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Inammissibilità del ricorso per difetto di specificità

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una condanna per spaccio e ricettazione, a causa dell’assoluto difetto di specificità dei motivi. L’impugnazione è stata giudicata tautologica e priva di argomentazioni di fatto e di diritto, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: quando l’appello è privo di specificità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale che richiede rigore e precisione. Non basta essere convinti della propria innocenza; è fondamentale che le ragioni dell’impugnazione siano esposte in modo chiaro e specifico. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come la mancanza di specificità possa portare a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso, chiudendo di fatto ogni ulteriore possibilità di discussione. Vediamo nel dettaglio cosa è successo.

I Fatti del Processo

Il caso in esame riguarda un imputato condannato nei primi due gradi di giudizio per reati gravi: il delitto previsto dall’art. 73 del Testo Unico sugli Stupefacenti (relativo al traffico di sostanze illegali) e quello di ricettazione, previsto dall’art. 648 del codice penale.

Non rassegnato alla condanna confermata dalla Corte d’Appello, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. I motivi del suo ricorso vertevano su diversi aspetti: la contestazione della sua responsabilità penale, la presunta carenza e illogicità della motivazione della sentenza d’appello e la dosimetria della pena inflitta.

La Decisione della Corte di Cassazione

Nonostante le doglianze sollevate, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza per dichiarare l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate (cioè non valuta se l’imputato fosse o meno colpevole), ma si ferma a un livello preliminare, di natura puramente processuale. La Corte ha stabilito che il ricorso non possedeva i requisiti minimi richiesti dalla legge per poter essere esaminato.

Le Motivazioni: Il Difetto di Specificità che determina l’inammissibilità del ricorso

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma sancisce che un’impugnazione è inammissibile quando mancano i motivi specifici richiesti dalla legge.

Secondo i giudici di legittimità, il ricorso presentato era affetto da un “assoluto difetto di specificità intrinseca”. In altre parole, le argomentazioni erano state formulate:

1. In modo puramente tautologico: i motivi si limitavano a ripetere concetti astratti e a enunciare principi, senza calarli nella realtà del caso specifico e senza confrontarsi criticamente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata.
2. Senza una reale illustrazione: mancava una spiegazione efficace delle ragioni di fatto e di diritto che avrebbero dovuto sostenere l’impugnazione. L’appellante non ha chiarito perché la decisione dei giudici d’appello fosse errata, limitandosi a manifestare un generico dissenso.

In sostanza, un ricorso in Cassazione non può essere una semplice riproposizione delle stesse difese già respinte nei gradi precedenti, né una critica generica e astratta della sentenza. Deve, invece, individuare con precisione i vizi logici o giuridici del provvedimento e argomentare punto per punto le ragioni della sua presunta illegittimità.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato due conseguenze dirette e gravose per il ricorrente, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale:

* La condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente deve farsi carico dei costi del procedimento da lui attivato.
* Il pagamento di una sanzione pecuniaria: la Corte ha condannato l’imputato a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile, in assenza di ragioni che possano giustificare un esonero.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque operi nel diritto: l’importanza della tecnica redazionale e della specificità degli atti processuali. Un ricorso mal formulato, generico o ripetitivo non solo è inutile, ma espone il proprio assistito a ulteriori conseguenze economiche, rendendo definitiva la condanna subita.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per un assoluto difetto di specificità intrinseca. I motivi sono stati giudicati puramente tautologici e privi di un’effettiva illustrazione delle ragioni di fatto e di diritto poste a fondamento dell’impugnazione, come richiesto dall’art. 591, comma 1, lett. c), cod.proc.pen.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’art. 616 cod.proc.pen., al pagamento delle spese del procedimento e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

Su quali reati si basava la condanna impugnata dal ricorrente?
La condanna, confermata dalla Corte d’Appello e avverso la quale è stato proposto ricorso, era stata irrogata per il delitto previsto dall’art. 73, commi 1 e 4, del d.P.R. 309/1990 (in materia di stupefacenti) e per quello previsto dall’art. 648 del codice penale (ricettazione).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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