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Inammissibilità del ricorso: motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato condannato per violenza privata e furto in abitazione. I motivi sono stati giudicati generici e miranti a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La decisione comporta la condanna definitiva e il pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione Chiude la Porta

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di inammissibilità del ricorso per Cassazione, una decisione che sancisce la fine del percorso processuale per l’imputato. Quando i motivi di appello sono generici o mirano a una rivalutazione dei fatti, la Suprema Corte non entra nel merito della questione, confermando di fatto la condanna precedente. Analizziamo questa pronuncia per comprendere i confini del giudizio di legittimità e le conseguenze di un’impugnazione mal formulata.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello per i reati di violenza privata su cose (art. 392 c.p.) e furto in abitazione (art. 624-bis c.p.). L’imputato, ritenendo ingiusta la sentenza, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza. Con il primo, contestava l’attendibilità della persona offesa, mentre con il secondo lamentava una violazione della legge penale e un vizio di motivazione riguardo alla sua responsabilità.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione aggiuntiva è stata motivata dalla “evidente inammissibilità dell’impugnazione”, che denota un profilo di colpa da parte del ricorrente nel proporre un gravame privo dei requisiti di legge.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha smontato punto per punto i motivi presentati dalla difesa, evidenziandone la palese infondatezza sotto il profilo procedurale.

Il primo motivo, relativo alla credibilità della vittima, è stato giudicato “privo di specificità”. La Cassazione ha sottolineato che il ricorrente si era limitato a reiterare le stesse obiezioni già sollevate in appello, senza però confrontarsi criticamente con le argomentazioni con cui la Corte territoriale le aveva respinte. Un ricorso in Cassazione non può essere una semplice riproposizione di argomenti già esaminati, ma deve individuare vizi specifici nella sentenza impugnata.

Anche il secondo motivo è stato rigettato. Secondo i giudici, le censure mosse non costituivano una vera critica di legittimità (cioè sulla corretta applicazione della legge), ma si traducevano in una richiesta di ricostruire i fatti in modo alternativo e di rivalutare le prove. Questo tipo di attività è preclusa alla Corte di Cassazione, che non è un “terzo grado di giudizio” dove si può riesaminare il merito della vicenda. Il ricorrente, inoltre, non ha denunciato un “travisamento della prova”, unico vizio che avrebbe potuto, a certe condizioni, aprire uno spiraglio per un riesame fattuale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione è un rimedio straordinario, destinato a correggere errori di diritto e non a rimettere in discussione l’accertamento dei fatti compiuto nei gradi di merito. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso non è solo una questione formale, ma ha conseguenze pratiche pesanti: la sentenza di condanna diventa definitiva e il ricorrente subisce un’ulteriore sanzione economica per aver intrapreso un’azione legale palesemente infondata. Per i professionisti del diritto, questa decisione è un monito sull’importanza di redigere ricorsi specifici, pertinenti e focalizzati sui vizi di legittimità, evitando di trasformare l’impugnazione in un sterile tentativo di ottenere una terza valutazione del merito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici, si limitavano a ripetere le argomentazioni già respinte in appello senza criticare la motivazione della sentenza, e miravano a una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita alla Corte di Cassazione.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘privo di specificità’?
Significa che il motivo non contiene una critica concreta e mirata contro la decisione impugnata, ma si limita a riproporre doglianze già esaminate e respinte, senza confrontarsi con le ragioni addotte dal giudice per rigettarle.

Quali sono le conseguenze pratiche dell’inammissibilità del ricorso in questo caso?
La sentenza di condanna è diventata definitiva. Inoltre, il ricorrente è stato condannato a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa ravvisata nella proposizione di un ricorso evidentemente infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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