basta essere in disaccordo con la decisione del giudice di merito. È indispensabile articolare censure specifiche, pertinenti e critiche rispetto al percorso logico-giuridico seguito nella sentenza impugnata. La mera ripetizione di doglianze già respinte equivale a un ricorso generico, destinato a una declaratoria di inammissibilità del ricorso. La decisione serve da monito sulla necessità di un approccio tecnico e rigoroso nella redazione degli atti di impugnazione, pena la preclusione della possibilità di far valere le proprie ragioni davanti alla Suprema Corte.

Per quale motivo i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché riproducevano profili di censura già adeguatamente esaminati e respinti dal giudice di merito, senza un confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Quali erano le argomentazioni principali dei ricorrenti?
Un ricorrente contestava la valutazione del suo contributo concorsuale al reato e il mancato riconoscimento di un’attenuante. L’altro ricorrente lamentava la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti a seguito della decisione?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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